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Coronavirus, l’italiano rientrato dalla Cina forse non è il ‘caso zero’

I due uomini, accomunati da rapporti di lavoro oltre che di amicizia, si sono incontrati "5-6 volte dopo il rientro dalla Cina"

Pubblicato:21-02-2020 13:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:02

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MILANO – “Non abbiamo la certezza che l’uomo rientrato dalla Cina sia il caso zero” del contagio da coronavirus in Lombardia. Lo afferma l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, oggi in conferenza stampa a Palazzo Lombardia, in riferimento all’uomo di nazionalità italiana (non cinese come circolato questa mattina), risultato negativo al test del virus della polmonite virale partita dalla provincia cinesi di Wuhan, ma che, presumibilmente, seppur senza presentare i sintomi e senza essersi ammalato, “o forse ne è guarito” a fronte di difese immunitarie del proprio organismo, ha contagiato il 38enne di Castiglione d’Adda, che a sua volta ha ‘passato’ il virus alla moglie e a un parente stretto. Ora ricoverato in terapia intensiva, all’ospedale di Codogno, nel Lodigiano, il 38enne sarà “trasferito nelle prossime ore all’ospedale Sacco, insieme agli altri contagiati”. 

L’uomo, manager della Mae di Fiorenzuola d’Arda e considerato ad oggi il ‘paziente zero’, è risultato negativo al test per il coronavirus, ma nonostante questo “secondo il principio della massima precauzione- spiega la Regione Emilia-Romagna- sono in corso ulteriori ricerche per capire se può essere risultato infetto nei giorni passati“.

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Il 38enne lavora all’Unilever di Casalpusterlengo, e le sue condizioni sono definite “gravi”. I due uomini, accomunati da rapporti di lavoro oltre che di amicizia, si sono incontrati “5-6 volte dopo il rientro dalla Cina” del dipendente della Mae di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), riferisce Gallera, che, parla di incontri avvenuti “in un locale a Codogno”, e non a Milano come circolato questa mattina.

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Sono inoltre “149 le persone” che hanno avuto contatti con i contagiati, dice ancora Gallera, che, tornando all’episodio del 38enne del Lodigiano, dapprima rimandato a casa dal pronto soccorso di Codogno, precisamente il 18 febbraio, dove si è ripresentato il giorno seguente, e ricoverato “per stato febbrile e insufficienza respiratoria”, sottolinea, per ben due volte, che la moglie del 38enne ha riferito che il marito aveva incontrato l’amico rientrato dalla Cina, “solo dopo ripetute insistenze dei sanitari”. La donna, fra l’altro, è incinta.

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