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L’ambasciatrice del Sudafrica: “Stop ai brevetti sui vaccini, la salute sia globale”

Nosipho Nausca-Jean Ngcaba, ambasciatrice sudafricana in Italia, parla della lotta al Covid-19 e degli effetti della guerra in Ucraina sulle economie del continente

Pubblicato:14-06-2022 14:25
Ultimo aggiornamento:14-06-2022 14:26

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ROMA – “È limitante e rischioso affidare a poche aziende la fornitura di beni pubblici globali come i vaccini contro il Covid-19 o altri che si dovessero rendere necessari in caso di future pandemie”: a sottolinearlo è Nosipho Nausca-Jean Ngcaba, ambasciatrice del Sudafrica in Italia, in un’intervista con l’agenzia Dire. Il riferimento è anche a una riunione ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto), in corso nella città svizzera di Ginevra. Sul tavolo la richiesta, promossa dal Sudafrica e dall’India sin dal 2020, sostenuta nel tempo poi da oltre cento Paesi ma tuttora bloccata dalla mancanza di un accordo all’unanimità, di sospendere i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini contro il nuovo coronavirus. L’orizzonte al quale guarda Ngcaba è quello della “copertura sanitaria globale“. Secondo l’ambasciatrice, “tutti gli aspetti della risposta alle pandemie, compresi i test e il monitoraggio genomico, sono essenziali per controllare la diffusione del virus, identificare le zone più a rischio e seguire l’emergere di nuove varianti”.

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Ngcaba evidenzia che per curare i malati di Covid-19 è fondamentale la disponibilità di ossigeno e che sia su questo fronte che su quello delle vaccinazioni l’Africa è in posizione di svantaggio. “Solo l’11 per cento o comunque meno del 15 per cento della popolazione del continente è completamente immunizzata“, dice l’ambasciatrice. “Per queste ragioni, il Sudafrica, insieme ad altri Stati africani, chiede ancora una deroga ai Trips, i diritti di proprietà intellettuale tutelati da un accordo in seno all’Omc”.


Secondo Ngcaba, la pandemia ha finito per favorire chiusure evidenziando le difficoltà di molti Paesi subsahariani. “Il nazionalismo dei vaccini ha messo in luce la vulnerabilità dell’Africa, che importa il 99% del suo fabbisogno di immunizzazione“, sottolinea l’ambasciatrice. “Da questa constatazione deriva la necessità di attirare i produttori per migliorare la sicurezza sanitaria e capitalizzare le opportunità economiche che ne potranno derivare”. Tra le richieste di Pretoria, sostenuta da una maggioranza assoluta dei Paesi membri dell’Onu, c’è anche un maggiore appoggio ad Act-Accelerator, un’iniziativa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). “Esiste per soddisfare lo scopo più vitale di tutti” sottolinea Ngcaba: “Salvare vite umane”.

Considerare appieno “l’importanza del dialogo e del negoziato come mezzo per risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina”: a chiederlo è l’ambasciatrice del Sudafrica in Italia, Nosipho Nausca-Jean Ngcaba, in un’intervista con l’agenzia Dire. Al centro del colloquio un’analisi delle ripercussioni internazionali della guerra, anche sul piano delle catene di approvvigionamento e della sicurezza alimentare. Secondo Ngcaba, la speranza è che l’export di grano, olio di girasoli e fertilizzanti attraverso il mar Nero possa progressivamente riprendere dopo l’incontro tra il presidente del Senegal e dell’Unione Africana Macky Sall con il capo di Stato russo Vladimir Putin e in vista di un suo colloquio anche con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky.

A preoccupare, in attesa di uno sblocco, sono le ricadute sociali degli aumenti dei prezzi dei cereali e dei prodotti alimentari in genere. “I capi di Stato e di governo africani”, sottolinea l’ambasciatrice, “hanno osservato con preoccupazione che questo conflitto continua a erodere i modesti progressi ottenuti dalle economie africane nel percorso della ripresa globale post-Covid e hanno incoraggiato la Russia e l’Ucraina a considerare l’importanza del dialogo e del negoziato”. Secondo Ngcaba, le guerre “hanno un impatto devastante sui mezzi di sussistenza, causano trasferimenti forzati di persone e amplificano l’insicurezza alimentare”. L’ambasciatrice continua: “Le interruzioni nei sistemi di approvvigionamento, come risultato della scarsità, contribuiscono anche a far lievitare i prezzi, che continuano a gravare sulle famiglie più vulnerabili”.

Ngcaba denuncia il rischio di un allontanamento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 dell’Onu. “La comunità globale è significativamente colpita dalla situazione di conflitto tra la Russia e l’Ucraina, poiché i cereali e il grano costituiscono più del 50 per cento delle esportazioni di prodotti alimentari sul mercato mondiale, e poi ci sono conseguenze su input chiave, come i fertilizzanti, destinati anche alla regione subsahariana”, sottolinea l’ambasciatrice. “In questo senso, l’Africa è più esposta”.

Nei mesi scorsi, dopo l’inizio dell’offensiva russa del 24 febbraio, il governo di Pretoria ha mantenuto una posizione di equilibrio. Il presidente Cyril Ramaphosa ha sottolineato che la guerra “avrebbe potuto essere evitata se la Nato avesse ascoltato gli allarmi allora dei suoi stessi leader e dirigenti che la sua espansione a est avrebbe portato non a meno bensì a più instabilità nella regione”. Allo stesso tempo, il capo di Stato ha ribadito che il Sudafrica “non può giustificare l’uso della forza e la violazione del diritto internazionale”. Un riferimento, questo, anzitutto all’offensiva ordinata da Mosca.

Più di recente, ricevendo a Pretoria il primo ministro tedesco Olaf Scholz, Ramaphosa ha detto che il conflitto in Ucraina sta colpendo anche gli “spettatori”, vale a dire Paesi non direttamente coinvolti nelle operazioni militari, in alcuni casi già svantaggiati e condizionati da problemi di povertà. Secondo il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), entro fine anno il numero delle persone affette da malnutrizione acuta potrebbe passare da 276 a 323 milioni.

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