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La Regione Piemonte pronta ad entrare nel capitale delle terme di Acqui

Il presidente Cirio: "È un comparto strategico, noi ci siamo"

Pubblicato:08-04-2022 17:20
Ultimo aggiornamento:26-04-2022 14:44

alberto cirio imago
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TORINO – La Regione Piemonte è pronta a entrare nel capitale della società Terme di Acqui, che gestisce il Grand Hotel e le terme di Acqui Terme (provincia di Alessandria) per evitare il licenziamento di 25 lavoratori e far ripartire l’attività utilizzando fondi europei.

La notizia della chiusura del Grand Hotel Terme, a cui va aggiunta la chiusura dell’impianto termale almeno per quest’anno, trapelata a inizio febbraio, ha lasciato in agitazione dipendenti e sindacati oltre all’opinione pubblica locale preoccupata per la perdita di uno stabilimento storico per Acqui Terme.

Il governatore del Piemonte Alberto Cirio, oggi in loco dove ha incontrato i lavoratori, si dichiara pronto a entrare nel capitale della società Terme di Acqui con la finanziaria regionale Finpiemonte per farla ripartire, cosa che potrà accadere soltanto con l’ok del Comune di Acqui Terme e dell’azienda privata Terme di Acqui che gestisce le attività.


“Io ho ereditato una Regione che ha deciso, in passato, di uscire dalle Terme di Acqui”, ha affermato Cirio, “si chiama Acqui Terme, il turismo termale è strategico per il Piemonte quindi la Regione deve esserci mani e piedi in una struttura che si occupa di turismo termale. Chi mi ha preceduto ha fatto altre
scelte che io ritengo estremamente sbagliate e dannose. Oggi siamo qua per recuperare”.

L’idea è farlo con i fondi europei: “Noi abbiamo già individuato uno strumento per entrare nelle società in crisi e quindi possiamo intervenire come Regione con risorse nostre, coinvolgendo naturalmente degli esperti per il rilancio del turismo termale. È necessario però che il Comune e la proprietà siano d’accordo, e quindi questo sarà il nostro tentativo. Però con testa e con risorse economiche”. È un fondo regionale che prevede la possibilità, per la Regione, di entrare nel capitale delle aziende in crisi. Lo scopo è tutelarsi dalle campagne acquisti che arrivavano, prima del Covid, molto dall’estero”, in particolare dai paesi arabi, aggiunge il governatore.

“La logica del nostro strumento”, prosegue, “che è una logica tedesca, perché mutuata da quello che han fatto in Germania, è dire: sei in crisi, sei strategico per il Piemonte? Non permetto che venga un cinese a comprarti, per essere molto chiaro, ma faccio in modo che con risorse che noi abbiamo, che sono risorse dei fondi europei, io intervengo all’interno del tuo capitale, ti affianco, ti aiuto a uscire dallo stato di crisi e ti permetto di ripartire“.

Questo però deve essere fatto solo in caso di investimenti strategici come Acqui Terme, che “nella reputation del turismo termale è a livelli altissimi”. Il governatore ha anche precisato che “non è un problema di risorse, neppure per quanto riguarda gli investimenti” visto il “combinato disposto” dei vari fondi europei e complementari.

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