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Business forum a Mogadiscio, Giordano (Aics): “Italia c’è”

"Sono state rappresentate oltre 20 aziende e c'è stata una richiesta di partecipazione da parte somala che ha superato le 300 unità"

Pubblicato:13-12-2019 10:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:45

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ROMA – Un successo che dimostra la volontà degli italiani e dei somali di riannodare i fili di una tradizione di rapporti importante, in un contesto pure segnato ancora dall’insicurezza: così Guglielmo Giordano, responsabile dell’ufficio di Mogadiscio dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), su un “business forum” appena concluso. Il giudizio, con gli auspici di rilancio delle relazioni tra Italia e Somalia, è stato espresso nel corso di ‘Africa oggi’, rubrica curata su ‘Radio Radicale’ dalla giornalista Shukri Said. Al centro dei lavori, martedì e , in una due giorni finanziata da Aics e curata da Unido-Itpo Italy, le prospettive dello “sviluppo agro-tecnologico”.

“Sono state rappresentate oltre 20 aziende e c’è stata una richiesta di partecipazione da parte somala che ha superato le 300 unità” dice Giordano. “E’ stato un grande successo, che dimostra la volontà sia degli italiani che dei somali di riannodare una lunga tradizione”. Il forum ha riguardato in particolare i settori della pesca, dell’agricoltura, dell’irrigazione, delle energie rinnovabili e dell’edilizia popolare. “Social houses – sottolinea Giordano – vuol dire dotare di alloggi decenti gli sfollati e chi torna in Somalia dopo anni”. La due giorni ha coinvolto realtà italiane come Bonelli Erede, Cnh Industrial, Tropical Food Machinery, Dest Italia, Scova Impianti, Righel Consultancy & Trading, Cme, Ascot Industrial, Macfrut e Federpesca. “C’è stata – riprende Giordano – una forte presenza di aziende del triangolo del Nord-est, con Emilia-Romagna e Lombardia in evidenza, e realtà di grosso calibro ad esempio nell’ambito della meccanizzazione agricola”.

Su ‘Radio Radicale’ anche un riferimento alla situazione della sicurezza, precaria nonostante i progressi degli ultimi anni, con un attentato rivendicato dal gruppo armato Al Shaabab che ha colpito Mogadiscio proprio martedì. Secondo il responsabile di Aics, “chi si occupa di sviluppo oggi cerca di fare il possibile ma l’azione terroristica disturba la ricostruzione della Somalia”. Uno dei nodi sarebbe il fatto che intere regioni sfuggono al controllo del governo di Mogadiscio. “In alcune aree dove la popolazione resta sottoposta alle violenze e ai soprusi di Al Shaabab si potrà intervenire solo a liberazione avvenuta” sottolinea Giordano. Convinto che il forum di Mogadiscio, però, un segnale lo abbia mandato: “Da parte somala si è capito che l’Italia c’è e che può dare molto”.


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