NEWS:

Prelievi di minori, Manente (Differenza Donna): “Avviare ispezioni in tribunali, giudici non ascoltano bambini”

L'auspicio è che ci sia un intervento urgente delle Istituzioni preposte "o le donne non denunceranno più e saranno obbligate a stare nel silenzio"

Pubblicato:19-07-2021 18:36
Ultimo aggiornamento:19-07-2021 19:52
Autore:

giustizia
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Chiediamo al presidente della Repubblica, come garante della nostra Costituzione, alla ministra Cartabia, alla ministra Lamorgese di sospendere i prelievi dei minori e di avviare un’ispezione dei Tribunali civili e per i minorenni. Come Differenza donna abbiamo esaminato 100 provvedimenti adottati sui presunti comportamenti manipolativi delle donne dal 2018 al 2020. In 8 casi su 10 il rifiuto del padre è stata addebitato alla madre, 9 volte su 10 il giudice togato non ha ascoltato il bambino se non con Ctu. Si tratta in sostanza di provvedimenti intimidatori verso le madri e i bambini per la costruzione del rapporto con il padre”. E’ Teresa Manente, avvocata responsabile dell’Ufficio legale di Differenza Donna, a denunciare in conferenza stampa oggi pomeriggio, quanto emerso dal monitoraggio effettuato dall’associazione di tutti quei provvedimenti in cui le madri vengono colpevolizzate per avere con i loro figli “un patto di lealtà”, così come viene definito il rapporto mamma- figlio nelle nuove frontiere lessicali dell’alienazione parentale.

LEGGI ANCHE: Caso Massaro, avv. Boiano: “Su bimbo trattamento degradante, è tortura”

E la cartina geografica d’Italia viene ripercorsa nella cronaca anche recente di bambini strappati alla madri. “A Pisa dove un bimbo di 8 anni, che ha vissuto sempre con la madre e che ha paura del padre, dopo esser stato schiaffeggiato ed essere tornato da una visita dal padre con la polmonite, è stato prelevato da 11 operatori tra Digos, curatrici, educatrici e servizi sociali mentre il padre presente abbatteva la porta del bagno e il Tribunale di Pisa ne ha previsto il trasferimento a Catania, dal padre”, ha raccontato l’avvocata.


E poi sempre a Roma una mamma con un bambino “invalido al 100%, epilettico- ha ricordato Manente- vive nel terrore che suo figlio sia portato in casa famiglia”. Non si crede alla violenza denunciata da questa mamma che aveva chiesto aiuto ai servizi sociali, “il giudice crede invece alla CTU per la quale la madre è l’unica causa di malessere del figlio”.

LEGGI ANCHE: Ercoli (Differenza Donna): “Lamorgese fermi i prelievi coatti di minori, violano i loro diritti”

L’avvocata Manente ha ripercorso la fitta lista di casi, come quello di Firenze e due bambini finiti all’estero dal padre, “la madre aveva denunciato violenza, due costole rotte” ha spiegato l’avvocata; e Cuneo con quattro figli tolti alla madre e separati in casa famiglia dopo aver denunciato abusi paterni. “O Tivoli- ha continuato- dove una bambina è stata portata dal padre che ha in piedi un procedimento per violenza sessuale e maltrattamenti e il caso di Lecce di Maria Assunta Pasca il cui figlio di 7 anni è stato prelevato dalle forze dell’ordine in ospedale dove era stato convocato con inganno. Una madre che è sospesa finchè il figlio non recupera il rapporto con il padre”.

LEGGI ANCHE: Violenza domestica, commissione Femminicidio: “Magistrati, avvocati e psicologi senza formazione, perizie Ctu critiche”

E Assisi. Come non ricordare il caso di Antonella Penati che aveva denunciato più volte il padre di suo figlio e chiesto protezione. Federico Barakat è stato ucciso durante un incontro protetto nel 2009. Un monito, rimasto inascoltato.

“Sistema delle Ctu a pagamento, condanne sine die, discriminazione delle donne, interruzione dei prelievi coatti dei minori e revisione del sistema giudiziario sulla materia” le richieste di revisione, la denuncia e la richiesta di rivedere il sistema con cui la presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli, ha voluto concludere la conferenza stampa di oggi.

LEGGI ANCHE: L’allarme della commissione Femminicidio: “Violenza domestica invisibile nei tribunali civili”

Sulla scia lanciata dalla Commissione d’inchiesta sul femminicidio e dai risultati presentati venerdi scorso, forieri di una nuova giusta direzione, come riconosciuto dall’avvocata Teresa Manente, l’auspicio è che ci sia un intervento urgente delle altre Istituzioni preposte, a partire da Lamorgese sui prelievi coattivi dei minori. “O le donne non denunceranno più– ha concluso Ercoli- e saranno obbligate a stare nel silenzio”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it