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A Gaza almeno duecento i morti, uccise anche quattro donne in Libano

Il Sudafrica ha ritirato lo staff diplomatico da Israele. La ministra Pandor: "Sui palestinesi un sistema di apartheid che ricorda la nostra stessa storia"

Pubblicato:06-11-2023 14:52
Ultimo aggiornamento:07-11-2023 12:39
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gaza fosse comuni
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ROMA – Gli intensi bombardamenti aerei dell’esercito israeliano su Gaza della notte scorsa hanno causato almeno 200 morti, stando a quanto riferisce il ministero della Salute della Striscia, governata dal movimento politico-militare Hamas. Secondo le autorità, il bilancio potrebbe non essere completo, in quanto fa riferimento solo alle vittime di Gaza City e di alcune località nel nord dell’enclave palestinese. Ciò porta il bilancio delle vittime registrate dall’offensiva israeliana a sfiorare le 10mila persone. Le Nazioni Unite invece denunciano di aver perso ad oggi 88 membri del loro staff, un record “mai visto prima” per l’organizzazione, abitualmente impegnata in teatri di conflitto. La testata Middle East Eye cita la testimonianza di Ghassan Abu Sitta, medico britannico di origini palestinesi, secondo cui all’ospedale Al-Shifa da stamani sono arrivati i corpi di 500 vittime trasportate dal campo profughi di Al-Shati, che si trova sulla costa. Fonti dal terreno rilanciate dalla stampa internazionale riferiscono di cadaveri ammassati lungo le strade, mentre i soccorritori continuano a scavare tra le macerie degli edifici distrutti, anche a mani nude, alla ricerca dei sopravvissuti.

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Vittime si contano però anche fuori dalla Striscia: il ministro della Sanità dell’Autoritàa nazionale palestinese ha denunciato l’uccisione da parte dei militari israeliani di due civili palestinesi, uno a Hebron e l’altro a Gerusalemme Est. La polizia israeliana ha confermato l’uccisione di un ragazzo palestinese di 16 anni a Gerusalemme Est, spiegando che l’adolescente avrebbe aggredito con un coltello due agenti, uno dei quali ha riportato ferite. Nel sud del Libano invece un raid israeliano nella serata di ieri contro i miliziani del gruppo armato Hezbollah è costato la vita a quattro donne: secondo i media locali si tratta della sorella del giornalista radiofonico Samir Ayoub e delle tre nipotine di 10, 12 e 14 anni, colpite mentre viaggiavano in auto tra le località di Ainata e Aitaroun.

Il primo ministro libanese Najib Mikati ha parlato di “crimine orribile compiuto da israele” e riferito che a colpire l’auto è stato un drone armato. Il governo di Beirut, che non è coinvolto nelle azioni di Hezbollah, ha fatto sapere che intende portare la questione delle incursioni militari di Tel Aviv nel proprio territorio al Consiglio di sicurezza di quest’oggi. Intanto il ministro degli esteri della Cisgiordania, Mohammed Shtayyeh, ha denunciato che Gaza è diventata “una valle di sangue” e fatto appello alla comunità internazionale affinché “fermi il governo israeliano” dopo che stamani, ha continuato Shtayyeh, “il ministro israeliano Khila Eiland ha detto che è necessario creare una crisi umanitaria a Gaza in modo che diventi inabitabile per la vita umana”. Sul piano diplomatico, il segretario di Stato Antony Blinken è stato oggi ad Ankara per incontrare l’omologo turco Hakan Fidan, dopo che la Turchia ha rotto le relazioni diplomatiche col governo di Tel Aviv, richiamando lo scorso fine settimana il proprio ambasciatore. Nel colloquio, Fidan ha ribadito l’appello per il cessate il fuoco e un mutuo scambio tra gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.

