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Fotomodelli per caso, a Cotignola chi vuole provare può

Stanze di Palazzo Sforza diventano sale di posa per "Un quasi censimento"

Pubblicato:12-08-2022 16:06
Ultimo aggiornamento:12-08-2022 16:06

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(Credit: fotoritratti di Daniele Casadio)

BOLOGNA – A partire dalla seconda metà di agosto il fotografo ravennate Daniele Casadio tornerà a Cotignola con un progetto che prende la forma di una residenza: due stanze del piano terra di Palazzo Sforza si trasformeranno in sale di posa di tutto punto, “adibite nelle loro varie parti al ritratto e a sperimentazioni immaginifiche”, come spiega l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. E così, “chiunque potrà entrare dentro le sale di posa e lasciarsi incuriosire e catturare dall’occhio del fotografo“.

L’intenzione primaria di Daniele Casadio è di ripartire dalle immagini realizzate nel 2011, anno del suo secondo e ultimo periodo di permanenza a Cotignola, e realizzare nuovi scatti delle famiglie locali e di tutti coloro che vi gravitano attorno. Il titolo del progetto è infatti “Un quasi censimento”, e l’idea è appunto quella di creare una sorta di “censimento antico”, un tentativo di “rintracciare alberi genealogici sconnessi e sgangherati, ibridazioni e qualche memoria”. Ci saranno ospiti che lavoreranno fianco a fianco con Casadio: allievi, colleghi, professionisti; tra loro il cotignolese Stefano Tedioli, Vincenzo Pioggia, Andrea Pezzi e Lorenzo Pasini, che si cimenterà nel reportage di tutta l’esperienza.


L’occupazione ‘gentile’ del fotografo continuerà fino al 30 settembre, per poi concludersi in una prima esperienza espositiva nelle sale stesse di Palazzo Sforza, in occasione della Sagra del vino tipico romagnolo, in programma dal 6 al 9 ottobre. Il progetto è frutto della collaborazione tra il Comune di Cotignola e l’associazione Primola, con la direzione artistica di Arianna Zama.

PALAZZO SFORZA

Palazzo Sforza era una nobile abitazione con dipendenze affiancate e disposte nelle immediate vicinanze. Dopo un intervento di recupero nel 1894-1897 fu dichiarato Monumento Nazionale per l’Arte e la Storia, ma ciò non valse a risparmiarlo dalla distruzione provocata dai bombardamenti del 1944 e 1945. Il palazzo -come riporta la storia sul sito del museo Varoli che vi è ospitato, fu sventrato, il tetto e i piani crollarono completamente, rimasero solo alcune parti dei muri perimetrali.

L’edificio fu poi ricostruito nel 1961, su progetto dell’architetto Carlo Visani di Lugo, nel rispetto delle forme originali, con gli archi gotici e le finiture in cotto che un tempo lo caratterizzavano.
Attualmente le sale al piano terra sono adibite a mostre temporanee, al primo piano sono allestite la sezione dedicata a Luigi Varoli e la Sala Archeologica, al secondo piano, di recente apertura, la sezione dedicata ai Giusti cotignolesi.

La tipologia delle collezioni del Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola, nate e costituitesi intorno alla donazione Anna Cortesi Varoli, cuore pulsante delle raccolte, si snoda attraverso più sedi, sezioni e un’esposizione fatta di differenti percorsi, intrecci e ramificazioni che rispondono allo sguardo curioso e mobile che ha caratterizzato vita e opere dell’artista cotignolese Luigi Varoli (1889-1958) che fu disegnatore, pittore, scultore (terracotta cartapesta legno ferro), musicista, maestro per adulti e bambini, conservatore e collezionista, raccoglitore di piccole mirabilia e chincaglierie, uomo “Giusto”.

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