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“Netanyahu un serial killer”, Zaki replica alle critiche: “Sono pro-Palestina e non con Hamas”

"Giudicare gli eventi attuali in Palestina senza inserirli in un contesto storico, equivale a dare una visione distorta e parziale della realtà"

Pubblicato:10-10-2023 12:13
Ultimo aggiornamento:10-10-2023 14:54
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patrick-zaki
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ROMA – “Nel conflitto tra Israele e Palestina nessuno può essere ritenuto filo-Hamas se sostiene la Palestina. Non sono con Hamas ma sembrerebbe che assumere la posizione di difendere i civili palestinesi vi metta in una situazione difficile”. L’attivista per i diritti umani Patrick Zaki, l’ex studente dell’Università di Bologna che ha trascorso 22 mesi in carcere in Egitto per diffusione di false notizie atte a destabilizzare la sicurezza nazionale, interviene così in un longo post su Facebook, dopo critiche mosse da alcune testate giornalistiche italiane su una sua presunta affiliazione ideologica al gruppo armato Hamas. As attirare l’attenzione di molti sono state le sue parole su X dove ha definito Netanyahu un “serial killer”

Quest’ultimo ha lanciato un attacco contro Israele sabato scorso, innescando la dura risposta militare di Tel Aviv, che da giorni continua a bombardare la Striscia, dove vivono almeno 2 milioni di palestinesi.


In Italia, secondo Zaki, la vicinanza al popolo di Gaza “è problematica, soprattutto perché tutti i media internazionali sono pro-Israele e non parlano della grave crisi umanitaria che c’è nella Striscia. La mia priorità- continua il difensore per i diritti umani- sarà sempre la vita dei civili, condannerò sempre qualsiasi violenza contro i civili in tutto il mondo, e così facendo sarò sempre dalla parte dei deboli e contro il fascismo e l’occupazione“.

Il ricercatore ribadisce: “Sono stato e continuerò a essere un fervente sostenitore della causa palestinese e del diritto del popolo palestinese a riconquistare le proprie abitazioni e terre, le quali nel corso della storia sono state violentemente depredate. Le politiche razziste e di colonizzazione del governo di Netanyahu costituiscono la radice dello stato di guerra apparentemente perenne in cui ci troviamo ora, con il tragico risultato della perdita di migliaia di vite civili, tra cui donne e bambini innocenti”.

 Zaki continua: “il mio impegno è da sempre e invariabilmente guidato dalla tutela dell’umanità e dei diritti umani. Non potrò mai avallare né giustificare atti di violenza o omicidi. Al contrario, sostengo con fermezza il diritto della popolazione palestinese a resistere e a difendersi, prendendo le distanze da ogni giustificazione delle politiche religiose conservatrici ed oscurantiste di Hamas”.

Per il ricercatore, che all’Unibo si è laureato nel master ‘Gemma’ sui diritti di genere, “giudicare gli eventi attuali in Palestina senza tenere conto della lunga storia della questione palestinese e delle sue radici, senza inserirli in un contesto storico, equivale a dare una visione distorta e parziale della realtà. Questa prospettiva è ingiusta e necessita di una riconsiderazione critica. Il mio sostegno è rivolto al popolo palestinese in difficoltà, alla verità e alla giustizia ovunque esse siano necessarie, e la mia posizione rimarrà dalla parte degli oppressi e di tutti i civili che hanno perso la vita”.

L’Unione Europea, conclude l’attivista, “deve usare i suoi principi sui diritti umani condannando la violenza da ambo le parti. Bisogna fermare questa guerra e salvare vite umane. Esprimo il mio pensiero e le mie preghiere per gli italiani coinvolti in questo conflitto, con la speranza che possano rimanere al sicuro e riabbracciare presto i loro cari”.

BIGNAMI: PER ZAKI NETANYAHU KILLER? NON SIAMO D’ACCORDO, MA È LIBERO

Patrick Zaki scrive in un post che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è “un serial killer” nella guerra riesplosa in Medio Oriente? “Sono sempre stato più dalla parte di Israele, nella mia storia. L’impegno che il Governo ha sviluppato per la liberazione di Zaki era anche finalizzato a far sì che lo stesso giovane ricercatore potesse esprimere le proprie opinioni, anche quando noi non siamo d’accordo. Questa è la democrazia. Altri, invece, forse non la vedono così. Non abbiamo liberato Zaki per sentir dire quello che ci piace o meno, ma perché è suo diritto dire quello che vuole”. Lo dice il viceministro Fdi Galeazzo Bignami, oggi a margine di un convegno a Bologna. 

GASPARRI: VERGOGNOSE PAROLE DI ZAKI

“Il ricercatore egiziano Patrick Zaki, per il quale l’Italia si è spesa molto affinché fosse garantita la sua libertà, ha definito, in un post, il capo del governo israeliano Netanyahu un ‘serial killer’. Fermo restando che l’Italia fa bene a battersi per la libertà e la vita di tutti, compreso Zaki, come peraltro è avvenuto, resto allibito di fronte a queste parole. Zaki tenta di giustificarsi dicendo che sta con i palestinesi e non con Hamas, ci mancherebbe pure questo, ma il suo insulto nei confronti di Netanyahu offende tutto il popolo israeliano. E ha detto queste parole all’indomani di un’orrenda strage con circa mille cittadini in Israele uccisi dai terroristi palestinesi di Hamas. Le parole di Zaki sono vergognose. Questo signore deve dimostrare la sua affidabilità democratica perché queste parole ci fanno sorgere seri dubbi. L’Italia è stata generosa con lui. Lui non è generoso con se stesso. Perché usa parole assurde e blatera in maniera offensiva. Questo Zaki deve ancora approfondire il tema dei diritti dei popoli. E definire un ‘serial killer’ chi difende la sua gente massacrata è davvero un’autentica vergogna”. Così il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri vicepresidente del Senato.

MARTUSCIELLO: SE FOSSI RETTORE MI VERGOGNEREI AVERE ZAKI IN STAFF ACCADEMICO

“Zaki è un ricercatore? Fossi un Rettore mi vergognerei di avere nello staff accademico un ricercatore che afferma simili bestialità”. Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello, commentando il duro attacco social di Patrick Zaki contro Israele e Nethanyahu. Per Martusciello “le dichiarazioni di Zaki sono offensive per le nostre Universita’, per i nostri studenti e per quanti studiano per diventare ricercatori. Questo idolo della sinistra – conclude l’esponente forzista – merita solo di essere ignorato”.

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