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Bernini: “Gli atenei non sono zone franche, proteste per far entrare in guerra le università”

"Ho sempre considerato le proteste un arricchimento, ma quelle dopo il 7 ottobre sono state completamente diverse: non avevano più a che fare con il mondo accademico, volevano indurre le università a entrare in guerra"

Pubblicato:18-04-2024 11:46
Ultimo aggiornamento:18-04-2024 19:12

ANNA MARIA BERNINI
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ROMA – “Gli atti discriminatori sono reati ovunque. Non esistono luoghi in cui gli atti discriminatori sono schermati dal libero pensiero, e i reati sono reati ovunque anche nelle università che non sono zone franche“. Lo dice la ministra dell’Università Anna Maria Bernini durante la commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

ANTISEMITISMO IN PROTESTE UNIVERSITÀ? SÌ

“In queste proteste esiste una forma di antisemitismo: per mia esperienza personale dico di sì. Si confonde la critica legittima al governo Netanyahu a quella nei confronti del popolo di Israele“, dice ancora la ministra Bernini.

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“PROTESTE DOPO 7 OTTOBRE PER COSTRINGERE UNIVERSITÀ A SCHIERARSI”

“Ho ricevuto contestazioni da quando sono ministra ed è giusto. E questo lo considero anche un arricchimento, con un unico limite: la violenza. Che non è nemmeno un limite ma un discrimine. I fatti che si sono manifestati nelle università hanno subito un cambiamento dal 7 ottobre in poi. Le contestazioni precedenti sono state utili, ma dal 7 ottobre è cambiato tutto, è cambiata la natura. Sono diventate contestazioni che non attengono all’attività del ministero dell’Università e della Ricerca ma si è voluto indurre che le università si schierassero ed ‘entrassero in guerra’”. Lo dice la ministra dell’Università Anna Maria Bernini durante la commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

“PER PROTESTARE CONOSCERE ARGOMENTO, STUDIO NON È OPTIONAL”

“Per protestare non è un optional studiare. Conoscere l’argomento oggetto della protesta può essere utile”, afferma la ministra dell’Università durante la commissione sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

“DISORDINI SAPIENZA VIOLENZE FISICHE E VERBALI, NO LIBERO PENSIERO”

“I disordini della Sapienza sono violenze fisiche e verbali non li classifico come libera manifestazione del pensiero critico”, ha detto ancora Bernini.

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