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La blogger italo-somala Shukri Said: “Con Al-Shabaab ora bisogna trattare”

L'analisi dopo l'assalto dei ribelli a un hotel di Mogadiscio nello stesso quartiere del palazzo presidenziale

Pubblicato:01-12-2022 13:25
Ultimo aggiornamento:01-12-2022 13:25

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(Foto credits Garowe Online)

ROMA – “Basta cittadini somali che si uccidono tra loro, con Al-Shabaab bisogna trattare”: è l’appello di Shukri Said, blogger italiana originaria di Mogadiscio, intervistata dall’agenzia Dire dopo l’assalto di un commando del gruppo ribelle a un hotel nel cuore della capitale.
Gli scontri a fuoco con militari e agenti delle forze di sicurezza sono durati ore. Secondo un bilancio diffuso da un portavoce della polizia, Sadik Dodishe, i morti sono stati almeno 14, otto dei quali civili.

NEL QUARTIERE DEL PALAZZO PRESIDENZIALE

A essere preso di mira è stato il Villa Rays, un albergo situato nei pressi del palazzo della presidenza somala e frequentato quotidianamente da dirigenti e funzionari di governo. Secondo le informazioni disponibili, durante l’agguato è stato ferito Mohamed Ahmed Dodishe, ministro per la Sicurezza. Un altro ministro, titolare per l’Ambiente, Adam Aw Hirsi, ha confermato che si trovava nell’hotel e che si è però salvato.
Secondo Said, l’attentato è stato condotto sulla base di informazioni riservate, che confermano l’ipotesi di infiltrazioni di Al-Shabaab fin nel cuore delle istituzioni. “Il ministro della Sicurezza aveva comunicato la decisione di fermarsi per la cena solo ai suoi collaboratori ma la notizia sembra essere arrivata fino ad Al-Shabaab” sottolinea la blogger. Convinta che la capacità del gruppo ribelle di penetrare i circoli governativi potrebbe essere stata rafforzata ulteriormente quest’anno dalla nomina come ministro per gli Affari religiosi di Sheikh Mukhtar Robow, un ex portavoce del gruppo ribelle, già detenuto con l’accusa di terrorismo.


TRE CHECK POINT

“A insospettire sono le modalità dell’attentato” riprende Said. “Per arrivare all’albergo bisogna superare tre check point che sono gestiti da agenti della National Intelligence Security Agency: non dovrebbe essere fatta passare nessuna arma e invece le cose sono andate come sono andate”.
L’appello a una trattativa è in contrasto con la linea scelta dal presidente Hassan Sheikh Mohamud, eletto alla guida della Somalia nel maggio scorso. Il capo di Stato ha annunciato “guerra totale” nei confronti di Al-Shabaab, puntando parallelamente sulla distribuzione di armi a clan e comunità locali. Un errore, secondo Said: “Il governo è sembrato inseguire l’iniziativa di alcune comunità invece di dettare la propria linea sulla base di un progetto preordinato e di una programmazione strategica”.

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