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Lega Serie A, cercasi presidente. L’avvocato Fava: “Per ora non sono in campo”

Dopo il ritiro della candidatura del presidente di Confindustria Bonomi, tra i nomi caldi resta quello del giuslavorista e commissario straordinario di Alitalia

Pubblicato:24-02-2022 16:43
Ultimo aggiornamento:24-02-2022 16:44

gabriele fava
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ROMA – Il suo nome è stato messo in campo nella partita che riguarda la presidenza della Lega di Serie A. L’avvocato giuslavorista Gabriele Fava, intervistato dall’agenzia Dire, spiega però che “al momento non ho dato alcuna disponibilità. Ci sono nomi eccellenti e va benissimo così”.

Dopo il ritiro di questa mattina di Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria, che era sostenuto da alcuni grandi club, le candidature rimaste per adesso sono quelle dell’economista Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del Comitato esecutivo della Bce e ora presidente del Cda di Societé Generale, di Lorenzo Casini, professore ordinario di Diritto amministrativo e capo di Gabinetto al ministero della Cultura, e la novità Mauro Masi, ex direttore generale della Rai e attualmente presidente di Consap.


Le società ne parleranno nell’Assemblea convocata domani a Milano, ma il voto è previsto per il 3 marzo. Servirà la maggioranza di 11 preferenze su 20 per avere il nome del nuovo presidente. A quel punto, il successore del dimissionario Paolo Dal Pino si troverà ad affrontare una situazione difficile e ingarbugliata. Ci sono problemi economici pesanti. L’esperienza maturata da Fava anche sul versante di tutte le manovre finanziarie e fiscali legate al dossier Alitalia, di cui è uno dei commissari straordinari, gli permettono di avere uno sguardo attento su tutti gli aspetti.

L’ESPERIENZA DA COMMISSARIO DI ALITALIA

Secondo il legale si tratta di “un patrimonio che ho maturato già da prima e che ho sicuramente migliorato e valorizzato con l’incarico per Alitalia. Questo vuol dire che se oggi si vuole risolvere ogni questione complessa, se si intende arrivare alla sua conclusione con successo, naturalmente questa deve essere presa in considerazione nei suoi aspetti non soltanto relazionali ed istituzionali ma, inevitabilmente, anche tecnici. Bisogna quindi sapere coniugare la tecnicalità con, al contempo, l’interlocuzione qualificata con la politica, il legislatore in generale e, laddove necessario, anche con Bruxelles”.

Come è stato appunto per Alitalia. “Certo è – spiega ancora Fava – che per risolvere un caso così complesso, addirittura a livello globale, perché è una vicenda anche europea e non soltanto italiana, è fisiologico, se non preliminare, avere un’interlocuzione qualificata con tutte le parti politiche, da Bruxelles a Palazzo Chigi fino al Quirinale e al Parlamento in tutte le sue espressioni politiche, partitiche. Perché bisogna mettere d’accordo tutti, è necessario essere ascoltati per poter realizzare anche interventi normativi, interventi legislativi che sono la precondizione per poter portare a buon fine l’operazione”.

IL ‘CURRICULUM’ DI FAVA

Presidente dell’Osservatorio Risorse Pubbliche della Corte dei conti e membro del Consiglio di Presidenza della magistratura contabile, nel quinquennio 2013-2018 Fava è stato consigliere giuridico dell’assessorato Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Lombardia. Il legale è anche docente e coordinatore scientifico del Master in Human Resources della Business School de ‘Il Sole 24 Ore’ e dal 2015 al 2018 è stato inoltre consulente del presidente e membro della VI Commissione permanente Finanze della Camera dei deputati.

La sua, quindi, è una competenza a disposizione. Perché se è importante mettere in campo figure che vivono e sono dentro il mondo dello sport, per un rilancio a livello non soltanto nazionale ma anche internazionale serve una Lega Serie A che sappia interloquire con tutte le istituzioni in campo. “Il calcio arriva nelle case di tutti, interessa tutti. Oggi sta attraversando un periodo di crisi gravissima – sottolinea Fava – Mi verrebbe spontaneo paragonarla a una amministrazione straordinaria, ma non si può fare, perché inevitabilmente bisogna intervenire a livello fiscale, a livello legale, a livello organizzativo e di concerto con le istituzioni. Penso quindi – conclude il giuslavorista – a norme speciali che possano fare uscire la Lega calcio da questa crisi quasi strutturale e rilanciarla con successo”.

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