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Caso Barbieri, Rocca: “Per la Asl Roma 1 non c’erano gli estremi del fine vita”. Cappato: “Aveva diritto a morire in Italia”

Per il presidente della Regione Lazio: "La Consulta prevede che chi lo richiede debba essere sostenuto artificialmente"

Pubblicato:08-11-2023 14:40
Ultimo aggiornamento:08-11-2023 18:00
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caso barbieri rocca
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ROMA – Alla signora Sibilla Barbieri la commissione medica della Asl Roma 1 non ha concesso il fine vita perché nel suo caso non erano state rispettate tutte le prerogative previste dalla Corte Costituzionale, in particolare quella relativa allo stato di alimentazione artificiale cui deve essere sottoposto chi richiede il suicidio assistito. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha fatto chiarezza sulla vicenda dopo le parole di ieri di Marco Cappato, responsabile legale dell’Associazione Luca Coscioni. “La Asl ieri mi ha fornito il report, dopo che Cappato mi ha tirato in ballo a sproposito. Forse lui è abituato in maniera diversa ma io come presidente della Regione non interferirò mai nelle attività proprie delle commissioni mediche. Anzi trovo offensive le parole di Cappato verso questi professionisti seri che hanno esaminato il caso. Io mi rimetto alle valutazioni della scienza, c’è un quadro normativo chiaro e la Asl mi ha ribadito che è stata seguita in pieno la cornice data dalla Corte costituzionale sulla vicenda”.

In particolare “la commissione ha esaminato la richiesta della signora e il riesame avanzato (23 settembre e 25 ottobre, ndr) e si è espressa in maniera chiarissima, sostenendo che non ricorrevano le condizioni previste sulla parte del sostegno vitale, perché i pazienti che richiedono il fine vita devono essere sostenuti artificialmente: questo è uno dei requisiti individuati dalla Corte e in questo caso mancava del tutto”. Per Rocca si tratta quindi di “un nodo squisitamente etico e politico, che non riguarda invece i professionisti serissimi che in 2 occasioni differenti hanno esaminato il caso della signora Sibilla. Mi dispiace si usino vicende così dolorose per fini politici. Che sicuramente saranno pure legittimi, ma si tratta di una battaglia politica che deve trovare un suo sbocco nella sede parlamentare. La Regione applica rigorosamente la normativa nazionale. Ho fiducia nel lavoro della commissione, ho letto che hanno fatto un esposto e ci sarà chi verificherà ma io ho piena fiducia perché ho letto la relazione e la serietà con cui è stato esaminato il caso”.

IL VIDEOMESSAGGIO DI SIBILLA BARBIERI

In un video, pubblicato sulla pagina Facebook dell’Associazione Luca Coscioni, l’attrice Sibilla Barbieri ha raccontato il suo tentativo, inutile, di ricorrere al suicidio assistito in Italia, a casa. “L’ho chiesto alla mia Asl che ha mandato una commissione a valutare il mio caso e che ha deciso che non rientro nei casi possibili, perché ‘non sono attaccata a macchinari di sostegno vitale’. Ma pochissimi malati terminali di cancro lo sono. Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova in altre condizioni anche non terminali”. Quindi la decisione di recarsi in Svizzera: “Ho i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente, anche se sono al limite. Ma tutte le altre persone che non hanno i mezzi come fanno?”.

CAPPATO: SIBILLA BARBIERI AVEVA DIRITTO A MORIRE IN ITALIA

“Sibilla Barbieri aveva tutto il diritto di fare in Italia quello che ha fatto in Svizzera“. A dirlo è il presidente dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato durante una conferenza stampa alla Camera a seguito della morte per suicidio assistito in Svizzera dell’attrice 58enne. Alla conferenza stampa hanno preso parte, tra gli altri, anche il segretario di +Europa Riccardo Magi, Luigi Manconi e il deputato Ivan Scalfarotto. Questi ultimi hanno annunciato di essersi autodenunciati “per aver contribuito all’organizzazione del viaggio di Sibilla Barbieri in Svizzera”.


Secondo Scalfarotto, “abbiamo a che fare con uno Stato che ti dice se puoi avere figli, cosa devi mangiare (vedi legge che intende vietare la carne sintetica, ndr) e se puoi morire. Qualcuno ha stabilito che la volontà di Sibilla non contava ma contava quella di 3 estranei che sono entrati a casa sua. Da cittadino, prima ancora che da parlamentare, per me è inaccettabile”. Il riferimento è al parere contrario della commissione incaricata dall’ASL RM1, alla possibilità di procedere al suicidio assistito in Italia, secondo quelli che sono i criteri previsti da una sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Il no della commissione è arrivato dopo il parere positivo del comitato etico. “In questa vicenda- aggiunge Magi- vi è una grave responsabilità della Regione Lazio nel gioco inscenato con i due verbali contrapposti. Ci troviamo di fronte a norme in palese contrasto con i principi costituzionali”.

Conclude Cappato: “La disobbedienza civile può avere due obiettivi: riformare le leggi ma anche farle rispettare. Su Sibilla Barbieri non è stata rispettata la sentenza della Consulta che, come tale, ha valore di legge. Faremo un invito a tutti i parlamentari e a tutti consiglieri regionali di condividere la nostra battaglia entrando a far parte di questa potenziale associazione a delinquere che è la nostra associazione”.

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