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Le parole di Mattarella per l’8 marzo: “Da una vera parità dipende il futuro di ogni società”

Il discorso del capo dello Stato al Quirinale in occasione della Giornata Internazionale della Donna

Pubblicato:08-03-2023 13:06
Ultimo aggiornamento:09-03-2023 12:06

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ROMA – È stata celebrata oggi al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Giornata Internazionale della Donna. La cerimonia, aperta dalla proiezione di un video di Rai Storia dal titolo “Donne e libertà”, è stata condotta da Elena Radonicich. Sono intervenute la giornalista Maria Latella e Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. Hanno portato le loro testimonianza Pegah Tashakkori, attivista iraniana e Frozan Nawabi, giurista afghana. Elena Radonicich ha letto brani tratti da “Figlie dell’Iran” di Reza Olia, “Lettere alle mie figlie” di Fawzia Koofi e “Il vestito azzurro” di Antonella Napoli. A seguire, le parole del capo dello Stato: “L’8 marzo non è – come a volte si sente ripetere – la festa della donna, o delle donne, ma un’occasione, preziosa, per fare il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese, in Europa e nel mondo”. Mattarella ha premesso: “Sono benvenute le donne presenti, oggi, al Quirinale in rappresentanza di tutto il genere femminile. Il presidente ha augurato: “Buon 8 marzo a tutte le donne, in Italia e nel mondo”.

“La strada per il raggiungimento di una parità effettiva, costituita con pienezza da diritti e da opportunità” è “ancora lunga e presenta tuttora difficoltà. Ma- ha detto- vi si aggiunge la certezza che questa strada va percorsa con il massimo di determinazione e di rapidità. Perché dalla condizione generale della donna, in ogni parte del mondo, dipende la qualità della vita e il futuro stesso di ogni società”.

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8 MARZO. MATTARELLA: MISOGINIA E PREGIUDIZI, NESSUN PAESE È IMMUNE

Per il presidente della Repubblica la “misoginia” è “all’origine di tutte le discriminazioni che, nei secoli fino a oggi, si sono manifestate, a ogni latitudine, contro le donne. Nessun Paese ne è stato immune; nessuna epoca storica”. Alla cerimonia al Quirinale si è esibita anche Eleonora Bordonaro, con il suo gruppo musicale. Il capo dello Stato osserva: “Mi ha molto colpito il testo della sua prima canzone. È una summa canzonatoria, come si diceva, di tutti gli stereotipi sulle donne. Ma può rappresentare, altresì, un’analisi profonda delle cause della misoginia”.

Mattarella aggiunge che “stereotipi e pregiudizi” sono “determinati tutti da un unico elemento: la paura nei confronti della donna, del suo essere differente nel corpo e nella sensibilità, della sua intelligenza, della sua voce, della sua indipendenza. Fin da alcuni miti antichi la donna è stata sovente e incredibilmente vista come elemento di allarme, di ostacolo all’immobilismo di valori tramandati”.
Il capo dello Stato sottolinea: “La realtà delle donne che abbiamo ascoltato, le vicende di grandi donne che abbiamo conosciuto per esperienza diretta o per conoscenza della storia, di donne nella normalità della vita quotidiana, ci insegnano che donna è sinonimo di coraggio, di determinazione, di equilibrio, di saggezza, di pace, di promozione di libertà e diritti”.

8 MARZO. MATTARELLA: UNA DONNA PREMIER È UN PROGRESSO ENORME PER PAESE

“Abbiamo in carica la prima donna alla guida del Governo, Presidente del Consiglio dei ministri, nuovamente una donna alla presidenza della Corte Costituzionale, per la prima volta una donna al vertice della magistratura. Ma certe mentalità, e soprattutto certe consuetudini grottesche e profondamente dannose, sono ancora presenti“, ha detto il presidente della Repubblica davanti alla premier Giorgia Meloni e alle più alte cariche dello Stato donna. “Provoca stupore, oggi – continua Mattarella – rileggere anche alcuni atti parlamentari della Repubblica, che pure aveva assicurato, per la prima volta, alle donne italiane il diritto di voto e sancito eguale parità di diritti. La discussione sulla legge della senatrice Merlin, durante la quale molti esponenti – di idee liberali e democratiche – discettavano sull’esistenza di prostitute per nascita, assegnando a queste donne un destino preordinato e irredimibile. Come nel dibattito sull’ingresso delle donne nella magistratura, condita da apprezzamenti misogini, appunto, sulla mancanza di equilibrio e di giudizio. In questi decenni la Repubblica Italiana ha fatto enormi progressi. Sul piano legislativo e su quello della diffusione di una cultura della parità. Tra le istituzioni e nella società”.

