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Booking nel mirino dell’Antitrust: l’accusa è abuso di posizione dominante

L'Agcom ha aperto un procedimento istruttorio su Booking: l'accusa è abuso di posizione dominante per aver ostacolato la concorrenza e ridotto l'autonomia degli hotel nello stabilire i prezzi

Pubblicato:22-03-2024 12:57
Ultimo aggiornamento:22-03-2024 13:04
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BOLOGNA – Abuso di posizione dominante, in particolare attraverso una strategia che punta a ridurre l’autonomia delle strutture alberghiere italiane nel definire i prezzi per gli alloggi e le sistemazioni turistiche proposte online. Sono queste le contestazioni dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di Booking.com (Italia) S.r.l., Booking.com B.V. e Booking.com International B.V.: il procedimento istruttorio aperto ha l’obiettivo di accertare appunto un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi online di intermediazione e prenotazione di strutture alberghiere, in violazione dell’art. 102 del Tfue (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea).

LE ISPEZIONI DI AGCOM E GDF

Booking, secondo l’accusa, ostacolerebbe la concorrenza portando effetti negativi sulle strutture ricettive: ieri ci sono stati ispezioni nelle sedi di Booking.com (Italia) S.r.l. da parte di funzionari dell’Antitrust e finanzieri del Nucleo speciale Antitrust della Gdf.

LA REPLICA DI BOOKING: “STIAMO COLLABORANDO”

In una nota, bookin commenta così la notizia dell’istruttoria dell’Agcom: “Possiamo confermare che stiamo pienamente collaborando con la Guardia di Finanza e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ieri hanno svolto delle ispezioni nei nostri uffici in Italia”.


LA STRATEGIA CHE OSTACOLAVA LE AZIENDE

Cercando di riassumere la questione, secondo l’Antitrust Booking dava più spazio di visibilità alle strutture che prevedevano prezzi competitivi sulla sua piattaforma, riservandosi però il diritto di applicare poi uno sconto (che abbassava il prezzo) se ‘beccava’ la struttura a offrire prezzi migliori su altri siti. Ecco il meccanismo per come viene spiegato dettagliatamente dall’Antitrust: “Booking conferirebbe alle strutture alberghiere che fanno parte del Programma Partner Preferiti (e della sua estensione Preferiti Plus) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta nei risultati di ricerca, a fronte di commissioni più elevate e dell’impegno a offrire su booking.com prezzi ‘competitivi’, ovvero non più elevati di quelli che le strutture applicano sul proprio sito o sulle piattaforme di altre agenzie di viaggio online (c.d. OTA). Al contempo, quando riscontra, all’esito di un monitoraggio capillare e sofisticato, che una struttura offre prezzi migliori su altri siti online, Booking si riserva la possibilità di applicare, senza il consenso delle strutture, uno sconto (il c.d. Booking Sponsored Benefit) per allineare l’offerta di booking.com alla migliore tra quelle disponibili online“.

UN OSTACOLO ALLA CONCORRENZA

“Nel suo insieme- osserva ancora l’Autorità- questa strategia sembra idonea ad ostacolare lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato, quantomeno nazionale, dei servizi online di intermediazione e prenotazione alberghiera, a danno di altre OTA con effetti negativi sulle strutture ricettive e, in ultima analisi, sui consumatori in termini di maggiori prezzi e minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online”.

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