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Tg Ambiente, edizione del 12 dicembre 2023

Si parla di caldo record, tutela montagna e dissesto idrogeologico

Pubblicato:12-12-2023 15:46
Ultimo aggiornamento:12-12-2023 15:46
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CLIMA, 2023 ANNO RECORD NEGATIVO PER MONTAGNA

Il caldo torrido, che ha reso il 2023 l’anno più caldo di sempre; lo zero termico, mai così alto sulle Alpi, arrivato a quota 5.398 metri; l’aumento degli eventi meteorologici estremi in tutte le regioni dell’arco alpino (Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia). Fra questi ultimi, ben 144 sono quelli registrati dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente nei primi dieci mesi del 2023 (contro gli 8 del 2010 e i 97 del 2022). Un bilancio che, dal 2010 al 2022, sale a ben 632 eventi estremi (escluse le mareggiate) con 3 regioni – Lombardia, Piemonte e Veneto – tra le più colpite. Tra le province più in sofferenza: quella di Milano, Genova, Torino, Varese, Cuneo, e Trento. Montagna e ghiacciai alpini sono dunque sempre più sotto scacco della crisi climatica, in un anno, il 2023, segnato da record negativi per l’alta quota. A mettere in fila dati e numeri è Legambiente che, insieme al Comitato Glaciologico italiano, presenta in occasione della Giornata internazionale della montagna 2023 il IV report finale ‘Carovana dei ghiacciai 2023’. Ghiacciai, osservati speciali: se da una parte la crisi climatica avanza in modo impulsivo, l’altra faccia della medaglia è quella di una montagna che cambia lentamente volto e profilo diventando sempre più fragile. Infatti nel 2023 continua sull’arco alpino il regresso dei ghiacciai, anche se con arretramenti frontali minori rispetto al 2022, grazie anche alle consistenti precipitazioni di neve di maggio.

CAI, DIFENDERE TERRE ALTE, ANCHE CON CITIZEN SCIENCE

Le montagne ricoprono circa il 27% della superficie terrestre e ospitano circa la metà degli hotspot di biodiversità del mondo, fornendo acqua dolce a circa la metà dell’umanità. Scrigni di biodiversità animale e vegetale, sono inoltre luoghi di multiculturalità dove convivono comunità con lingue e tradizioni diverse. Lo ricorda il CAI – Club Alpino Italiano in occasione della Giornata Internazionale della Montagna 2023. Gli effetti del cambiamento climatico minacciano da tempo l’ambiente montano, che è particolarmente fragile, avverte il CAI. Crisi idrica e rapido aumento delle temperature costringono anche chi abita queste aree ad adattarsi o a migrare. La Giornata della Montagna quindi un’opportunità per aumentare la consapevolezza sull’importanza degli ecosistemi montani, anche con il coinvolgimento dei cittadini. Il 101° Congresso del CAI ha infatti riservato una particolare attenzione al tema del ripristino degli ecosistemi montani, in particolare per quanto riguarda le modalità attraverso le quali chi frequenta le montagne può dare il proprio contributo per mitigare le conseguenze della crisi climatica e di attività umane. A questo proposito il CAI ritiene che, oltre a vivere la montagna in sicurezza e nel rispetto ambientale, il coinvolgimento delle persone nella raccolta di dati scientifici relativi all’ambiente – la ‘Citizen Science’ o scienza partecipata – sia uno strumento utile per migliorare la consapevolezza sull’importanza della conservazione della biodiversità e del ripristino degli ecosistemi dei territori montani e delle aree protette.

RICOSTRUZIONE CENTRO ITALIA COME MODELLO A COP28 DUBAI

Non basta ricostruire il Centro Italia colpito dal terremoto, si deve riparare e rilanciare. Per riuscirci va affrontata una criticità che preesisteva al sisma, la mancanza di opportunità sul territorio che porta allo spopolamento. Un’azione che incrociata a quelle per la decarbonizzazione e l’adattamento alle conseguenze dell’emergenza climatica in atto, crea un approccio tutto italiano basato sulla tutela delle comunità umane in una relazione armonica con l’ambiente, anche nell’ottica di una sua manutenzione che va ben oltre la mera tutela. Questo il modello di sostenibilità tutto italiano al centro di un evento alla COP28 di Dubai. Il modello di ricostruzione dei territori tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, dunque, come best practice che risponde alla sfida dello sviluppo sostenibile nei territori dell’Appennino centrale, mentre sono già evidenti i segni dei cambiamenti climatici in atto. “Dopo tante false partenze ora invece stiamo finalmente realizzando un cambio di passo”, spiega il commissario straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli. “Abbiamo sviluppato una strategia per il rilancio economico e sociale delle aree colpite dal sisma”, sottolinea, “perché interpreto il ruolo di commissario alla ricostruzione ma anche alla riparazione: è necessario sviluppare un’azione positiva perché quei luoghi una volta ricostruiti non restino vuoti”.


CLIMA, ACCADEMIA AGRICOLTURA: SERVE TESTO UNICO, AL DI SOPRA DI TUTTO

Un testo unico, che sia “al di sopra di tutto”, contro gli effetti del cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico, a tutela dell’ambiente e del territorio montano. A lanciare la proposta da Bologna è Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia nazionale di Agricoltura, in occasione di un convegno dedicato al risanamento del territorio nel centenario della legge forestale di Arrigo Serpieri. Nel corso dell’evento, l’associazione dei consorzi di bonifica ha rilanciato l’idea di realizzare 10.000 invasi di medie e piccole dimensioni entro il 2030. Il generale Nazario Palmieri, comandante dei Carabinieri forestali, ha invece indicato la necessità di un Piano straordinario di manutenzione dei boschi a livello nazionale.

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