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Di Battista scende in campo e rafforza la maggioranza di Governo

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:05-10-2020 15:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:00

alessandro di battista
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ROMA – “Guarda lo sanno tutti che Di Battista di strategia politica, dei tempi giusti e di come affrontarli non ha mani capito nulla, zero assoluto. È come Salvini, una battaglia al giorno e poi se gli chiedi ‘Comandante, qual è la strategia? Che si fa?’ ti risponde con un boh, e riparte per un viaggio“, dice una fonte del M5S ben informata di quanto accade dietro le quinte del Movimento.

“Da una parte c’è paura che davvero possa saltare tutto – prosegue – dall’altra che la sua scesa in campo per diventare leader del M5S, da oggi appoggiata da Davide Casaleggio, alla fine spinga tutti gli altri a serrare le fila, stringersi a Conte e proseguire a governare”.

Di fatto, spiegano altre ‘voci’, “già si registra una sintonia ancora più forte tra Di Maio, Conte e il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, tutti determinati a rafforzare l’alleanza di Governo e neutralizzare il ‘barricadero'”. Casaleggio, che oggi ha rivendicato il suo diritto si scrivere quello che vuole sul portale del M5S, spinge perché si arrivi presto a scegliere il nuovo capo politico del Movimento sulla sua piattaforma Rousseau, con la scusa di far votare tutta la massa alla faccia dei dirigenti nazionali.


Al momento l’operazione non sembra riscuotere un gran successo. Il Paese è di nuovo alle prese con l’epidemia che galoppa, si parla di nuove restrizioni da mercoledì, sarebbe veramente da incoscienti rischiare una crisi, mettere a rischio il Governo per trovare un posto a Di Battista e Casaleggio. Il problema però non è solo il M5S.

Anche nel Pd ci sono sussurri e grida, dopo i risultati delle elezioni, qualcuno sta spingendo per aprire una nuova fase politica per rafforzare la il Governo dando più peso alla componente Dem. Si parla di tutto e di più: dal rimpastone al nulla di fatto. Nel primo caso ci sarebbero spostamenti importanti: l’entrata del vicesegretario Pd, Andrea Orlando, come vicepremier o al ministero dell’Interno; alla Difesa, con il ministro Guerini che andrebbe a fare il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio lasciando il posto a Rosato di Italia Viva; cambi interni ai ministeri del Lavoro, Infrastrutture, Mise. Manovra rischiosa, che ha bisogno di un accordo blindato e che proprio l’avventata mossa di Di Battista alla fine potrebbe rendere possibile. Il premier, Giuseppe Conte, al contrario, pensa che i Dem si accontenteranno di veder cancellato il decreto sicurezza made in Salvini al Consiglio dei ministri di domani, che un rimpasto rischia di far saltare i già precari equilibri interni. Se poi ci si mette pure il virus… meglio lasciare stare tutto così. E Conte non se la cava male, perché come diceva l’amico Stanislaw Jerzy Lec: “Bisogna essere decisi anche per tergiversare“.

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