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Sui treni tra botte, spintoni e sassate. Il capotreno: “Siamo soli contro i barbari”

Ottavio Fasano, capotreno di Trenitalia Tper a Bologna, commenta i recenti fatti di violenza che hanno visto come vittime gli operatori dei trasporti. E promuove la sperimentazione delle body-cam per il personale

Pubblicato:12-08-2022 13:19
Ultimo aggiornamento:12-08-2022 13:19
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BOLOGNA – “Sì, siamo noi contro tutti”. Ottavio Fasano, capotreno di Trenitalia Tper a Bologna, racconta la vita di tutti i giorni sui treni regionali. Perché il caso di Poggio Rusco è solo l’ultimo di una lunga serie. Qualche settimana fa un balordo, per vendicarsi di una multa presa per il viaggio senza biglietto, ha sfondato il parabrezza della cabina di guida dove Fasano si trovava insieme al macchinista con una pietra presa dalla massicciata.

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Ma il ferroviere racconta anche le disavventure capitate ad altri negli ultimi tempi, come quella del collega buttato giù dal piano superiore di un treno Rock, e poi picchiato, solo per aver chiesto ad viaggiatore di mettere la mascherina (in teoria obbligatoria). “Il problema è ancora più sentito nelle ore notturne, quando la Polfer e le altre forze dell’ordine sono meno presenti”, racconta il capotreno preso a sassate sulla Parma-Suzzara durante la trasmissione “Effetto estate” su Radio 24. “Occorrerebbe creare una maggiore sinergia tra il personale viaggiante e la Polfer e anche aumentare notevolmente l’ausilio della protezione aziendale sui treni segnalati dal personale”.


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Bene però la body-cam, la novità che Trenitalia Tper introdurrà in via sperimentale da fine anno: “Potrebbe essere un deterrente per questi barbari, che si approfittano in particolare delle colleghe donne che hanno meno forza fisica per contrastarli”. Barbari che sono “spesso sotto l’effetto di alcol e stupefacenti“, sottolinea il capotreno, che chiede anche il Daspo per chi aggredisce (“Venga segnalato e non possa accedere ai treni per un certo tempo, altrimenti la cosa diventa pericolosa”) e limitazioni degli accessi in stazione a chi ha il biglietto.

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Concorda Maria Teresa De Benedictis, segreteria nazionale Filt-Cgil: “Ci deve essere una protezione degli accessi alle stazioni, ma la cosa non è di facile attuazione”, dice, sempre durante la trasmissione di ieri sera su Radio 24. “Servono risolse finanziarie, ma soprattutto umane. Siamo in periodo in cui le aziende di trasporto fanno fatica a trovare autisti per condurre mezzi, figuriamoci i controllori“. L’unica arma in mano ai sindacati sono allora gli scioperi “istantanei”.

“C’è la necessità che le aziende facciano di più rispetto agli organici, individuando squadre a bordo dei mezzi che supportino controllori e capotreni”, dice De Benedictis. “Gli operatori dei trasporti dopo quelli sanitari sono i più colpiti dalle aggressioni – ricorda ancora la sindacalista -, tanto che è diventata una emergenza sociale. Assistiamo quotidianamente ad aggressioni al personale”.

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