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Al voto contro l’Iran nella Commissione Onu per le donne

Attesa per mercoledì la decisione sulla bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti

Pubblicato:12-12-2022 17:08
Ultimo aggiornamento:12-12-2022 17:08
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(Foto credits Federazione italiana per i diritti umani)

ROMA – Onu al voto mercoledì per decidere su una possibile espulsione dell’Iran da una commissione che ha il compito specifico di promuovere lo status e il rispetto delle donne nel mondo.

IL VOTO AL CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE

A ricostruire la vicenda che porterà alla scelta è anche la Federazione italiana per i diritti umani (Fidu). A esprimersi potranno essere i 54 membri del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc).
L’Iran ha da poco iniziato il suo mandato quadriennale in tale Commissione, costituita da 45 membri, che ha come obiettivo quello di promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile.


LA LINEA AMERICANA

La bozza di risoluzione, proposta dagli Stati Uniti, denuncia le politiche della Repubblica islamica come in conflitto con i diritti umani e i diritti delle donne, e quindi con la missione della Commissione sullo Status delle donne, ostacolandone il lavoro.

In una nota di Fidu si legge: “In vista del voto di mercoledì e alla luce degli atroci crimini di cui si sta macchiando il governo iraniano per contenere le proteste, la Fidu chiede ai membri del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite di votare per rimuovere l’Iran da una posizione che mina la credibilità dell’intero organismo dell’Onu e ne impedisce il raggiungimento della sua missione principale”.

IL CASO MAJIDREZA RAHNAVARD

Eleonora Mongelli, vicepresidente della Fidu, ha denunciato una nuova condanna a morte di un giovane manifestante. “Majidreza Rahnavard è stato impiccato in pubblico dopo l’arresto avvenuto solo 23 giorni fa” ha sottolineato l’attivista. “Si tratta del secondo manifestante ad essere giustiziato in cinque giorni. La sistematica violazione dei diritti umani in Iran, in particolare nei confronti di donne, minoranze e minori, è una seria minaccia al lavoro di una Commissione che dovrebbe dare forma a standard globali sull’uguaglianza di genere”.

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