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Quanto vale il lavoro ‘invisibile’ delle donne? A Bologna presentato il conto

Le attiviste di 'Non una di meno' lanciano la provocazione con un maxi scontrino in piazza in occasione dell'8 marzo

Pubblicato:08-03-2023 15:21
Ultimo aggiornamento:08-03-2023 15:22
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non una di meno bologna (9)
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BOLOGNA – “Servire a tavola”, “cucinare“, “curare il proprio aspetto”, ma anche fare “assistenza emotiva“, garantire una “presenza costante e scontata”. Senza contare la “frustrazione di non essere ascoltata” o “l’ansia per la salute dei figli”. A Bologna, tra le iniziative promosse per la Giornata internazionale della donna, le attiviste di Non una di meno fanno la lista del lavoro “non pagato e invisibile” delle donne e stilano un lunghissimo elenco di attività, presentando il conto per ciascuna.

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IL MAXI SCONTRINO DEI LAVORI ‘INVISIBILI’

Così la pulizia della casa vale 1.200 euro, ‘sopportare parenti sessisti’ 400 euro, ‘tenere sempre botta’ 1.000 euro, e così via. In piazza Maggiore, dove è in corso un’iniziativa aperta con interventi di attivisti in occasione dello “sciopero globale transfemminista“, che sfocerà nel pomeriggio in un corteo che arriverà proprio in questa piazza, l’elenco viene aggiornato in tempo reale con suggerimenti e indicazioni delle manifestanti, srotolando mano a mano il lungo foglio bianco sul Crescentone.


“Ci è sembrato il momento di presentare lo scontrino, e anche fare un po’ i conti con tutto il lavoro che facciamo che non è retribuito – spiega Greta, attivista della sezione bolognese di Non una di meno – e quindi è un po’ questa l’idea provocatoria di cercare di capire qual è il lavoro che facciamo ogni giorno a casa e farlo vedere anche in maniera partecipativa, perché tutte possono aggiungere le ulteriori mansioni che svolgono nelle proprie case e far vedere che questo lavoro esiste, non è retribuito e quando lo è, perché comunque esiste anche il lavoro salariato di cura, è invisibilizzato e mal retribuito”.

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IL CORTEO DELLO SCIOPERO A BOLOGNA

In piazza si scaldano i motori per il corteo del pomeriggio, che partirà alle 18 da piazza XX settembre e arriverà in piazza Maggiore alle 21. Ovunque si vedono cartelli sulla condizione della donna, che denunciano l’obiezione di coscienza negli ospedali, fotografie della repressione della donna in Iran, testi femministi, punti informativi e anche uno spazio dedicato ai bambini. Il tutto colorato dalle bandane fucsia delle attiviste.

“Siamo in piazza per il settimo anno consecutivo, siamo in piazza per le stesse ragioni, ma siamo in piazza anche perché le nostre condizioni di vita peggiorano – prosegue Greta – sono anni complicati a seguito della pandemia, dove comunque le condizioni di vita delle donne e dei soggetti femminilizzati sono ancora peggiorate”. E poi c’è la guerra in Ucraina, “con il carovita e l’inflazione che peggiora le nostre condizioni e le nostre vite”, e un nuovo Governo che “non fa altro che promuovere le proprie politiche familistiche e che promuove politiche apertamente razziste, pochi giorni fa c’è stata la strage di Cutro… insomma, siamo in piazza per questo e per questo il nostro slogan quest’anno è ‘scioperiamo ovunque'”, conclude l’attivista.

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