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Tg Ambiente, edizione del 4 luglio 2023

Si parla di pesce scorpione, richiami vivi e riciclo del vetro

Pubblicato:04-07-2023 15:09
Ultimo aggiornamento:04-07-2023 16:31

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OCCHI APERTI AL MARE, E’ ARRIVATO IL PESCE SCORPIONE

Avvistati nelle acque calabresi due esemplari di pesce scorpione Pterois miles, specie aliena originaria del Mar Rosso: il primo in località ‘Le Castella’ (Crotone) e il secondo lungo le coste di Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria). Entrato dal Canale di Suez, il pesce scorpione ha già colonizzato con abbondanti popolazioni i settori più orientali del Mediterraneo e si sta velocemente espandendo verso ovest, favorito dall’aumento delle temperature causato dall’emergenza climatica in atto. Segnalata per la prima volta in Italia nel 2016 nella Sicilia sud-orientale, la specie è una tra le più invasive al mondo, nota per aver invaso gran parte delle coste Atlantiche occidentali con imponenti impatti ecologici. Il pesce scorpione è commestibile e ha carni pregiate ma è pericoloso maneggiarlo perché sulle pinne dorsale, anale e pelviche ha spine velenose, molto lunghe e sottili. La puntura può creare gravi danni a chi la subisce, in rari casi anche con esito letale. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosità delle specie resta elevata anche su esemplari morti da diverse ore, anche sui banchi del mercato. Per questi motivi il pesce scorpione, insieme al pesce palla maculato e ai pesci coniglio, è oggetto della campagna ‘Attenti a quei 4!’ patrocinata dai ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, della Salute e dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto – con la collaborazione di Ispra, Cnr e progetto AlienFish. I ricercatori invitano chiunque abbia osservato o catturato uno di questi pesci in acque italiane ad inviare foto/video via WhatsApp al numero 320-4365210 o attraverso il gruppo Facebook Oddfish.

UN’ALTRA TENTATA STRAGE DI ANIMALI SELVATICI IN APPENNINO CENTRALE

Proseguono i tentativi di compiere vere e proprie stragi ai danni degli animali selvatici nei parchi naturali. Durante le operazioni di monitoraggio dei grifoni, nel territorio di Aielli, in località Prati di Cerro, nel Parco Regionale Sirente Velino, il team di Rewilding Apennines insieme al personale del Parco, lo scorso 13 giugno si è imbattuto in una carcassa di maiale cosparsa di veleno, a pochi metri dai resti di un cavallo, consumato quasi completamente da grifoni e altri animali necrofagi. La carcassa non presentava ancora segni di consumo da parte della fauna e questo ha evitato che si verificasse una strage, ciò è stato possibile perché il costante monitoraggio sul territorio ha sortito l’effetto sperato di individuarla in tempo. Quanto accaduto, però, rappresenta un’ulteriore prova di come l’uso del veleno sia ancora diffuso in Appennino centrale, ‘ad opera di chi ancora vede i grandi predatori come antagonisti e non alleati delle proprie attività economiche’, denuncia Rewilding Apennines. Stavolta solo grazie alla presenza costante sul territorio del personale dell’associazione è stato possibile evitare una strage come quella avvenuta un mese fa a Cocullo, dove un intero branco di lupi, nove per la precisione, è stato sterminato insieme ad almeno otto grifoni – di cui due pulli nel nido – e due corvi imperiali. Vittime di individui senza scrupoli e nemici tanto della natura quanto delle loro comunità.