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8 MARZO. MATTARELLA: ALLE DONNE SOLO IL 75% DEI DIRITTI DATI AGLI UOMINI

“Per rivolgere lo sguardo al mondo – in linea con il tema di questa giornata, Donna e Libertà – ricordiamo che vi sono stime dell’Onu, attraverso un rapporto del Fondo per la popolazione, secondo cui, oggi, le donne godono complessivamente soltanto il 75 per cento dei diritti assicurati agli uomini”, puntualizza Mattarella. “Le rilevazioni – aggiunge il capo dello Stato – indicano un dato medio generale e non le situazioni più gravi ed estreme. In molte aree del pianeta, infatti, alle donne non sono riconosciuti i diritti fondamentali, in misura ben maggiore. Mutilazioni genitali, violenze sessuali, matrimoni combinati – persino per spose bambine – discriminazioni, divieti, imposizioni assurdi e umilianti, impedimenti allo studio, al lavoro, alla carriera, al voto e alla partecipazione politica, negazione di decisioni di vita tra le più elementari”.

8 MARZO. MATTARELLA: DONNE COSTRUTTRICI DI PACE, LIBERTÀ E SPERANZA

“Le donne sono preziose e determinate costruttrici di pace, di tolleranza, di amicizia, di equilibrio e di libertà. C’è un forte legame tra la libertà della donna e la speranza”. Per il capo dello Stato “la protesta delle donne per la libertà incrocia una serie di fondamentali mobilitazioni, a livello internazionale, per temi cruciali per il nostro futuro: la pace, la lotta ai cambiamenti climatici e alle povertà, il lavoro, i diritti civili e quelli delle minoranze.

La guerra scatenatasi con la sciagurata invasione russa in Ucraina, i conflitti etnici esplosi in diverse parti del mondo, la repressione feroce a opera dei regimi autoritari, il terrorismo internazionale, tentano di riportare indietro la storia e di negare il futuro. La nostra risposta deve essere ferma. Va detto no alla sopraffazione, ai conflitti, all’odio, alla violenza. Occorre promuovere e lavorare per affermare il diritto internazionale, il multilateralismo, la collaborazione, il dialogo”.

FEMMINICIDIO. MATTARELLA: CRIMINI GRAVISSIMI, MASSIMA SEVERITÀ

Il presidente della Repubblica ha poi riservato una riflessione sul femminicidio. Per Mattarella “occorre un impegno ulteriore delle istituzioni, della comunità civile, delle donne e degli uomini, insieme, per rimuovere ostacoli, confutare pregiudizi, operando con azioni concrete, contrastando con forza le inaccettabili violenze e i femminicidi, che sono crimini gravissimi da sanzionare con il massimo di severità”.

DIRITTI. MATTARELLA: ASCOLTARE GRIDO LIBERTÀ DONNE, CONDANNARE I REGIMI

“Le donne, molte donne, sono scese in strada. In tante parti del mondo. Per gridare la loro protesta, per far sentire la propria voce. Per reclamare non privilegi ma diritti. Diritti, ripeto, a beneficio di tutti, non soltanto delle donne. Non possiamo rimanere estranei al loro grido di libertà. Alla loro lotta per le libertà fondamentali”, ha detto il presidente della Repubblica. “Una scrittrice libanese, Najwa Barakat – ricorda il capo dello Stato che ha sintetizzato così la visione del mondo delle ragazze di oggi che protestano: ‘Ho vent’anni, come posso vivere in una gabbia di vetro? Voglio allargare i miei rami, estendere le mie radici, respirare largamente quanto i miei polmoni. Niente al mondo può fermarmi. Sono un torrente impetuoso, un vulcano ruggente, un’energia esplosiva a cui nessun corpo, legge o autorità può impedire di crescere’. Ed appunto è per questo – per la paura della libertà che è paura delle donne, della loro determinazione – che la repressione di regimi autoritari si abbatte con ottuso furore sulle legittime proteste. Vorrei ribadire qui che si condanna da sé uno Stato che respinge e uccide i propri figli. Insieme a loro, la repressione uccide il proprio futuro. Non possiamo oggi prevedere gli sviluppi di queste rivolte. Ma sappiamo già che il seme della libertà, il seme gettato dalle giovani donne ha una forza irresistibile”.

MATTARELLA A PEGAH TASHAKKORI E FROZAN NAWABI: ITALIA VI SOSTIENE

Presenti, al discorso di Mattarella, anche l’attivista iraniana per i diritti (Tashakkor) e la giurista afghana (Nawabi) fuggita dal suo Paese che fu candidata anche al Nobel per la Pace. Per loro, il ringraziamento del capo dello Stato: “Non può esservi vera libertà se non è condivisa dalle donne e dagli uomini. Ringrazio chi ha contribuito a rendere questo 8 marzo incisivo e partecipato. Le nostre ospiti straniere, innanzitutto: Pegah Tashakkori e Frozan Nawabi”.

“Desidero dir loro – sottolinea Mattarella – che l’Italia che le ha accolte condivide e incoraggia il loro impegno. E che farà di tutto, nelle sedi internazionali, per sostenere le donne che esigono qualità di vita e libertà. È una lotta, la vostra che è iniziata, in Iran e in Afghanistan, per la libertà e il diritto delle donne alla eguaglianza. Ma che – come spesso accade – la generosità e la lungimiranza delle donne ne amplia il significato che diventa resistenza, protesta e appello per l’affermazione dei diritti e delle libertà di tutti, senza distinzioni”.

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