NEWS:

L’idea dell’ong Lvia: certificati idrici per promuovere la pace in Africa

Parla Riccardo Moro, segretario generale dell'organizzazione piemontese, impegnata in dieci Paesi della regione subsahariana

Pubblicato:22-03-2024 11:10
Ultimo aggiornamento:22-03-2024 11:30

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – L’acqua come fattore di pace. Da garantire anzitutto nelle regioni del mondo più vulnerabili, dove i rischi di conflitto sono più accentuati. Con l’agenzia Dire ne parla Riccardo Moro, segretario generale di Lvia, organizzazione della società civile nata in Piemonte e impegnata in Africa da oltre 50 anni, oggi in dieci Paesi, dal Mali al Mozambico.

500MILA PERSONE IN CINQUE ANNI

È in questo continente, nel Sahara e a sud del Sahara, che si concentrano anche le nuove iniziative. “Negli ultimi dieci anni abbiamo portato acqua a un milione di persone e ora vogliamo rinnovare l’impegno” annuncia Moro: “L’obiettivo è garantire l’accesso a questa risorsa e ai servizi igienici ad altre 500mila persone nei prossimi cinque anni”.

APPELLO ALLE IMPRESE ATTENTE ALLA SOSTENIBILITA’

C’è però anche un metodo nuovo. “Vogliamo creare percorsi di solidarietà su questi progetti, invitando gruppi, singoli e imprese a partecipare” dice Moro. “Per questo, ogni volta che portiamo acqua per un anno a dieci famiglie intendiamo emettere un certificato idrico che testimonia il lavoro eseguito”. Secondo il segretario generale di Lvia, si tratta di “un documento utilizzabile dalle imprese attente al tema della sostenibilità nella prospettiva dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che potrà essere inserito nei loro report”.


“WATER FOR PEACE

“Water for Peace” è il tema scelto dall’Onu per la 22esima Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra oggi. Una ricorrenza utile e necessaria per evidenziare l’importanza del tema, secondo Moro. “Oggi sono due miliardi e 200 milioni le persone che vivono senza acqua potabile nelle loro case“, sottolinea il segretario generale di Lvia, “mentre ancora di più, tre miliardi e mezzo, quasi metà della popolazione mondiale, quelle che non hanno servizi igienici nelle loro abitazioni”. Moro continua: “Questa condizione ha conseguenze gravi sulla salute e sulla scolarizzazione femminile, perché le ragazze sono scoraggiate a frequentare gli istituti se non ci sono servizi igienici; e poi ancora sull’agricoltura, sui processi di desertificazione e in genere sulle migrazioni e i conflitti”. Si torna allora al tema della Giornata. “Per l’acqua si fa la guerra, per conquistare riserve e sorgenti, e con l’acqua si fa la guerra, distruggendo sorgenti e riserve” sottolinea Moro. “Si può però fare anche la pace, ad esempio quando gli Stati stringono accordi per condividere le risorse”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it