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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 17 gennaio – mattino

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:17-01-2024 10:25
Ultimo aggiornamento:23-01-2024 10:29

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SAN MARINO – Il Consiglio Grande e Generale riparte in mattinata proseguendo dall’esame delle istanze d’Arengo: una è stata respinta, la n.23 ,“per la realizzazione di una rotatoria per la messa in sicurezza dell’incrocio fra via XXV Marzo e via Francesco Flora nel Castello di Domagnano”, con 16 voti contrari, 2 favorevoli e 2 astenuti. Tre invece le istanze approvate: la prima, la n.11 ,“per la dotazione di Gps per la localizzazione dei cani impiegati nelle unità cinofile da soccorso legalmente riconosciute e registrate presso il servizio di Protezione Civile nazionale” ha ottenuto 35 voti a favore e 2 non votanti. La seconda istanza, la n.30 , affinché siano eseguiti controlli più serrati sulle pratiche agricole adottate e siano effettuate analisi sui terreni e i prodotti con particolare riferimento all’uso di composti chimici”, malgrado l’orientamento contrario del governo, è stata approvata con 21 voti a favore e 15 contrari. Infine, l’ultima votazione della mattinata, relativa all’istanza n.13 “affinché sia regolamentato il settore informatico dell’Intelligenza Artificiale (AI)”, ha ottenuto l’unanimità con 25 voti a favore e nessuno contrario.

Nel pomeriggio i lavori proseguiranno concludendo l’esame delle istanze con l’ultima rimasta da esaminare, la n 33 per l’introduzione di norme che regolino l’utilizzo degli smartphone e dei social network da parte dei minori”.

Di seguito un estratto del dibattito della mattina, relativa alle istanze d’Arengo n.23 e n.30.


Comma 6. Istanze d’Arengo:

Istanza n. 23– per la realizzazione di una rotatoria per la messa in sicurezza dell’incrocio fra via XXV Marzo e via Francesco Flora nel Castello di Domagnano (Istanza d’Arengo n.23)/ Respinta con 16 voti contrari, 2 favorevoli e 2 astenuti.

Il Segretario di Stato per il Territorio Stefano Canti comunica l’orientamento contrario verso l’istanza in quanto superata dagli interventi avviati sulla Superstrada lo scorso dicembre. Il dibattito e gli interventi dei consiglieri si estendono al tema più generale della messa in sicurezza della superstrada e della necessità di eliminare gli attraversamenti pedonali.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: la proposta che il Segretario fa non è cattiva sotto profilo tecnico, spostare un po’ più a valle la rotatoria, come è stato fatto nei pressi della Serenella, è stato positivo ed è intervenuto sul grosso dei rischi che si correvano sulla Superstrada in quella specifica zona. Contemporaneamente, quella rotatoria costruita a Fiorina/Domagnano non è neanche una rotatoria, è un deviatore di strada e bisogna segnalare che è rischiosa raggiungerla a forte velocità, o magari intervenire facendo una rotatoria vera, che richieda la necessità di rallentamento. Ma non sono un tecnico e sottopongo il problema rilevato da tante persone. Bene l’idea quindi, un po’ male la progettazione. Sotto il profilo della sicurezza della Superstrada inviterei il Segretario a non ritenere definitivo l’intervento finora realizzato . Non è possibile poi fare attraversamenti pedonali sulla Superstrada, sono un pericolo mortale.

Emanuele Santi, Rete: Gli istanti chiedono una rotonda al bivio che porta a Torraccia e pongono la soluzione, credo che oggi istanza sia superata dal fatto che sono iniziati i lavori e il passaggio per volare a Torracia è stato chiuso e sostituito con la rotonda in fase di ultimazione alla Serenella. La rotonda Serenella è un po’ stretta, ma con le giuste cautele e qualche presidio in più è una soluzione per togliere un passaggio che in questi anni ha comportato seri incidenti e guai alla viabilità. L’Istanza è superata dalla soluzione trovata, ma condividiamo la ratio dell’istanza, c’è un problema di sicurezza e Morganti ha toccato un altro problema degli attraversamenti. Che piacciano o meno le rotonde danno una soluzione, i passaggi a raso meno ce ne sono, meglio è.