 GAZA, LA COMMISSIONE UE STANZIA 25 MLN PER GLI AIUTI

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato un nuovo pacchetto da 25 milioni di euro di aiuti umanitari per la popolazione nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato durante la conferenza annuale degli ambasciatori dell’Unione europea, che si sta tenendo in questi giorni a Bruxelles. Come si apprende in una nota, questo nuovo pacchetto rientra nel programma di aiuti di 100 milioni di euro totali. Durante il suo discorso, la presidente della Commissione Ue ha anche definito altre strade per poter risolvere il conflitto, come rafforzare le capacità logistiche di Rafah, attualmente l’unica breccia aperta per far passare gli aiuti, e aprire un nuovo corridoio marittimo passando per Cipro. La Commissione conferma che continuano anche le discussioni con Israele, Egitto e le Nazioni unite al fine di garantire l’ingresso dei convogli dentro la Striscia e aumentarne il volume.

GAZA, IL SUDAFRICA RITIRA LO STAFF DIPLOMATICO DA ISRAELE

Il governo del Sudafrica ha richiamato il proprio ambasciatore da Israele in reazione all’offensiva che Tel Aviv sta conducendo sulla Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il ministro dell’Ufficio del presidente Khumbudzo Ntshavheni, spiegando che tutto il personale diplomatico sudafricano a Tel Aviv è stato invitato a tornare a Pretoria “per consultazioni”. Lo stesso hanno già fatto Turchia, Giordania, Bahrein, Honduras, Colombia, Cile e Bolivia. Quest’ultimo ha inoltre rotto definitivamente le relazioni.
In conferenza stampa Ntshavheni ha inoltre aggiunto, stando a quanto riporta News 24, che “la presenza dell’ambasciatore israeliano in Sudafrica, Eliav Belotsercovsky, sta diventando insostenibile”. I media locali riferiscono inoltre che quest’oggi il ministro degli Esteri Naledi Pandor, parlando al termine di un bilaterale con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba, ha detto: “Siamo estremamente preoccupati per la continua uccisione di bambini e civili innocenti nei territori palestinesi e crediamo che la natura della risposta di Israele sia diventata quella di una punizione collettiva”. Pandor ha aggiunto: “La carneficina e l’insensata distruzione delle proprietà, così come il dolore e le sofferenze indicibili di tutte le parti, dovrebbero essere condannate senza riserve”. Tali eventi, ha aggiunto la ministra secondo la South Africa Government News Agnecy, ricordano al Sudafrica le sofferenze subite durante il sistema di apartheid. Per questo “Riteniamo importante segnalare la nostra preoccupazione tornando a invocare una cessazione globale delle ostilità nell’enclave e la distribuzione immediata di aiuti umanitari” nonché sforzi “per una coesistenza pacifica tra Israele e Palestina. Come ha affermato il presidente Mandela, che la lotta del Sud Africa non sarà completa se il popolo palestinese non sarà libero”.

Quanto al conflitto in corso in Ucraina, il capo della Diplomazia ha assicurato a Kuleba – il primo ministro degli Esteri di Kiev a tornare dal 1998 – che il governo del Presidente Cyril Ramaphosa è al lavoro per “capire come dare slancio all’Iniziativa per la pace in Africa rispetto a questa guerra”. “Come continente, continuiamo a insistere sulla necessità di creare la pace e costruire una cultura di pacifica risoluzione dei conflitti e delle dispute” fondata “sull’importanza della diplomazia”. Da tempo il Sudafrica mantiene posizioni fortemente critiche nei confronti del governo israeliano rispetto alla questione palestinese. La ministra Pandor a luglio 2022 ha pubblicamente accusato il governo di Israele di “imporre un sistema di apartheid sui palestinesi”, che secondo la rappresentante del governo “ricorda a molti sudafricani la nostra stessa storia di oppressione e segregazione razziale”. Parole, queste che hanno causato uno scontro con il capo dei rabbini sudafricani, Warren Goldstein, il quale ha definito il discorso della ministra “ripugnante”.

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