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Uganda e Zimbabwe vanno alla conquista dello Spazio

Satelliti in orbita grazie ai ricercatori africani, alla cooperazione giapponese e a un cosmodromo Nasa

Pubblicato:11-11-2022 15:02
Ultimo aggiornamento:11-11-2022 18:57

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ROMA – “Missione compiuta, è andato tutto alla perfezione” scrive all’agenzia Dire Bonny Omara, uno dei ricercatori che hanno lavorato al lancio in orbita del primo satellite ugandese.

SCATOLE DI METALLO

L’apparecchio, una scatola metallica di un volume di un decimetro cubo e un peso di poco superiore al chilogrammo, è partito questa settimana dal cosmodromo della Nasa nell’isola di Wallops, a largo dello Stato americano della Virginia, diretto verso la Stazione spaziale internazionale.

Si chiama Pearl AfricaSat-1 ed è equipaggiato con fotocamere multispettrali e sensori remoti ad alta precisione che permetteranno di monitorare la produttività agricola, l’uso di pesticidi e la diffusione di stormi di locuste o malattie delle piante. Allo stesso tempo, il satellite dovrà garantire una capacità di previsione meteorologica indispensabile per ridurre l’impatto di alluvioni o frane.

COOPERAZIONE NIPPONICA

Il progetto è frutto di un progetto di cooperazione internazionale. Trentacinque anni, dopo una laurea e un master in Uganda in Scienze computazionali e Sistemi informativi, Omara ha studiato progettazione, tecnologie e testing satellitari insieme con i connazionali Edgar Mujuni e Derrick Tebusweke presso il Kyushu Institute of Technology, in Giappone. E la messa a punto del satellite è parte di Bird, un programma che mira a favorire l’accesso dei Paesi più svantaggiati alla ricerca spaziale. Tra i beneficiari figura lo Zimbabwe, che pure ha lanciato un suo primo satellite insieme con l’Uganda.

PROSPETTIVA AFRICANA

Sulle nuove prospettive si sono espressi sia ricercatori che rappresentanti istituzionali. Secondo Monica Musenero, ministra dell’Uganda per la Scienza, la tecnologia e l’innovazione citata da The East African, l’industria spaziale dovrà “garantire soluzioni pratiche alle sfide che riguardano i cittadini”.
I primi dati di Pearl AfricaSat-1, a ogni modo, potrebbero arrivare già il prossimo anno.

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