Michela Pelliccioni, Dml: Sono contenta che il lavoro di messa in sicurezza e soluzione al problema presentato dai cittadini sia stato già realizzato, un lavoro che sta andando avanti non solo in questo caso, ma in maniera coordinata. Nonostante si leggano qualche volta delle critiche, è indubbio si stia facendo un lavoro di messa in sicurezza della superstrada, soprattutto in quegli sblocchi pericolosi, che in passato hanno determinato incidenti anche mortali. E’ giusto e corretto creare una nuova cultura della sicurezza, nonostante qualcuno si lamenti perché deve fare qualche decina di metri in più. Il lavoro dovrà proseguire anche su altre attività, indubbio che ci sono delle strade dove purtroppo lo scorrimento è pericoloso per l’alta velocità di cui non rispetta i limiti, e si dovrà integrare con limitatori di velocità magari a ridosso delle fermate dell’autobus e a ridosso dell’attività commerciale. Non credo l’autovelox sia l’unica soluzione, dovrà continuare questo lavoro coordinato per mettere in sicurezza le strade sammarinesi.

Pasquale Valentini, Pdcs: Concordo che una soluzione, anche se non la ritengo esaustiva al 100%, è quella portata avanti, vorrei solo introdurre una ulteriore riflessione, il tema della viabilità e sicurezza della superstrada non può essere slegato dalle decisioni che riguardano il Prg. Penso al caso in questione, a fianco c’è la struttura ampia che è l’ex Simbol, se fosse in funzione, come sarebbe la situazione viabilità? Oppure, da Torraccia, parliamo di un aeroporto e l’unico sbocco che avremmo è di andare a finire in quel punto di superstrada. Bisognerà prenderci tempo per riflettere anche rispetto alla risposta alle istanze, il tema della viabilità sul territorio andrà affrontato.

Roberto Ciavatta, Rete: Sarebbe opportuno ripensare la rotonda, essendo gli spazi ridotti, in modo che sia più agevole il suo utilizzo sugli attraversamenti pedonali. Penso sia capitato a tutti vedere persone ferme al guardrail con i rischi connessi, sarebbe il caso di fare un ragionamento complessivo sulla circolazione sulla superstrada, sul fatto che ci possano essere sottopassaggi o ponti per farla attraversare e per salvaguardare la sicurezza dei pedoni . Gli attraversamenti sono situazioni di grande difficoltà e bisognerebbe trovare la strategia per promuovere l’educazione al rispetto della circolazione stradale.

Michele Muratori, Libera: Sulle rotonde si è innescato un dibattito a San Marino, visto che ne sono state create diverse, tra cui una molto impattante e noi come Libera abbiamo criticato quella di Tavolucci. Da parte mia sono favorevole alla rotonda all’ex incrocio a Domagnano, che era un incrocio drammatico effettivamente e la situazione andava risolta, Soddisfatto anche per la chiusura dell’attraversamento a raso all’incrocio di Torraccia. Non demonizzo la rotonda o le rotonde in generale, chiaro che la nostra Superstrada è nata come strada urbana a scorrimento veloce e, senza queste rotonde che rallentano l’andatura dell’automobilista, è una pista e qui si innesca tutto il discorso del piano regolatore degli anni ‘80-’90 che ha permesso la costruzione di palazzine con parcheggi raso-superstrada, non possiamo ora intervenire demolendo le costruzioni lungo la superstrada, ma dobbiamo cercare di renderla più sicura. Gli istanti chiedono una rotonda per risolvere la questione dell’incrocio di Torraccia e di fatto la richiesta è superata dalla chiusura del passaggio a raso. Ma vorrei ricordare che ci sono tanti altri attraversamenti a raso che vanno risolti. Il mio invito è di concentrarsi anche nella prossima legislatura sulla sicurezza stradale.

Istanza d’Arengo n.30- Affinché siano eseguiti controlli più serrati sulle pratiche agricole adottate e siano effettuate analisi sui terreni e i prodotti con particolare riferimento all’uso di composti chimici (Istanza d’Arengo n.30)/ Approvata con 21 voti favorevoli e 15 contrari 15.

Il Segretario di Stato per i Territorio, Stefano Canti, invita a respingere l’istanza motivando che le norme in vigore già prevedono i controlli richiesti dagli istanti, da parte in particolare dell’Ugraa. Si apre un lungo dibattito in cui i consiglieri intervenuti esprimono favore per la richiesta degli istanti e, in particolare, il dibattito si estende anche alla richiesta di valorizzazione e rilancio del progetto “San Marino Bio” per una produzione agricola sammarinese al 100% biologica.

