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Lungo la via del vino come gli antichi ‘brentatori’: a Bologna un nuovo cammino

Rinasce la via dei Brentatori attraverso cinque Comuni della provincia di Bologna: un percorso di 44 chilometri alla portato di tutti o quasi. La prima tappa, da Bologna a Zola Predosa, conta una ventina di chilometri

Pubblicato:04-04-2024 15:33
Ultimo aggiornamento:04-04-2024 15:56

via dei brentatori
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BOLOGNA – Un nuovo cammino (a piedi con zaino in spalla) dalla città alla collina in tre tappe, per un totale di 44 chilometri a portata di tutti o quasi. Dalle famiglie ai camminatori più esperti. Per farlo tutto (si può già partire) servirà un fine settimana, più o meno, ma ci si può fermare ad esempio anche alla fine della prima tappa, da Bologna a Zola Predosa, comunque da una ventina di chilometri. Si tratta della nuova iniziativa turistica ‘slow’ del territorio bolognese, facendo rinascere per l’occasione la via dei Brentatori lungo cinque Comuni: Casalecchio di Reno, Monte San Pietro e Valsamoggia (Bazzano), oltre a Bologna e Zola.

I BRENTATORI

Ma chi erano i ‘brentatori’? Il termine significa portatori di ‘brente’, ovvero dei recipienti di legno, portati in spalla, in cui si conservava il vino. I brentatori erano i trasportatori ufficiali di vino, e ne erano responsabili della qualità e del commercio del vino, di cui stabilivano il prezzo. La nascita della società dei brentatori risale al 1250 (con l’obiettivo di contrastare il contrabbando), anche se poi venne riconosciuta solo nel 1407. Da sottolineare il fatto che i brentatori, in caso di necessità, si trasformassero in pompieri e accorressero portando l’acqua (rigorosamente sulla schiena dentro le brente). La storica ‘via dei Brentatori’ è appunto il percorso che seguivano nel trasporto del vino.

PERCORSO PER TUTTI, CON SALITE POCO IMPEGNATIVE

Ora, grazie al lavoro degli enti locali insieme con l’associazione Succede solo a Bologna, viene riscoperta dunque la strada del trasporto del vino legata all’antica corporazione di mestiere, datata 1250. Per seguire il percorso, caratterizzato da salite dolci, poco impegnative, così come tracciato e segnalato dal Cai con cartelli ad hoc che riportano il logo della via dei Brentatori, è stata anche realizzata una cartoguida (in scala 1:25.000) con tante informazioni utili: percorso con indicazioni altimetriche, chilometri da percorrere per ogni tappa, monumenti e punti di interesse da ammirare lungo il cammino, proposte su strutture per mangiare e dormire.


I LUOGHI DI INTERESSI

Partenza e arrivo, in tutto questo, non sono casuali: la prima storica sede dei Brentatori sorgeva in via de’ Pignattari, di fianco alla Basilica di San Petronio, mentre è la Rocca di Bazzano a legare ora il suo nome alla Compagnia dell’Arte dei Brentatori, che proprio in Valsamoggia ha la sua attuale sede. Le bellezze che si incroceranno lungo il percorso, quindi, sono piazza Maggiore, il santuario della Beata Vergine di San Luca, il parco della Chiusa, l’eremo di Tizzano, i gessi di Zola Predosa Unesco, il borgo di Oliveto, l’abbazia di Monteveglio e, appunto, la rocca di Bazzano.

IL RIENTRO SI PUÒ FARE IN BUS

Per valorizzare la storia dei Brentatori, il progetto prevede anche il coinvolgimento di agriturismi, bed and breakfast, hotel e ristoranti della zona. La prima tappa, da Bologna, porta quindi fino a Zola, la seconda fino all’abbazia di Monteveglio e l’ultima tappa a Bazzano, da cui sono disponibili treni e autobus per il rientro. E arriva anche il ‘bollino’ del nuovo cammino. Per tenere traccia di tutte le tappe attraversate, infatti, verranno anche realizzate le credenziali della Via dei Brentatori, ossia particolari documenti di viaggio in cui raccogliere i timbri nelle strutture accreditate che diventeranno “uno speciale ricordo del cammino compiuto”, segnalano oggi sindache e assessore riunite in conferenza stampa in Città metropolitana.

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