RICHIAMI VIVI, VIAGGIO DELL’ORRORE DA POLONIA A UDINE

Uccelli selvatici nati da pochi giorni, strappati alla vita selvatica in 559 per farne richiami vivi da vendere ai cacciatori. Lo denuncia la Lipu commentando la vasta operazione dei Carabinieri forestali che hanno scoperto un presunto traffico internazionale di animali, denunciando due persone di nazionalità italiana e due di nazionalità polacca. Ipotizzando i reati di ricettazione e maltrattamento di animali, l’azione dei Carabinieri ha fatto sfumare un bottino da 25mila euro: tanto avrebbero percepito i bracconieri dalla vendita degli uccelli. Gli sfortunati esemplari, una volta dotati di un anello identificativo inamovibile contraffatto, avrebbero potuto essere venduti ai cacciatori fino a 200/300 euro, spacciati per richiami legali. Tra le centinaia di uccelli presenti all’interno dell’autovettura di uno dei soggetti italiani varie specie di turdidi (cesene e tordi bottacci), tutti prelevati illegalmente in natura, in territorio polacco. Essendo animali con pochi giorni di vita, e avendo necessità di essere alimentati due volte al giorno, gli uccelli sono stati ricoverati nel Centro di recupero fauna esotica selvatica e tartarughe marine di Terranova (Gorizia). “A sei anni dall’entrata in vigore del Piano nazionale Antibracconaggio possiamo ormai dire che si tratta di uno strumento inutilizzato, che non ha portato alcun reale beneficio alla causa’, denuncia – Aldo Verner, presidente della Lipu-BirdLife Italia. Anzi, il piano ‘rischia oggi di rappresentare una foglia di fico che copre il disimpegno delle istituzioni italiane, sul fronte della lotta al bracconaggio, a quasi tutti i livelli, aggiunge ringraziando i Carabinieri forestali per il loro operato.


TASSO RICICLO VETRO OLTRE L’80%, +4,2% SU 2022

Balzo in avanti del riciclo del vetro in Italia che registra un +4,2%, passando da un tasso del 76,6% nel 2021 all’80,8% nel 2022. Lo dicono i dati presentati dal Consorzio per il recupero del vetro (CoReVe), evidenziando così un nuovo traguardo tagliato dal nostro Paese nella sfida dell’economia circolare. L’Italia infatti non solo si conferma per il 4° anno consecutivo al di sopra del target UE fissato al 2030 – che è del 75% – ma risulta capace, inoltre, di sfondare il tetto dei 2,5 mln di tonnellate di vetro raccolto in un anno. Mediamente ogni italiano ha riciclato 1,6 kg di vetro in più nell’ultimo anno, passando da una media di 41 kg del 2021 a 42,6 kg nel 2022. È stato ridotto cioè, di 100 mila tonnellate il quantitativo di vetro che finisce in discarica, determinando un risparmio di 18 milioni dati dai costi di smaltimento in discarica che sono stati evitati, un risparmio diretto di quasi 4 milioni di m3 di gas e indiretto di quasi 7 milioni di m3 di gas. ‘Stiamo parlando di un risparmio di 4,2 milioni di tonnellate di materie prime, pari a circa 2 volte il volume del Colosseo, che determina un risparmio economico tra il 20 e il 30%’, spiega il presidente CoReVe Gianni Scotti. Inoltre, il riciclo permette di risparmiare per la produzione di vetro il 25% dell’energia e il 25% del gas naturale, con un risparmio di almeno 360 kg di CO2 per tonnellata di prodotto. E’ stata così evitata l’immissione in atmosfera di 2,5 milioni di tonnellate di gas a effetto serra, pari a quelli derivanti dalla circolazione di circa 1,6 milioni di autovetture euro 5 di piccola cilindrata, con una percorrenza media di 15mila km. Dal rottame che le vetrerie hanno complessivamente riciclato derivano inoltre risparmi di energia per oltre 436 milioni di metri cubi di gas, equivalenti ai consumi domestici di oltre 580 mila famiglie italiane o di una città da oltre 1,6 milioni di abitanti. ‘Grazie all’impegno di tutti, puntiamo ad avere un tasso di riciclo che tocchi l’83% nel 2023 e che sfondi l’86% nel 2025’, conclude Scotti.

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