Fernando Bindi, Rf: La lunga e positiva relazione letta dal Segretario- positiva, salvo che nelle conclusioni- ha illustrato l’istanza che ha due aspetti. Il primo è un’analisi molto onesta compiuta dai cittadini che chiedono si facciano controlli più serrati sulle pratiche agricole adottate, nonché analisi sui terreni e sui prodotti. Già questo dovrebbe consentire a dare una valutazione favorevole dell’istanza, perché non chiede la luna per esaminare un fenomeno che riguarda la nostra salute. Ringrazio anche peri il riferimento il Segretario, che è stato ricco di dati che dovrebbero esser usati per raggiungere l’obiettivo dell’istanza. Il problema di fondo è conciliare le esigenze di reddito con quelle della salute e del buon utilizzo dei nostri pochi spazi e di coloro che ancora lavorano nel settore agricolo con sacrifici, ma tutto questo deve avere una condizione di sicurezza che deriva dall’uso del terreno e di tutti gli elementi che contribuiscono alla produttività. Non vedo la ragione per cui il Segretario concluda con l’invito a respingere l’istanza che non è in contraddizione con quanto è nel suo riferimento, anzi lo rafforza.

Vladimiro Selva, Libera: L’istanza punta a vigilare sugli effetti delle pratiche agricole sulla salute dei cittadini. Il primo elemento è il rispetto delle norme, se dal punto di vista del controllo ci sono sforzi maggiori da fare, è evidente che sono da perseguire per far rispettare la legge che tutela da sostanze che possono nuocere ambiente e salute, come sostenuto dagli istanti. E’ vero che abbiamo un sistema di controlli che per un territorio piccolo come il nostro si auspica sia efficace. C’è un tema poi più generale. E’ vero che le nostre norme determinano limiti di utilizzo ed escludono l’uso di certi prodotti, ma noi avevamo un progetto, quello della “San Marino 100% bio”, che vorrebbe dire l’esclusione totale dal nostro territorio di questi prodotti e che aveva anche una sostenibilità economica. Non siamo in pianura padana, dove il territorio consente di puntare alla quantità, il futuro di una agricoltura sammarinese che si sostenga deve puntare alla particolarità dei prodotti e alla loro qualità sanitaria. Magari che abbiano rese minori, ma con pratiche più sostenibili. E malgrado gli incentivi messi in atto su questo fronte, i risultati non si sono. E’ uno dei settori che la Segreteria non ha portato avanti. Abbiamo un territorio limitato e possibilità di produrre quantità limitate, ma quando siamo in grado di produrre in qualità e di avere una filiera, e un interesse da parte dei visitatori e turisti, questo è il futuro della nostra agricoltura. Altrimenti lo Stato deve continuare a sostenere in modo sostanziale il reddito degli agricoltori. Noi sull’istanza voteremo a favore. E spero che il prossimo governo sia in grado di attuare il progetto “San Mario Bio”.

Alessandro Rossi, Gruppo misto: Ringrazio gli istanti per aver portato all’attenzione del Consiglio un argomento interessante e il Segretario per il suo riferimento, che ha dato un quadro di chiarezza. Ritengo di associarmi alle considerazioni di chi mi ha preceduto, ovvero alla luce del quadro dipinto, credo possa essere anche accolta l’istanza perché chiede semplicemente più controlli. Il quadro dipinto dal riferimento dà spunti interessanti, ma mancano due elementi concreti. In Italia l’acquisto di prodotti fitosanitari è sottoposto a dei requisiti, occorre avere un patentino che testimoni la conoscenza necessaria a usare quei prodotti, mentre a San Marino ancora no e viene solo tracciato l’acquisto semplicemente. E’ una lacuna che abbiamo rispetto alle normative europee. Altro spunto che si può prendere dall’istanza è quello di prevedere controlli anche su segnalazione, ovvero nel caso ci sia un rilievo da parte dei cittadini di determinate situazioni che possono derivare da un eccesso di certi trattamenti, ci potrebbe essere un protocollo che preveda l’intervento di Ugraa per monitorare l’uso corretto di tali prodotti.

