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Dopo il golpe, in Burkina Faso nominato l’ufficiale Traoré presidente della giunta

Secondo golpe dei militari in un anno, ora assicurano che il voto si terrà entro il 2024 come concordato con l'Organizzazione Ecowas

Pubblicato:06-10-2022 17:06
Ultimo aggiornamento:06-10-2022 17:06

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(ROMA) – In Burkina Faso è stato nominato presidente della giunta l’ufficiale Ibrahim Traoré, a meno di una settimana dal colpo di stato che ha rovesciato la precedente giunta militare, salita a sua volta al potere con un golpe.

“Il Presidente del Movimento patriottico per la salvaguardia e il restauro (Mpsr) servirà come Capo di Stato e Comandante supremo delle forze armate nazionali” ha dichiarato in un discorso televisivo trasmesso nella serata di ieri il capitano Kiswendsida Farouk Azaria Sorgho, portavoce del Movimento Mpsr.
A rilanciare le sue parole è la stampa africana, secondo cui il dirigente militare ha aggiunto: “Traoré è il garante dell’indipendenza della magistratura. Se il Presidente è impossibilitato ad agire, i suoi poteri saranno esercitati dal Primo vicepresidente e, se necessario, dal Secondo vicepresidente”.

Il Paese dell’Africa occidentale fa i conti col secondo colpo di Stato da gennaio scorso, quando i militari rovesciarono l’esecutivo guidato dal presidente Roch Marc Christian Kaboré, accusandolo di incapacità nel gestire la crisi dei ribelli che riguarda il nord del Paese, causa di morti e sfollamenti tra le popolazioni locali.


INSICUREZZA E FAME NEL NORD

Tra le vicende che avrebbero spinto una parte dei militari a sollevarsi nuovamente, ponendo fine alla giunta militare del luogotenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, l’attacco a un convoglio di camion che trasportavano beni di prima necessità verso Djibo, capoluogo della provincia di Soum, circa 200 chilometri a nord della capitale Ouagadougou. L’aggressione è avvenuta lo scorso 26 settembre e secondo le fonti ufficiali sarebbe costata la vita a una decina di autisti, su un totale di oltre 200 mezzi pesanti. Il sindacato degli autotrasportatori, come riferiscono sempre le fonti di stampa africane, denunciano che però all’appello mancano una trentina di persone. Djibo, come si apprende ancora, è posta sotto l’assedio dei gruppi di ispirazione jihadista da sette mesi e la popolazione vive nella costante minaccia di una carestia.

RASSICURAZIONI SUL VOTO: “SI TERRÀ QUANTO PRIMA”

La nuova giunta militare, rispondendo alle preoccupazioni dell’Ecowas che teme una deriva autoritaria e anti-democratica, dove tre Paesi hanno registrato dei golpe, ha già fatto sapere in questi giorni che intende rispettare la data delle elezioni concordata con l’Organizzazione regionale per la fine del 2024. Ai microfoni di Radio France internationale Ibrahim Traore, che al momento dell’intervista ancora non ricopriva la carica di capo della giunta, ha chiarito: “Ci auguriamo che il ritorno al normale ordine costituzionale abbia luogo anche prima di quella data se la situazione lo consentirà”.

PROTESTE ALL’AMBASCIATA DI FRANCIA

Intanto si sono registrate manifestazioni di protesta dei sostenitori del golpe nella capitale Ouagadougou, davanti all’ambasciata di Francia, ex Paese coloniale accusato di non fare abbastanza per fermare la militanza armata. Presenti anche bandiere della Russia, uno Stato che si starebbe proponendo come alternativa alla Francia nell’area in termini di cooperazione militare ed economica.

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