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Differenza Donna: “L’ascolto dei minori sia centrale nelle norme di affido”

Secondo l'avvocata Ilaria Boiano dell'associazione Differenza donna "l'alienazione genitoriale è la nuova caccia alle streghe"

Pubblicato:07-09-2021 17:26
Ultimo aggiornamento:07-09-2021 17:26

alienazione parentale
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ROMA – “Chiediamo che nel lavoro di sintesi che impegna la commissione Giustizia della Camera dei Deputati si assicuri centralità all’ascolto del minore e per questo sosteniamo anche le modifiche proposte che ribadiscono il divieto di delega a soggetti diversi dall’autorità giudiziaria con ricorso dove necessario a modalità protette, già previste dal nostro ordinamento”. A parlare è l’avvocata Ilaria Boiano, dell’Associazione Differenza donna, audita questa mattina presso la II commissione Giustizia della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame delle proposte di modifica delle norme in materia di affidamento dei minori.

Proprio in virtù del lavoro di sintesi portato avanti dalla commissione parlamentare, Boiano sottolinea “la necessità di interrogarci sulla visione delle relazioni familiari che si intende perseguire. Una visione che deve promuovere una responsabilità condivisa della cura e dell’accudimento superando il formalistico richiamo alla parità che – di fatto – ignora le disparità che vivono le donne esposte alla violenza sessista”. Secondo l’associazione occorre “un disegno ex novo dei servizi socio-assistenziali e un loro rafforzamento in termini di risorse economiche, senza le quali gli operatori non hanno il tempo né la forza per seguire i casi che vengono loro assegnati”.

Proseguendo nell’analisi dei contenuti delle proposte di modifica normativa, Boiano ha dichiarato il sostegno, da parte di Differenza donna, per “le disposizioni che, nel regolamentare l’affidamento dei minori, ne privilegiano la continuità affettiva e la stabilità rispetto al genitore protettivo, con obiettivo principale il benessere psico-fisico del minore. In un ordinamento democratico- tiene a sottolineare- non possono trovare spazio assunti come quelli che si leggono nelle consulenze tecniche di valutazione genitoriale, per i quali i fatti non interessano, mentre contano i vissuti, le interpretazioni. Riteniamo che questo sia solo un escamotage, una forma di occultamento della violenza domestica a cui non possiamo più prestare il fianco”.


“Non si può far finta- chiarisce l’avvocata- che una famiglia si sia sciolta, che la violenza non ci sia stata. Bisogna proteggere dalla violenza e preservare le relazioni di cura esistenti fuori da paradigmi genitoriali astratti”. Per questo, prosegue Boiano, “sosteniamo le disposizioni che restituiscano centralità agli ordinari mezzi di prova a disposizione del giudice e il divieto di consulenze tecniche d’ufficio e di qualsiasi altra forma di osservazione e valutazione da parte di soggetti terzi. Sosteniamo- inoltre- le disposizioni che rendono concreto il divieto di mediazione stabilito dall’articolo 48 della Convenzione di Istanbul, come anche le disposizioni funzionali a garanzia della sicurezza di madri e figli, anche stabilendo in modo chiaro cosa significhi spazi e incontri protetti”.

Riguardo al tema dell’alienazione genitoriale, l’avvocata constata che “se da una parte si parla di violenza assistita, dall’altra si colpevolizza la madre se i bambini non vogliono incontrare i padri maltrattanti, fondando questa accusa nei confronti delle madri sul costrutto a-scientifico dell’alienazione parentale. L’alienazione genitoriale– ribadisce- è la nuova caccia alle streghe, dal nostro punto di vista. Anche la Corte di Cassazione ha stigmatizzato etichette di questo tipo. E l’Organizzazione mondiale della sanità- conclude Boiano- ha riconosciuto questo meccanismo come un espediente giudiziario”.

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