Aida Maria Adele Selva, Pdcs: Le cose da chiarire sono tante, anche rispetto quanto ascoltato poco fa. La legge 208 del 2011 prevede, all’articolo 8, l’autorizzazione all’acquisto, il famoso ‘patentino’ che c’è in Italia. Quando è entrata in vigore, la legge ha dato il tempo necessario per avere questa autorizzazione, per poter consentire l’acquisto di questi prodotti a chi già li utilizzava. Questa autorizzazione ha validità di 5 anni rinnovabili a seguito della partecipazione a un corso predisposto da Ugraa. Qui si sta sempre parlando di operatori del settore come di chi non sa fare il proprio lavoro, ma le leggi e i fatti bisogna conoscerli prima di parlare.
E’ ovvio che è condivisibile quello che chiede l’istanza. Il Segretario propone però di respingerla perché le normative in vigore già prevedono le stesse cose. Ci sono i dati dei residui delle acque dal 2015 in poi e potete andare sul sito a vederli: non è mai stato rilevato il superamento dei limiti consentiti dalla legge di questi prodotti. Quello che conforta è che gli studi scientifici consentono di revisionare i principi attivi e da anni tanti principi attivi sono stati tolti dal mercato. Il Segretario lo ha detto, sono in commercio solo prodotti che rispondono dalle normative europee e i dati degli Uffici ci dicono che i residui non superano i limiti previsti nelle acque. E’ il mio settore, ed è anche molto specifico, prima di immettere un prodotto gli studi fatti sono molto attenti. E le leggi sono stringenti perché è ovvio che sono prodotti pericolosi. Molti lo sono. Però vi dico che ad oggi purtroppo l’agricoltura, senza quei prodotti, non si riesce a fare, nel mondo. Questo è il problema e l’agricoltura sammarinese ha risposto già da anni puntando alla qualità, togliendo Ogm e pratiche irrispettose dell’ambiente. Non dite ‘non puntate alla quantità’, lo sappiamo già da soli che non abbiamo neanche i terreni per farlo Non voglio difendere il settore perché sono di parte, dico le cose come stanno. La normativa è già in vigore e ci tutela, si può fare meglio, di più, e gli uffici fanno molto proprio perché siamo una micro realtà e i nostri pochi agricoltori sono controllati. Si parla di aiuti statali e agricoltori superprotetti a San Marino, ma il contributo per ettaro europeo è il doppio di quello che abbiamo noi. E perché il problema continuo nel mondo di questo settore è il ricambio generazionale se questo lavoro è così iperprotetto? Perché nessuno vuole più fare l’agricoltore? Si fa tanta demagogia.

Iro Belluzzi, Libera: Condivido le preoccupazioni degli istanti perché anche se vanno calibrate sul contesto del nostro Paese e dove parlano di marginalità dell’agricoltura è riferito per il Pil, ma è un’attività estremamente importate per la tutela del territorio e per la sua manutenzione. Non è paragonabile il rapporto del territorio nostro con quelli molti più grandi, come se pensassimo di essere autonomi per la produzione del grano. E’ importante a San Marino sostenere l’agricoltura, ma anche far sviluppare prodotti di nicchia che hanno remunerazione più grande, mi rifaccio a tutte le parole spese in Aula quando si parlava di coltivazione biologica. Siamo piccoli e possiamo verificar meglio che la bioagricoltura sia reale. Per cui sostegno a chi svolge questa attività, la politica deve indirizzare verso coltivazioni non controproducenti all’equilibrio della nostra terra.

Michela Pelliccioni, Dml: Ringrazio gli istanti perché l’argomento dà modo di fare anche spunti ulteriori. L’istanza è concentrata sui presidi da dare a prodotti e terreni e credo si debba partire dalla visione di territorio che San Marino si deve dare. E’ importante la salvaguardia del territorio e della biodiversità come evidenziato dagli istanti. E’ vero che ci sono controlli già esistenti, ma è anche vero, come evidenziano gli istanti, che ci si debba focalizzare anche sul controllo dei nostri terreni e il loro stato di salute. Credo non si dovrebbe solo parlare sull’impatti dei prodotti dell’agricoltura ma anche tenere presente che San Marino è un paese che ha visto negli ultimi 50-60 anni uno sviluppo industriale importante. E allora mi chiedo, rispetto allo stato di salute del territori e lo sviluppo industriale, c’è stata attenzione adeguata? Mi rivolgo anche allo smaltimento dei rifiuti industriali e alla salute del territorio rispetto a questo. Credo che l’istanza ci aiuti a fare dei ragionamenti e a porre attenzione sulla salvaguardia di territorio in modo più ampio.

