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Consiglio di Stato annulla ordinanza del sindaco di Messina, De Luca: “Non mi fermo”

Cateno De Luca ha imposto a chiunque intenda recarsi in Sicilia attraverso il Porto di Messina di registrarsi on-line e fornire dati identificativi

Pubblicato:08-04-2020 09:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:06
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ROMA – Il Consiglio di Stato, con il parere della Prima sezione n. 735/2020, pubblicato ieri sera, ha espresso “con la massima urgenza, parere favorevole sulla proposta del ministero dell’Interno, pervenuta nella mattinata, per annullamento, in via straordinaria, dell’ordinanza del sindaco di Messina, n.105 del 5 aprile 2020.

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L’ordinanza ha imposto a ‘Chiunque intende fare ingresso in Sicilia attraverso il Porto di Messina, sia che viaggi a piedi sia che viaggi a bordo di un qualsiasi mezzo di trasporto’ l’obbligo di registrarsi, almeno 48 ore prima della partenza, nel sistema di registrazione on-line www.sipassaacondizione.comune.messina.it, fornendo una serie di dati identificativi e di informazioni personali, e di ‘Attendere il rilascio da parte del Comune di Messina del Nulla Osta allo spostamento'”. È quanto si legge in una nota del Consiglio di Stato. La Sezione ha evidenziato come “l’istituto dell’annullamento straordinario a tutela dell’unita’ dell’ordinamento evidenzia oggi una sua rinnovata attualita’ e rilevanza, proprio a fronte di fenomeni di dimensione globale quali l’attuale emergenza sanitaria da pandemia che affligge il Paese, al fine di garantire il razionale equilibrio tra i poteri dello Stato e tra questi e le autonomie territoriali. Tale potere – ha ribadito la Sezione – trova la sua ragion d’essere nell’obbligo gravante sul presidente del Consiglio dei ministri, sancito dall’art. 95 Cost., di assicurare il mantenimento dell’unita’ di indirizzo politico e amministrativo, nel quadro di unita’ e di indivisibilita’ della Repubblica, di cui all’art. 5 Cost”.


In presenza di emergenze di carattere nazionale, ha concluso il Consiglio di Stato, “pur nel rispetto delle autonomie costituzionalmente tutelate, vi deve essere una gestione unitaria della crisi per evitare che interventi regionali o locali possano vanificare la strategia complessiva di gestione dell’emergenza, soprattutto in casi in cui non si tratta solo di erogare aiuti o effettuare interventi ma anche di limitare le liberta’ costituzionali”. Al parere, spiega infine la nota, “seguira’ deliberazione del Consiglio dei ministri che dovra’ essere recepita con decreto del presidente della Repubblica”. 

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LA REPLICA DI CATENO DE LUCA: “VOGLIONO METTERMI IL BAVAGLIO”

“Io non mi fermo di fronte a questo colpo. Analizzeremo quali sono le azioni che possiamo intraprendere, anche rispetto a ricorsi che potremmo fare”. Lo afferma il sindaco di Messina, Cateno De Luca, in una diretta Facebook che segue il parere del Consiglio di Stato che da’ il via libera all’annullamento dell’ordinanza con cui ha istituito una banca dati con obbligo di registrazione per chi ha intenzione di attraversare lo Stretto per giungere in Sicilia. “L’ordinanza e’ in vigore e io continuero’ con la mia polizia municipale a far rispettare le norme dello Stato e l’ordinanza emessa dal presidente della Regione”, aggiunge De Luca.

“Il parere al Consiglio di Stato lo ha chiesto il ministro Lamorgese”, dice De Luca che in un video sui social si rivolge cosi’ alla titolare del Viminale: “Ministro, lei non sta pensando. Lei sta agendo con la supponenza di Stato. Lei sta tentando di uccidere me e la democrazia”. E ancora: “Io sono stato eletto dalla mia comunita’, lei no. Lei non rappresenta la democrazia ma il frutto della peggiore burocrazia ed e’ li’ ad esercitare un ruolo che richiede equilibrio e non una visione di cecchinaggio nei confronti di chi non la pensa come lei”. Secondo De Luca “l’esigenza del ministro era quella di bloccarci, di metterci il bavaglio – aggiunge -. La nostra banca dati e’ un modo scientifico per avere il controllo degli ingressi, cosa che non sono riusciti a fare ne’ lo Stato ne’ la Regione”. Ma “per ‘uccidere’ il sindaco De Luca – ricorda ancora – non basta il parere autorevole del Consiglio di Stato, e’ necessario che si riunisca il Consiglio dei ministri per deliberare l’annullamento dell’ordinanza. La delibera deve poi essere recepita da un provvedimento del presidente della Repubblica e pubblicata in Gazzetta ufficiale”. De Luca quindi ribadisce: “La mia ordinanza e’ in piedi e a fronte di questa ulteriore intimidazione non la revoco”. Il sindaco di Messina parla poi di “un attentato alla democrazia da parte di un pezzo dello Stato. I controlli? Si stanno effettuando, cosa che lei – ancora De Luca rivolgendosi a Lamorgese – non e’ stata all’altezza di fare e per questo – conclude – si dovrebbe dimettere”.

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