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A Gerusalemme la Polizia irrompe nella moschea Al-Aqsa con i manganelli: “Palese aggressione”

La Polizia ha fatto irruzione nella moschea di Al-Aqsa lanciando granate stordenti e colpendo i fedeli in preghiera con manganelli. I fermi sono stati 400: condanna da Giordania e Egitto che parlano di "aggressione palese"

Pubblicato:05-04-2023 10:42
Ultimo aggiornamento:05-04-2023 20:04

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ROMA – Giordania ed Egitto hanno condannato Israele per quella che hanno definito un’aggressione palese da parte della polizia a fedeli che pregavano nella moschea di Aqsa, luogo santo dell’islam nella città vecchia di Gerusalemme. Nel corso del blitz sono state esplose granate stordenti e colpite con manganelli persone che si trovavano all’interno del luogo di culto. Secondo un bilancio fornito dalla Croce Rossa palestinese, i feriti sono almeno 12, tre dei quali ora ricoverati in ospedale.

FERMATE 400 PERSONE

Fonti dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno reso noto che la polizia ha effettuato almeno 400 fermi. Le persone colpite dai provvedimenti, secondo informazioni concordanti, si trovano ora nel commissariato di polizia di Atarot, a Gerusalemme est, un’area della città occupata da Israele durante la guerra dei sei giorni del 1967.

LA POLIZIA HA PARLATO DI FEDELI TRAVISATI CON PIETRE E BASTONI

A livello internazionale, la Giordania ha il ruolo di custode dei luoghi santi cristiani e musulmani di Gerusalemme. L’Egitto è invece il primo Paese arabo ad aver sottoscritto un accordo con Israele. Il ministero degli Esteri del Cairo ha denunciato “una palese aggressione” a danno di fedeli che pregavano.
La polizia di Israele ha sostenuto che gli agenti sono stati costretti a fare irruzione nella moschea per via della presenza di agitatori con il “volto mascherato” che si sarebbero barricati all’interno con pietre, bastoni e fuochi di artificio. In video filmati da persone che si trovavano ad Al Aqsa si vedono agenti armati colpire con manganelli e si sentono urla di persone, anche femminili.


Dal lato palestinese, il raid è stato condannato sia dal primo ministro dell’Anp, Mohammad Shtayyeh, che da Hamas, il partito politico che governa la Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano Haaretz, a seguito del blitz di Al Aqsa da questa regione palestinese sono partiti 16 razzi in direzione del sud di Israele, in particolare verso le città di Sderot, Erez e Nir Am. I lanci non avrebbero provocato nessuna vittima.
Le forze armate di Tel Aviv hanno poi riferito di aver preso di mira obiettivi a Gaza collegati ad Hamas e un’altra formazione politico-militare, Jihad islamica. Il governo di Israele è guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, dei conservatori del Likud, alleato con partiti della destra di matrice religiosa.

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