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ROMA – Far convivere welfare pubblico, privato e aziendale è possibile e auspicabile. È quanto emerso dal tavolo convocato da Praesidium, società del sistema Federmanager specializzata nella gestione di programmi di welfare, e Federmanager. “L’Italia è un Paese che invecchia e una delle sfide più complesse del 21esimo secolo è l’ottimizzazione, da parte dei sistemi sanitari, delle risorse disponibili per rispondere alla domanda di salute dovuta alla continua crescita delle patologie cronico-degenerative che comportano un crescente impegno di risorse e di assistenza di lunga durata, con una forte integrazione tra i servizi sanitari e sociali”, ha detto Giacomo Gargano, Presidente di Praesidium, in apertura del tavolo “Welfare aziendale: dai benefit ai lavoratori al sostegno alle famiglie”, al quale hanno partecipato tra gli altri la deputata di Azione e componente della commissione Affari Sociali della Camera, Elena Bonetti, Elena Murelli (Lega), membro della commissione Affari Sociali del Senato, Emma Staine, coordinatrice della commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni e Simona Baldassarre, assessora alle Politiche giovanili e della Famiglia della Regione Lazio.
“Noi, come Praesidium fin da oggi ci mettiamo a disposizione del Governo nella definizione di una normativa sul lavoro incentrata sul welfare, con l’obiettivo di garantire un livello di vita migliore. Tutto ciò può avvenire solo se il primo e il secondo pilastro iniziano a collaborare con il sostegno del mondo del lavoro, con adeguate norme a sostegno del welfare”, ha concluso Gargano. Negli ultimi decenni, il concetto di benessere aziendale ha assunto un ruolo sempre più centrale nell’ambito delle organizzazioni e delle politiche aziendali. Il benessere dei dipendenti non è più solo una questione di stipendi e condizioni lavorative, ma si estende anche alla sfera personale e familiare.
In questo contesto, il welfare aziendale e la sanità integrativa emergono come pilastri fondamentali per contribuire alla fidelizzazione dei talenti e al miglioramento della produttività. Questo diventa particolarmente rilevante in una realtà in cui, nonostante aumenti la spesa sanitaria, l’accesso alle cure diminuisce. Visite specialistiche, prevenzione e assistenza domiciliare sono solo alcune delle prestazioni sanitarie a cui gli italiani fanno fronte mettendo mano al portafogli. Esborsi che non tutti possono permettersi, così, dalle liste d’attesa infinite ai costi elevati, sempre più persone rinunciano a visite ed esami.
Per Emma Staine l’integrazione tra i tre diversi livelli di welfare “è importantissima e fa parte anche di una nuova visione di welfare che questo Governo sta portando avanti: un welfare dove è al centro l’individuo. Avendo questa visione di centralità dell’individuo è chiaro che una sinergia tra pubblico e privato sempre più efficace, che è mancata negli anni precedenti, fa sì che vi siano ricadute molto migliori per tutti noi cittadini”.
L’assessora Baldassarre ha parlato di “welfare plurale per dare pari opportunità ai giovani, alle donne, negli ambienti di lavoro. Le aziende che mettono gli individui al centro in questo modo creano anche ricchezza economica. Le donne vengono tutelate nel loro percorso aziendale e se valgono riescono a raggiungere posti ambiti anche se madri. Insomma, un percorso facile e una conciliazione famiglia-lavoro che può aiutare il pubblico a crescere sempre più, stando accanto al privato. Questo elemento può aiutare a combattere la denatalità e a tenere qui i nostri giovani”. La Regione Lazio “è accanto a tutto questo con politiche a favore delle donne, premiando col bollino rosa le aziende amiche delle donne- ha concluso Baldassarre- Anche questo fa parte di quel welfare plurale che aiuta le famiglie”.
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