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Wille (Corte suprema del Sudafrica): “Evviva i principi Unidroit”

Il magistrato è a Roma per incontrare i giuristi provenienti da 17 Paesi che partecipano ai corsi di formazione

Pubblicato:04-07-2023 12:29
Ultimo aggiornamento:11-07-2023 18:46

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ROMA – I principi di Unidroit sono un riferimento dove le norme nazionali non arrivano o non aiutano e forniscono soluzioni concrete ai più alti livelli di giurisdizione: lo sottolinea Eduard Derek Wille, giudice della Corte suprema del Sudafrica.

DI NUOVO A ROMA

Il tema è al centro di un’intervista con l’agenzia Dire, realizzata a Roma. In primo piano c’è Unidroit, l’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato, e in particolare il valore dei suoi principi per i contratti commerciali. Chiamato a misurarsi con casi di alto profilo sin dagli anni Ottanta, Wille è nella capitale italiana per incontrare i giuristi, gli avvocati di Stato e gli estensori di testi legislativi che fino al 7 luglio partecipano ai corsi organizzati da Unidroit nella sede di via Panisperna, presso Villa Aldobrandini. Dopo aver preso parte all’edizione dello scorso anno, il giudice torna a dialogare e a confrontarsi, portando la propria esperienza.

GIURISTI DA 17 PAESI DELL’AFRICA

I corsi sono parte dell’International Program for Law and Development, un’iniziativa finanziata dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale giunta alla seconda edizione. A partecipare 22 giuristi, originari di 17 Paesi dell’Africa. Wille, riferendosi alla sua esperienza nell’Alta corte di Città del Capo, in Sudafrica, illustra i numerosi casi nei quali il ricorso all’esperienza di Unidroit gli è stato utile per interpretare le norme del diritto nazionale quando non erano chiare o non risolvevano direttamente la questione.


SOLUZIONI E PRECEDENTI DA RISPETTARE

“I partecipanti a questo corso dovrebbero studiare i principi dell’Istituto perché spesso nel loro lavoro come avvocati o magistrati si troveranno in situazioni nelle quali le norme nazionali non basteranno a dare risposte” sottolinea Wille.

“Allora, qualora la Costituzione lo consenta, potranno far riferimento a questi principi, preziosi, elaborati nel corso di molto tempo; potranno utilizzarli per prendere decisioni e queste decisioni potranno essere assimilate negli ordinamenti giuridici e costituiranno precedenti da rispettare, come è accaduto in Sudafrica, dove sono diventate parte della giurisprudenza”.

MAGNIFICHE COSTITUZIONI”

Wille continua: “Il nostro Paese ha una magnifica Costituzione ma, come tutti sappiamo, il problema è poi l’applicazione” dice il magistrato. “Le sezioni 232 e 233 della Carta fondamentale permettono ai giudici, anzi chiedono loro, di applicare principi internazionali negli ambiti non regolati dalle norme domestiche o dove queste non sono sufficienti”. Gli strumenti di Unidroit sono a disposizione di tutti. “Anche altri Paesi dell’Africa, come il Kenya, che ha una Costituzione molto avanzata, prevedono possibilità simili nelle loro rispettive Carte fondamentali” sottolinea Wille. “Il mio messaggio a magistrati, avvocati, giudici ed estensori di testi legislativi che hanno difficoltà nel loro lavoro è che esistono delle soluzioni: c’è un ponte che permette di superare acque perigliose, perché si possono applicare i principi di Unidroit“.

WILLE (SUPREME HIGH COURT OF SOUTH AFRICA) APPLAUDS UNIDROIT PRINCIPLES

ROME – “The UNIDROIT Principles are a point of reference where national laws cannot reach or do not provide concrete solutions,” said Eduard Derek Wille, Supreme High Court Justice of South Africa.
Justice Wille spoke with press agency Dire, focusing on the International Institute for the Unification of Private Law (UNIDROIT) and on the value of its Principles of International Commercial Contracts. With experience on high-profile cases going back to the 1980s, Justice Wille came to Rome to meet jurists, state lawyers and legislative drafters, who participated in the courses organised by UNIDROIT, at its seat in via Panisperna, at Villa Aldobrandini, through 7 July. Justice Wille had participated in last year’s edition of the IPLD and returned this year to share his experience. The International Programme for Law and Development is financed by the Italian Ministry of Foreign Affairs and in this edition was attended by 22 jurists from 17 African countries. Wille spoke about his experience in Cape Town, South Africa and illustrated many cases where UNIDROIT’s instruments were useful to interpret national law in cases where national law was clear or would not solve a matter directly. “Participants in this course should study the Institute’s Principles because often, in their work as lawyers or magistrates, they will find themselves in situations where national regulations won’t give enough answers”, says Justice Wille. “Thus, if the Constitution allows for it, they will be able to refer to these precious Principles, that were developed over a long period of time; they will be able to use them to render decisions, and such choices will be assimilated into legal systems and will set precedents to be followed, as happened in South Africa, where they have become part of the legislation”. Wille continued, “Our country has a magnificent Constitution, but, as we all know, applying it is another issue. Sections 232 and 233 of South Africa’s Constitution allow and even require judges to apply international principles in areas not regulated by domestic norms or where domestic norms are insufficient”. UNIDROIT’s instruments are available to everyone. “Even other African countries, such as Kenya, also provide for similar opportunities in their respective constitutions,” emphasised Wille. “My message to magistrates, lawyers, judges and legislative drafters who may encounter difficulties in their work, is that there are solutions: there is a bridge that allows you to cross dangerous waters, because you can apply the UNIDROIT Principles”.

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