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In Burkina Faso salgono a 77 le donne rapite, l’Onu invoca il rilascio

L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Türk, teme possa trattarsi del "primo attacco di questo tipo rivolto deliberatamente contro le donne"

Pubblicato:17-01-2023 13:26
Ultimo aggiornamento:17-01-2023 13:26
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ROMA – Sarebbe salito a quasi ottanta il numero delle donne che la settimana scorsa sono state sequestrate da guerriglieri armati nel nord del Burkina Faso. Ad aggiornare la cifra – che all’indomani dell’incidente si attestava a cinquanta – sono le testate internazionali che rilanciano le testimonianze raccolte tra gli abitanti dei tre villaggi coinvolti: Boukouma, Wourougoudou e Trignien, nella provincia settentrionale di Soum. Quest’area, non lontana dal confine con Mali e Niger, è da qualche anno preda degli attacchi di milizie armate, anche collegate a organizzazioni jihadiste, che minacciano la vita quotidiana delle regioni del Sahel.

LE TESTIMONIANZE

Radio France internationale rilancia in particolare una ricostruzione dell’incidente fornita da una donna che dichiara di essere riuscita a mettersi in salvo e di cui viene garantito l’anonimato per ragioni di sicurezza. Il primo rapimento di 43 donne, riferisce la donna, è avvenuto giovedì scorso a Boukouma, dopodiché uomini armati ne hanno prese altre 18 a Wourougoudou e poi altre 16 da Trignien. Le donne, conferma la testimone, si erano recate nelle radure circostanti in cerca di cibo, come frutti e foglie. L’economia di quest’area risente infatti da tempo di instabilità e insicurezza, causa di disoccupazione e povertà tra le comunità locali. Un gruppo, ricostruisce ancora Rfi, aveva con sé anche il bestiame, che i guerriglieri hanno preso costringendo le donne a guidarlo verso i nascondigli e seguendole in moto.

VOLKER TURK (ONU): PRIMO ATTACCO RIVOLTO DELIBERATAMENTE CONTRO LE DONNE

L’incidente ha suscitato grande eco nel Paese che tra gennaio e ottobre 2022 ha registrato due colpi di Stato condotti dai militari proprio perché convinti di dover incrementare le azioni a tutela delle regioni del nord, lamentando incapacità da parte delle istituzioni di governo nel contrasto alla crisi. Le autorità della regione del Sahel, dove si trova la provincia di Soum, hanno garantito che la ricerca delle donne è ancora in corso. Sulla vicenda è intervenuto anche l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk, che ha chiesto il “rilascio immediato e incondizionato” degli ostaggi. Volker Türk si è detto “allarmato” da quanto avvenuto, aggiungendo che teme possa trattarsi del “primo attacco di questo tipo rivolto deliberatamente contro le donne“.


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