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Pace, scuole, lavoro: le mille promesse delle elezioni in Congo

18 candidati presidenti sfidano l'uscente Felix Tshisekedi. Favorito proprio per le divisioni interne all'opposizione

Pubblicato:19-12-2023 11:21
Ultimo aggiornamento:20-12-2023 14:44
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(Foto credits Profilo X @DenisMukwege)

ROMA – Pace, lavoro, strade, scuole, dispensari medici: questi, secondo Radio Okapi, emittente delle Nazioni Unite, i temi al centro della campagna elettorale degli aspiranti presidenti della Repubblica democratica del Congo in vista del voto di mercoledì 20 dicembre.

FELIX TSHISEKEDI CERCA UN NUOVO MANDATO

In un servizio trasmesso dalla testata si riferisce che “tutti hanno promesso più o meno le stesse cose ai loro connazionali, che in due casi su tre vivono al di sotto della soglia di povertà nonostante le immense risorse geologiche del Paese”. Dopo il ritiro di sette candidati, a sfidare il presidente uscente Felix Tshisekedi sono 18 aspiranti capi di Stato. Alle urne possono recarsi circa 44 milioni di aventi diritto su una popolazione di quasi cento milioni. In gioco sia l’elezione del presidente che quelle dei deputati provinciali e nazionali. La campagna si è chiusa il 18 dicembre. Tshisekedi, eletto nel 2018 nonostante le accuse di brogli rivolte dall’oppositore Martin Fayulu, ritenuto uno degli sfidanti principali anche domani, ha tenuto un comizio nel quartiere di Ndjili, nella capitale Kinshasa. A concorrere per la massima carica pure Moise Katumbi, ex governatore della provincia mineraria del Katanga. L’unica donna candidata alla presidenza, Marie-Josée Ifoku, ha invece incontrato i suoi sostenitori a Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, nell’est del Paese dove si concentrano i giacimenti di cobalto, coltan e altri minerali e dove è più forte la minaccia di incursioni di gruppi ribelli.


UN NOBEL PER LA “PACE TOTALE”

Il tema dell’insicurezza ha caratterizzato la campagna del Denis Mukwege, dottore premio Nobel per la pace per l’impegno nell’assistenza sanitaria a donne vittime di violenze e abusi durante un conflitto che negli anni ha costretto milioni di persone a lasciare case e villaggi. La promessa del medico, con riferimento al Mouvement 23 mars (M23) e ad altre formazioni armate in lotta con l’esercito, che in qualche caso sarebbero sostenute da Paesi vicini come il Ruanda, è “una pace totale”.

Di nuovi rischi per l’est del Congo ha detto invece in settimana la responsabile della Monusco, la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite dispiegata nell’area. Sui social network Bintou Keita ha espresso in particolare “preoccupazione” per “discorsi d’odio” che potrebbero contribuire a “una escalation di violenza”. Secondo Radio Okapi, Tshisekedi, che ha 60 anni, è favorito dal fatto che “l’opposizione è frammentata e non è riuscita a mettersi d’accordo su un candidato comune”.

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