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Nasce ‘Mamà Osa’, associazione volontari Nontiscordardimé senior a Roma

Tra novità collaborazione con il Gemelli e digitalizzazione unità ascolto

Pubblicato:14-09-2018 11:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:33
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ROMA –  Si chiama ‘Mamà Osa’ l’associazione che raduna tutti i volontari che hanno aderito al progetto Nontiscordardimé senior nato per assistere gratuitamente gli anziani in difficoltà a Roma attraverso una unità mobile ambulatoriale e le Unità di ascolto (Uaoss) aperte all’interno delle parrocchie di periferia. La presentazione è stata organizzata presso l’Agriturismo Casale 4.5 a Roma (via Ardeatina) e ha coinvolto i principali protagonisti del progetto Nontiscordardimé Senior: i volontari, i parroci, i medici, gli operatori socio-sanitari, gli infermieri tutti coinvolti sul campo e lo staff di coordinamento della Cooperativa Osa. Obiettivo della neo nata associazione, racconta il sito della Cooperativa, è anche quello di tutelare i volontari attraverso l’accesso alle coperture assicurative, Inail in caso di infortuni e responsabilità civile in caso di danni agli assistiti. In spagnolo ‘Mamà Osa’ significa ‘Mamma orsa’. Un nome informale che specifica la volontà di accudire e di farsi carico dei bisogni dei più deboli così come fa una madre con i propri cuccioli. “Il nome scelto viene da lontano- ha sottolineato il dottor Francesco Giuffrida, direttore del progetto- ci siamo riappropriati del nome di un progetto per sostenere i ragazzi nella prosecuzione degli studi scolastici nei quartieri più poveri di Buenos Aires in Argentina”.

Durante l’incontro è stato anche fatto il punto sull’ultimo anno di attività e sono stati condivisi gli obiettivi e le nuove azioni progettuali programmate per le campagne di screening dei prossimi mesi. Tra le novità più significative il coinvolgimento dell’ospedale Agostino Gemelli al progetto Nontiscordardimé senior che metterà a disposizione degli anziani bisognosi le proprie strutture con percorsi di approfondimento diagnostico specifici. Le Unità di ascolto attivate nelle parrocchie saranno dotate di nuovi strumenti digitali come un pc e una stampante con l’obiettivo di aumentare la capacità di individuazione dei bisogni di salute, di archiviazione dei dati e di gestione delle attività. Grazie a un’app i volontari potranno gestire in maniera più dinamica i bisogni degli anziani rendendo più semplice e condivisa la presa in carico degli assistiti. Le Uaoss, infine, diventeranno ‘itineranti’, grazie all’adozione di un mezzo di trasporto che consentirà ai volontari di raggiungere gli anziani direttamente nei propri domicili, programmando anche un servizio di accompagno per le visite in ospedale.
All’iniziativa ha partecipato anche il professor Gianfranco Damiani dell’Università Cattolica, che ha sottolineato come “il progetto Nontiscordardimé sia un grande esperimento sociale e un modello di intervento nella sanità pubblica perché l’assistenza sanitaria non può dedicarsi esclusivamente alle cure mediche ma per essere efficace deve avere una marcata attenzione sociale. Aumentare la coscienza collettiva sulla salute attraverso l’attivazione di un circuito virtuoso di consapevolezza in cui assistenti e assistiti insieme diventano protagonisti è la strada migliore da percorrere”.

Anche la professoressa Maria Luisa Di Pietro dell’Università Cattolica ha ribadito, nel suo intervento, che “per garantire la salute in modo ‘globale’, etico, cioè attento alla dimensione umana dell’attività di cura compagnia, vicinanza e ascolto sono presupposti fondamentali. Nelle nostre città aumentano (e aumenteranno sempre di più nei prossimi anni) anziani in situazione di solitudine, privazione e marginalità, anche a prescindere dalla propria condizione economica. Il nostro compito è quello di raggiungere per tempo i loro bisogni, attivando reti di assistenza come questa”.


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