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È allarme colera nel mondo, casi in continuo aumento: “Servono più vaccini, come per il Covid”

Continua dal 2021 l'impennata di casi di colera: è necessario intervenire subito soprattutto per aumentare le dosi di vaccino a disposizione. Le scorte stanno esaurendo e si è passati a fare una sola dose anzichè due

Pubblicato:21-03-2024 12:36
Ultimo aggiornamento:21-03-2024 20:06
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colera vaccino
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ROMA – Secondo il Gruppo di Coordinamento Internazionale (International Coordinating Group – Icg) sulla fornitura di vaccini – di cui fanno parte Unicef, Oms, la Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, Medici senza frontiere – è necessario intervenire immediatamente per arginare un’impennata pluriennale e senza precedenti di casi di colera in tutto il mondo. Le azioni comprendono investimenti nell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, nei test e nell’individuazione rapida dei focolai, nel miglioramento della qualità e dell’accesso all’assistenza sanitaria e nell’accelerazione della produzione di dosi di vaccino orale contro il colera (OCV) a prezzi accessibili per prevenire meglio i casi.

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L’ICG gestisce le scorte globali di vaccino contro il colera. Gavi, l’Alleanza per i vaccini, finanzia le scorte di vaccino e la fornitura di OCV. I membri dell’ICG chiedono a governi, donatori, produttori di vaccini, partner e comunità di unirsi in un’azione urgente per fermare e invertire l’aumento del colera.
Il colera è in aumento a livello globale dal 2021, con 473.000 casi segnalati all’OMS nel 2022, più del doppio di quelli segnalati nel 2021. I dati preliminari per il 2023 rivelano un ulteriore aumento, con oltre 700.000 casi segnalati. Molti dei focolai presentano alti tassi di mortalità, superando la soglia dell’1% utilizzata come indicatore per un trattamento precoce e adeguato dei pazienti colpiti da colera. Queste tendenze sono tragiche, dato che il colera è una malattia prevenibile e curabile e che i casi erano in calo negli anni precedenti.


Il colera è un’infezione intestinale acuta che si diffonde attraverso cibo e acqua contaminati da feci contenenti il batterio Vibrio cholerae. L’aumento del colera è determinato dalle persistenti lacune nell’accesso all’acqua sicura e ai servizi igienici. Sebbene si stiano compiendo sforzi per colmare queste lacune in alcuni luoghi, in molti altri stanno aumentando, a causa di fattori legati al clima, all’insicurezza economica, ai conflitti e allo spostamento della popolazione. Acqua e servizi igienici gestiti in modo sicuro sono i prerequisiti per fermare la trasmissione del colera.
Attualmente, i Paesi più colpiti sono Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Haiti, Somalia, Sudan, Siria, Zambia e Zimbabwe.

“SERVONO MISURE URGENTI”

Ora più che mai, i Paesi devono adottare una risposta multisettoriale per combattere il colera. I membri dell’ICG invitano i Paesi attualmente e potenzialmente colpiti ad adottare misure urgenti per garantire alle loro popolazioni l’accesso all’acqua potabile, ai servizi igienici e alle informazioni essenziali per prevenire la diffusione del colera. La creazione di questi servizi richiede volontà politica e investimenti a livello nazionale. Ciò include la creazione di capacità di individuazione tempestiva e risposta, il miglioramento dell’individuazione della malattia, l’accesso rapido al trattamento e all’assistenza e la stretta collaborazione con le comunità, anche per quanto riguarda la comunicazione del rischio e il coinvolgimento delle comunità stesse.

“I VACCINI DISPONIBILI NON BASTANO”

Il grave divario nel numero di dosi di vaccino disponibili, rispetto al livello di necessità attuale, esercita una pressione senza precedenti sulle scorte globali di vaccini. Tra il 2021 e il 2023 sono state richieste più dosi per la risposta ai focolai epidemici rispetto all’intero decennio precedente.
Nell’ottobre 2022, l’attuale carenza di vaccini ha reso necessaria la raccomandazione da parte dell’Icg di una singola dose di vaccino, rispetto al precedente regime a due dosi che era in uso da tempo. Lo scorso anno sono state prodotte circa 36 milioni di dosi, mentre 14 Paesi colpiti hanno registrato un fabbisogno di 72 milioni di dosi per una strategia reattiva a una sola dose. Queste richieste sottovalutano il reale fabbisogno. Le campagne di vaccinazione preventiva hanno dovuto essere ritardate per preservare le dosi per gli sforzi di controllo dei focolai di emergenza, creando un circolo vizioso. Il cambiamento di strategia ha permesso ai vaccini disponibili di proteggere un maggior numero di persone e di rispondere a un maggior numero di focolai di colera, nonostante la continua carenza di forniture, ma il ritorno a un regime a due dosi e la ripresa della vaccinazione preventiva garantirebbero una protezione più lunga.

“AUMENTARE LA PRODUZIONE COME È STATO FATTO COL COVID”

Si prevede che la capacità produttiva globale nel 2024 sarà di 37-50 milioni di dosi, ma probabilmente continuerà a essere inadeguata a soddisfare le esigenze di milioni di persone direttamente colpite dal colera. Solo un produttore, EuBiologics, produce attualmente il vaccino; sebbene l’azienda stia facendo del suo meglio per massimizzare la produzione, sono necessarie più dosi. Attualmente non si prevede che nuovi produttori entrino nel mercato prima del 2025; è necessario accelerare i tempi. La stessa urgenza e innovazione che abbiamo visto per il COVID-19 deve essere applicata al colera.
Altri produttori che intendono entrare nel mercato devono accelerare i loro sforzi e rendere disponibili le dosi a prezzi accessibili. Facciamo appello ai produttori di vaccini, ai governi, ai donatori e ai partner affinché diano priorità a un urgente aumento della produzione di vaccini e investano in tutti gli sforzi necessari per prevenire e controllare il colera.

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