Sara Conti, Rf: Ringrazio gli istanti per avere riportato l’attenzione dell’Aula su un tema specifico e che non conoscono tutti. Proprio per questo è importante perché, leggendola, ci siamo interrogati e interessati e ci siamo informati per capire le richieste e quale potesse essere la nostra risposta. Ringrazio anche Ugraa perché ha fornito una relazione dettagliata e chiara che il Segretario ha letto ed è certo che il lavoro fatto dai tecnici è importantissimo. Nessuno ha sostenuto che il settore agricoltura sia marginale per importanza, semmai lo è per una questione di spazi del territorio. La dimostrazione è che c’è comunque molta attenzione da parte dei governi a questo settore. Credo però questa istanza vada letta non come un’accusa al fatto che gli uffici preposti non svolgano bene i controlli, ma come volontà di proteggere la salute e la resa delle colture e dall’altro, di aumentare ancora di più la tutela della sostenibilità e la salute anche degli ecosistemi. Ci si chiede di porre ancora maggiore attenzione ai controlli sull’utilizzo di pesticidi in agricoltura e aumentare il numero di controlli e valutare di aumentare anche le sanzioni per chi non rispetta le leggi .

Adele Tonnini, Rete: Questo settore è davvero una specie protetta, perché rappresenta lo 0,01% del nostro Pil, con 57 aziende agricole a San Marino di cui 40 senza dipendenti. E il settore agricolo va valorizzato proprio perché non può soddisfare al fabbisogno interno e crediamo che gli aiuti e contributi elargiti debbano essere orientati soprattutto a chi fa una reale produzione biologica. Gli istanti in questa istanza denunciano una realtà che, secondo me, è la vera situazione. Io vivo in un’area agricola e nei campi attorno a me, nel corso degli anni, si verifica una progressiva mancanza di erbe spontanee, che non ci sono più per l’uso in coltivazione di prodotti chimici e ci sono diversi agricoltori che li utilizzano, anche senza le dovute precauzioni, come le mascherine. Quello che voglio cercare di far capire è che è un settore da valorizzare. La politica dovrebbe ripensare questo come settore di nicchia da valorizzare. Voterò favorevole all’istanza.

Elena Tonnini, Rete: Il Segretario Canti ha espresso una sorta di sensibilità verso il tema e ha portato una serie di elementi per dimostrare che come Segreteria sta andando nella direzione di favorire il biologico. Allora come mai non ha chiesto di approvare questa istanza? E spiace per l’intervento del consigliere Aida Selva che si sente di rappresentare il mondo dell’agricoltura in Aula, salvo poi dire che l’agricoltura senza prodotti chimici non si fa e questo la dice lunga su quelli che sono i veri indirizzi. E ogni volta che si dice qualcosa sull’agricoltura viene letto come attacco alla categoria, cosa che non emerge dall’istanza. I cittadini lamentano l’esigenza di maggiori controlli. Non dicono che non c’è nulla, sostengono che la legge prevede limiti e controlli, ma vedono sul territorio alcuni comportamenti non corretti e chiedono di rafforzare i controlli e portano i loro esempi. E ben lontano dall’attaccare l’intera categoria. E ci dicono che in agricoltura, come in altri settori, c’è chi si sente intoccabile. Per fortuna l’agricoltura non finisce con le posizione del consigliere Aida Selva e con la sua difesa a oltranza della categoria, ma il mondo dell’agricoltura locale si muove su direttrici che superano i metodi tradizionali, puntano alla sostenibilità dell’ambiente e danno attenzione agli insetti impollinatori. Voteremo a favore dell’istanza.

Giuseppe Maria Morganti, Libera: La relazione del Segretario aveva offerto uno spiraglio affinché l’istanza potesse essere accolta, è un’istanza che chiede qualche controllo in più per verificare un territorio più sano. Direi che sono considerazioni oggettive e possibili e non c’è nessuna volontà di bloccare il sistema agricolo il suo passaggio per un’agricoltura più sostenibile. Noi sosterremo l’istanza.

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