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ROMA – Una nuova azione artistica nella mattinata del 16 febbraio per richiamare l’attenzione sulla situazione della casa delle donne Lucha y Siesta. Dopo le dichiarazioni della Regione Lazio sullo stanziamento di fondi per salvaguardare il progetto e la risposta della sindaca Raggi sull’acquisto a sua volta dello stabile, le attiviste tornano a parlare direttamente alla cittadinanza. Il collettivo Lucha y Siesta, che da 12 anni gestisce le attività e l’accoglienza della casa delle donne nel quartiere Tuscolano di Roma, denuncia la grave situazione che si è venuta a creare all’interno dello stabile, a causa della precarietà che ormai da mesi caratterizza la vita delle sue ospiti. “Il 20 febbraio è previsto il distacco delle utenze alla Casa delle Donne Lucha y Siesta– spiegano le attiviste-. Questo significa nel concreto che le donne, le bambine e i bambini resteranno senza luce e acqua. Questo è il volere di Atac spa, con il sostegno del Comune di Roma, nell’ambito della procedura di Concordato per evitare il fallimento della municipalizzata più indebitata d’Italia. È evidente che affrontare la violenza di genere è meno impellente e vale sicuramente meno di una quota misera in un debito milionario, o forse la violenza sulle donne è solo un buon argomento elettorale. In questi ultimi due mesi le donne di Lucha y Siesta sono state sottoposte a una pressione continua. Insieme – le attiviste, le operatrici e le donne in uscita dalla violenza – resistono allo svuotamento della Casa e alla ‘ricollocazione’ di chi vive a Lucha nel caso in cui ciò comporti un danno nel percorso di autonomia e restano vicine alle donne per le quali, invece, il tempo di una nuova casa è maturo. Tutto ciò nonostante la Regione Lazio abbia avviato le procedure per partecipare all’asta e acquistare l’immobile, con l’obiettivo di salvaguardare l’esperienza e il progetto complessivo costruito in più di un decennio. Si delinea una strada possibile e più fertile del muro opposto dal Comune ma ancora senza certezze”.
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La reazione delle attiviste è, ancora una volta, all’insegna della creatività. Sul solco della tradizione popolare romana delle ‘pasquinate‘, le statue parlanti di Roma questa volta indossano le maschere da luchadoras e prendono parola per dire la loro al Comune e ad ATAC SPA.
C’è ‘na casa tra i palazzi
Dove nascono le donne,
Ndo’ rinasce chi c’è annata
Pe’ ‘na storia sfortunata,
E pe’ scrive nella vita
La parola: liberata.
Sta casetta io l’ho vista,
M’arifiata, è ‘na conquista.
Nun te crede che so’ tante
St’isoletta è assai importante.
I sorrisi che c’ho visto,
Cori grossi e sangue misto,
La speranza è merce rara,
L’ignoranza… è tanto amara.
Qui, l’amore de chi resta,
Nella casa Lucha y Siesta,
E’ un tesoro condiviso,
E’ ‘na musica, ‘na festa.
E te scrive ste rimette
Chi te dice de nun smette,
De sperare nell’affetto,
De difenne st’angoletto.
Roma è lupa e pure mamma,
T’accarezza o te se magna;
Poi decide tra le mura
De nun crede alla paura.
S’arza er vento der tormento,
E me lascia un po’ sgomento,
Che sta sindaca romana
Cha c’ha chiuso la fontana,
E’ ‘na pupa ceca e sorda;
Co’ la vita gioca a corda.
Ma je dico a sta signora,
Che chi “lotta e se riposa”,
Con la forza rimediata,
Sta a riscrive la puntata.
Semo umani sant’Iddio,
Nun scordamo la bellezza,
La natura c’ha insegnato,
Chi se piega nun se spezza.”
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