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VIDEO | Violenza sulle donne, Pugliese: “Nel Lazio erogati 106 contributi libertà”

In Lazio le case rifugio passano da 9 a 15. E i centri antiviolenza da 23 a 27. Intervista all'assessora alle Pari opportunità Giovanna Pugliese

Pubblicato:10-09-2020 17:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:51
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giovanna pugliese
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ROMA – “Sono 106 le donne uscite dal tunnel della violenza che riceveranno dalla Regione Lazio il contributo di libertà di 5mila euro, parliamo quasi del 90% delle richieste. Aspettiamo ancora 45 domande, c’è tempo fino a fine anno. E’ un piccolo sostegno, sempre si può fare di più, ma siamo vicini a queste 106 donne ed è importante.” E’ un successo e un segnale di speranza quello che descrive, in un’intervista all’agenzia Dire su centri antiviolenza e case rifugio, l’assessora alle Pari Opportunità della Regione Lazio, Giovanna Pugliese.

“Da giugno 2019 a marzo di quest’anno erano arrivate solo 10 domande” ed è a quel punto che l’assessora si rimette al lavoro sui testi delle determine per “estenderne i criteri. Innanzitutto aumentare il Fondo che ammonta ora a 750mila euro, ampliare termini e criteri di accesso e stabilire la tempistica di pagamento a 7 giorni”. In questo ampliamento rientrano “le spese per i figli- ad esempio- con la didattica a distanza, quelle sanitarie” o il fatto che si possa fare domanda “anche presso associazioni non finanziate dalla Regione Lazio”.


Si è arrivati così a “106 donne che avranno questo contributo. Solo 12 domande sono state escluse per ragioni legate principalmente all’accesso ad altri contributi“.

L’impegno confermato dall’assessora è di “prolungare al 31 dicembre il contributo di libertà e aumentare il Fondo generale”.

Un ringraziamento speciale è stato rivolto dall’assessora al lavoro delle associazioni impegnate sul territorio, con l’appello affinché le donne inviino le domande per il contributo.

“RETE CRESCE CON 15 CASE RIFUGIO E 27 CENTRI ANTIVIOLENZA”

“Siamo passati, in questi mesi, da 9 a 15 case rifugio. Abbiamo utilizzato i fondi governativi assegnandoli ai Comuni che faranno degli avvisi per la loro gestione. Entro dicembre immagino le prime tre e pochi mesi dopo le altre 3, arriveremo così a una rete di 15 che è un buon successo. Siamo passati invece da 23 a 27 centri antiviolenza“. Sono i numeri presentati in esclusiva all’agenzia Dire dall’assessora alle Pari Opportunità Pugliese, che ha tenuto a sottolineare l’impegno incessante dell’Istituzione: “Come Assessorato, come Regione, con il presidente Nicola Zingaretti, non ci siamo mai fermati, soprattutto in questo momento difficile di pandemia. Tutto questo lavoro è stato fatto di concerto con la Cabina di regia diretta da Cecilia d’Elia, ed era stato già iniziato da chi mi ha preceduto, ora sottosegretaria al Turismo, Lorenza Bonaccorsi”.

“Cassino, Ariccia, Monterotondo, Civita di Bagnoregio e altre località per le case rifugio”, ha detto l’assessora, che ha tenuto a ricordare “il centro antiviolenza che nascerà a Sezze nella casa di Donatella Colasanti, sopravvissuta alla strage del Circeo. Noi, anche con la presidente della commissione consiliare Eleonora Mattia, siamo in contatto con il fratello di Colasanti e la sorella di Rosaria Lopez e lì realizzeremo un luogo delle donne, un centro antiviolenza, un avamposto per rispondere alle esigenze delle donne di quel territorio”.

Pugliese non ha mancato di ringraziare le associazioni per il loro lavoro sul territorio: “Sono il nostro braccio armato, senza di loro le Istituzioni non ce la potrebbero fare. Hanno il ‘know how’, come prevede la Convenzione di Istanbul, per lavorare con queste donne. Le case rifugio non sono case famiglia e sono in una rete”.

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