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VIDEO | Anche a Napoli tende per Gaza alla Federico II: “No al genocidio”

Si estende anche a Napoli la protesta degli studenti universitari contro la guerra di Israele: piantate tende nel cortiel dell'Ateneo. "Avanti col biocottaggio, non possiamo rimanere in silenzio"

Pubblicato:07-05-2024 14:16
Ultimo aggiornamento:07-05-2024 14:48

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NAPOLI – “Ci uniamo alle proteste seguendo la linea nazionale delle accampate universitarie che abbiamo visto a Bologna e Roma negli ultimi due giorni e che riguarderanno anche altre città italiane. Noi stiamo lanciando un grido unico che si allinea anche a quello dei giovani palestinesi e delle organizzazioni palestinesi in Italia: portare avanti il boicottaggio accademico, pretendere la fine degli accordi con Israele“. A raccontarlo alla Dire è Giulia, una studentessa italo palestinese che ha preso parte all’accampamento in corso nella sede di Porta di Massa dell’Università degli studi di Napoli Federico II.

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Da questa mattina diverse tende sono sistemate nel cortile della struttura per “aderire alla chiamata internazionale all’intifada studentesca”, come spiegano gli attivisti della Rete Studentesca per la Palestina.
Gli universitari si sono dati appuntamento questa mattina a Largo San Marcellino, per un flash-mob con le bandiere della Palestina, e hanno poi attraversato alcune strade del centro storico, raggiungendo Porta di Massa. Il corteo ha sostato all’esterno della sede centrale dell’ateneo, dove gli studenti hanno contestato la decisione di “tenere chiuse le porte del sapere”.


“Come studenti e studentesse – continua Giulia – abbiamo una responsabilità che è quella di fare pressione sui rettori, quello della Federico II in primo luogo, che continua a rimanere in silenzio davanti al genocidio secolare in Palestina e dinanzi ai bombardamenti a Rafah. Noi, invece, non possiamo rimanere in silenzio”.

“Ormai esiste un movimento globale contro la guerra – afferma Davide Dioguardi, della Rete studentesca -, contro il genocidio in Palestina: il grido arriva forte dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dalla Germania, dalla Francia, da tante altre città. Napoli non poteva tirarsi indietro, non ci fermeremo fino a quando non cesserà il genocidio del popolo palestinese”.

Ma le rivendicazioni degli studenti riguardano anche il rettore dell’ateneo federiciano Matteo Lorito. “Il 12 aprile, dopo aver occupato l’università – ricorda Dioguardi -, Lorito aveva promesso che avrebbe risposto con i fatti rispetto alla sua fuoriuscita dal comitato tecnico scientifico della fondazione Med-Or, fondata dall’azienda di armi Leonardo. Da allora nessuno vede più il fantasma Lorito, che aveva invece promesso agli attivisti e alle attiviste che si sarebbe pronunciato contro il genocidio del popolo palestinese. Questo è molto grave”.

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