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Coronavirus, sale a 14 il numero dei contagiati in Lombardia, altri due casi in Veneto. Isolati 10 comuni nel lodigiano

Conferenza stampa alla regione Lombardia per fare il punto sul focolaio di coronavirus nel Lodigiano: il bar del contagio non si trova a Milano

Pubblicato:21-02-2020 17:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:02
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MILANO – “Rispetto ai tamponi di queste ore abbiamo evidenze negative ma dall’altro abbiamo individuato 8 positività di cui 5 operatori sanitari e 3 pazienti all’ospedale di Codogno“. Questi casi si aggiungono ai sei già emersi questa mattina, portando il totale dei contagiati a 14. Lo annuncia l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera durante la conferenza stampa a Palazzo Lombardia, alla presenza del ministro della Sanità Roberto Speranza.

Nel pomeriggio arriva anche la conferma di due casi in Veneto. A dirlo il governatore della regione, Luca Zaia: “Le positività in Veneto ci sono, sono due cittadini di Vo Euganeo”


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BAR DEL CONTAGIO È A CASTIGLIONE D’ADDA, NON MILANO

E’ a Castiglione d’Adda e non a Codogno né a Milano il bar dove è avvenuto il contagio tra il 38enne residente a Codogno e l’amico manager rientrato dalla Cina. Lo riferisce oggi a Palazzo Lombardia, il sindaco di Castiglione d’Adda Costantino Pesatori, parlando con la stampa a Palazzo Lombardia, poco prima della conferenza stampa che segue il vertice di oggi pomeriggio tra il ministro Speranza e le autorità di regione Lombardia.

Pesatori riferisce che i contagati di Castiglione d’Adda sono 4 mentre gli altri due sono di Codogno, presumibilmente il 38enne e la moglie. I contagiati di Castiglione avrebbero circa 70 anni. Il sindaco riferisce inoltre che nel suo Comune “c’è preoccupazione”.

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ISOLATI 10 COMUNI DEL LODIGIANO: SCUOLE E NEGOZI CHIUSI

Isolati 10 Comuni limitrofi a Codogno, paese dove risiede il 38enne contagiato dal coronavirus, che al momento resta in terapia intensiva nell’ospedale di Codogno dove è stato ricoverato il 19 febbraio. A restare chiuse saranno scuole, negozi e luoghi di attività ludiche, resteranno invece aperte farmacie e negozi di alimentari.

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E’ quanto prevede l’ordinanza seguita al vertice di oggi pomeriggio a Palazzo Lombardia tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il capo della Protezione Civile e commissario per l’emergenza coronavirus Angelo Borrelli, il presidente lombardo Attilio Fontana, l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, e il prefetto di Lodi Marcello Cardona e il prefetto di Milano Renato Saccone.

Da quanto si apprende all’ospedale Sacco sono intanto ricoverati la moglie del 38enne, originario di Castiglione d’Adda e residente a Codogno, e l’amico con cui praticava sport, oltre al medico di famiglia che per primo ha visitato il 38enne. Se per quest’ultimo si attendono i risultati del tampone, per i primi due, la moglie e l’amico podista, i test sono positivi al coronavirus.

Si trova ricoverato al Sacco anche il presunto paziente zero rientrato dalla Cina, ovvero il manager che lavora in una società di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), che risulta tuttavia negativo al test del coronavirus. Starebbero arrivando al Sacco anche altri due compaesani presentano i sintomi.

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PRONTE STRUTTURE LOMBARDE, VERIFICHE ANCHE IN ALTRE REGIONI

“Strutture approntate e dedicate alla gestione dell’emergenza in Lombardia”. Lo dice il capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, durante la conferenza stampa a Palazzo Lombardia in seguito all’emergenza lombarda del Coronavirus.

Borrelli ringrazia il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e le forze armate “per la capacità di fare sistema e operare anche in contesti non militari“.

Il numero uno della Protezione civile assicura come si stiano individuando “strutture che possono essere utilizzate per la gestione anche nelle altre regioni“, e afferma che le “misure verranno attuate su base di tavolo di coordinamento a livello provinciale”.

2 CASI NEL PADOVANO, ZAIA RIUNISCE UNITÀ DI CRISI

“Le positività in Veneto ci sono, sono due cittadini di Vo Euganeo”. Lo conferma il governatore del Veneto Luca Zaia dall’Ulss 6 Euganea, dove ha riunito l’unità di crisi. “Adesso si decide di andare avanti con i tamponi anche per tutti i dipendenti dell’ospedale, anche perché i pazienti erano allo Schiavonia e uno dei due pazienti che è in condizioni critiche ci è rimasto una decina di giorni”, spiega Zaia.

“Ho già parlato personalmente con il sindaco di Vo Euganeo per avvisarlo, adesso si sta ricostruendo tutta la catena di relazioni sociali che hanno avuto, per capire innanzitutto questo contagio secondario da dove arriva”. In questo momento, continua il presidente della Regione, “la task force sta lavorando per cercare di definire il cordone sanitario da creare, ovviamente con la massima tutela per gli operatori della sanità che hanno avuto contatti diretti, la mia volontà è di fare il tampone a tutti”.

A stretto giro “il sindaco di Vo Euganeo farà la prima ordinanza, ci stiamo attrezzando e cercheremo di gestire ora dopo ora tutta questa vicenda che non va assolutamente presa sottogamba”, aggiunge Zaia ammettendo di essere molto preoccupato, “perché questo virus è un virus maledetto, assolutamente problematico e sorprende ora dopo ora”.

Ai cittadini, intanto, si raccomanda di “lavarsi frequentemente le mani, evitare luoghi affollati in ambienti confinati dove non c’è ricambio d’aria, mantenere distanze vitali di almeno un metro durante le discussioni con le altre persone. Bisogna avere prudenza”, conclude il governatore.

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