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Spacciavano la droga sequestrata, arrestati tre poliziotti a Siracusa

Davano anche informazioni alla criminalità

Pubblicato:18-10-2022 12:17
Ultimo aggiornamento:18-10-2022 12:17
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polizia
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PALERMO – La droga sequestrata dalla polizia a Siracusa finiva in gran parte nuovamente nelle piazze di spaccio. È quanto emerge dall’indagine della Dda di Catania che ha portato all’arresto di tre poliziotti. Il meccanismo messo in atto dai tre, finiti in arresto, sarebbe andato avanti dal 2011 al 2018. Due di loro sarebbero stati in rapporti con due esponenti di bande criminali dedite allo spaccio di droga, ai quali avrebbero venduto le sostanze sequestrate dalla stessa polizia.

IL MECCANISMO DELLA DROGA RIVENDUTA

La droga proveniente dai sequestri, secondo quanto ricostruito dai magistrati, veniva sottratta dopo le analisi di laboratorio sui campioni e prima del deposito presso l’ufficio Corpi di reato del tribunale di Siracusa. Al posto delle sostanze materiale di ogni genere: i mattoni di terracotta per simulare i panetti di hashish, mentre il mannitolo al posto della cocaina. Nel corso degli anni, inoltre, i poliziotti avrebbero garantito l’impunità ai loro sodali. Avrebbero, infatti, rivelato l’esistenza di indagini nei loro confronti da parte della Procura aretusea e della Dda di Catania. Agli spacciatori anche informazioni specifiche riguardanti intercettazioni, i luoghi nei quali scovare le microspie e i verbali dei collaboratori di giustizia.

“CORRUZIONE STABILE E DURATURA”

“Oltre ai proventi derivanti dalla fornitura di sostanze stupefacenti – spiegano dalla Dda di Catania -, gli indagati sarebbero stati tra loro legati anche da un rapporto corruttivo stabile e duraturo, ricevendo dai referenti della piazza di spaccio remunerazioni periodiche per le informazioni fornite e il sostegno garantito”. Le indagini – portate avanti dagli stessi colleghi della squadra mobile di Siracusa, dal Servizio centrale operativo della polizia e dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Catania – hanno portato alla luce anche “una notevole sproporzione” tra i redditi dichiarati da due dei tre poliziotti indagati e il loro tenore di vita.


LE MISURE CAUTELARI ESEGUITE

Le accuse per i tre poliziotti, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, oltre che di corruzione, peculato e falso in atto pubblico. Gli indagati avrebbero “contribuito a rifornire abitualmente” le piazze di spaccio. Il gip del tribunale etneo ha disposto una misura cautelare anche per un quarto indagato. Due dei tre agenti arrestati da polizia e guardia di finanza sarebbero stati vicini alla famiglia di uno dei maggiori esponenti di una piazza di spaccio aretusea, poi diventato collaboratore di giustizia. La Dda di Catania, che ha chiesto e ottenuto dal gip le misure cautelari, parla di “stretta vicinanza” dei due, che lavoravano all’Antidroga, “nel biennio 2019-2020”. Per due dei tre poliziotti, uno dei quali in pensione, il gip ha disposto il carcere mentre per un vice ispettore i domiciliari, così come per il quarto indagato, un 50enne di Noto considerato complice del traffico di droga messo in piedi.

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