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Giusto o sbagliato: sui vaccini non c’è una terza via

Oggi a Ginevra tocca al Wto. Che dovrebbe accogliere le richieste che arrivano da oltre cento Paesi

Pubblicato:11-03-2021 10:31
Ultimo aggiornamento:11-03-2021 12:01

vaccino
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ROMA – Non stiamo facendo filosofia né sognando la rivoluzione. Si tratta di scelte politiche, legali e legittime, soprattutto di buon senso. Bisogna sospendere subito i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini necessari a fronteggiare la pandemia di Covid-19. Bisogna farlo per massimizzare la capacità di produzione globale e per garantire prezzi accessibili a tutti. Perché dalla pandemia ci si salva tutti insieme; altrimenti, di variante in variante, ne parleremo ancora per anni.

Oggi, a Ginevra, tocca all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). In particolare al suo Consiglio Trips, un acronimo che sta per Agreement on Trade-related Aspects of Intellectual Property Rights: con una decisione motivata dall’emergenza sanitaria, può sospendere quest’accordo degli anni ’90 limitatamente ai vaccini per il contrasto al Covid. 

La nuova direttrice del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala, ha proposto alcuni giorni fa sul Financial Times “una terza via” che “preservi le regole multilaterali”, favorendo al contempo la cooperazione tra aziende farmaceutiche. Il rischio è che, senza cogliere il senso dell’emergenza o forse per tutelare “Big Pharma”, si finisca per rimandare tutto ad accordi volontari. Respingendo le richieste avanzate ormai da oltre cento Paesi, compresi India e Sudafrica, entrambi membri del G20.


Sarebbe un errore. Ce lo ricorda quello che accadde in occasione di un’altra crisi, quella dell’Hiv/Aids, quando prezzi elevati e restrizioni legate alla proprietà intellettuale provocarono nell’Africa subsahariana milioni di morti che si sarebbero potuti evitare.

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