ROMA – Una Italia a due velocità. Anche nell’offerta di strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie. Ancora una volta il rilevante squilibrio territoriale emerge dall’analisi annuale fatta dall’Istat. I numeri fotografano una proposta alta al Nord, dove si concentra il 64% dei posti letto (9,1 ogni 1.000 residenti) e una a livelli minimi nel Mezzogiorno, con il 10,4% (soltanto 2,9 posti letto ogni 1.000 residenti). Sempre nel nostro Paese si stima che 21 anziani su 1.000 siano ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e sociosanitarie e circa 16 ogni 1.000 anziani residenti siano non autosufficienti.
“Ormai non basta spiegare a un bambino che nasce al Sud che ha meno aspettativa di vita di circa 4 anni in meno rispetto a uno che nasce al Nord- ha commentato Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità Confcooperative e della Cooperativa Osa– bisogna anche spiegargli che quando invecchierà avrà una selezione di servizi molto inferiore rispetto a quel bambino del Nord. E dovrà combattere con un’offerta assistenziale enormemente ridotta e rischierà di non trovare un posto letto e un’assistenza domiciliare adeguata”. “Questa ingiustizia esige subito una risposta. Qualsiasi governo, di qualsiasi colore- ha concluso Milanese parlando con la Dire- deve rispondere a quel bambino, che diventando anziano non dovrà rimpiangere di essere nato dalla parte ‘sbagliata’”.
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Bene offerta Rsa a nord e male al sud, Milanese (Osa): “Governo intervenga”
- Michela Coluzzi
- m.coluzzi@agenziadire.com
- 24 Maggio 2018
- Canali, Sanità
Una Italia a due velocità. Anche nell’offerta di strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie
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