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La stella del basket femminile Usa Brittney Griner resta in carcere in Russia. “E se lì ci fosse LeBron?”

L'arresto è avvenuto all'aeroporto di Mosca, con l'accusa di possesso di olio di hashish: rischia fino a dieci anni. La Casa Bianca la definisce "detenuta ingiustamente"

Pubblicato:04-05-2022 13:32
Ultimo aggiornamento:04-05-2022 14:07

brittney griner
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ROMA – Brittney Griner da più tre mesi è in un carcere russo. La superstar del basket americano è al centro di un caso diplomatico che procede più o meno silenzioso. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti l’ha riclassificata ufficialmente come “detenuta ingiustamente”. Si tratta di un passo avanti in una storia paradossale per il contrasto tra la notorietà di Griner e il clamore (non) suscitato da questa vicenda. È come se LeBron James fosse finito a fare l’ostaggio politico della Russia, impegnata in una guerra d’aggressione condannata da tutto il mondo occidentale.

CHI È BRITTNEY GRINER

Griner, due volte medaglia d’oro olimpica, una che ha vinto i campionati NCAA, WNBA e l’Eurolega, è una rock star del basket femminile. Ostenta il suo anticonformismo di genere, è una donna nera e omosessuale al suo secondo matrimonio e un’orgogliosa attivista LGBTQ+. Pochi odiano i valori che incarna più di Vladimir Putin. Ed è anche rappresentativa di un sistema economico che funziona al contrario di quello maschile, con le migliori giocatrici Usa costrette a “svernare” nella pausa del campionato all’estero, per guadagnare cifre che la WNBA non garantisce.

Griner ha cominciato nel 2014, volando a Hangzhou, in Cina, fresca di college, solo per soldi. Come scelta numero 1 nel draft WNBA 2013 guadagnava 49.000 dollari alla sua prima stagione per i Phoenix Mercury. Allo Zhejiang Golden Bulls ne prendeva 600.000. La metà della WNBA “arrotonda” in paesi come Cina, Russia, Turchia e Francia. Griner giocava all’UMMC Ekaterinburg dal 2015 ed era pagata più di un milione di dollari l’anno, rispetto ai circa 228.000 dollari di Phoenix. In pratica per il basket femminile quella negli Stati Uniti è “bassa stagione”.


L’ARRESTO IN RUSSIA

Mosca sostiene di averla beccata con olio di hashish all’aeroporto di Sheremetyevo, un crimine punibile con dieci anni di carcere. “Perché dovremmo saltare alla conclusione che questa donna di colore è una criminale e che i funzionari russi non stanno mentendo? – chiede il Guardian – Dopo anni passati attraverso la dogana in Russia, davvero pensiamo che Griner ora si faccia beccare con dell’olio di hashish in valigia? L’accusa di “trasporto di droga su larga scala” da parte delle autorità russe sarebbe ridicola se la posta in gioco non fosse così terribilmente alta”. “Il tempo del silenzio è ormai finito”, scrive ancora il Guardian.

GRINER ANCORA IN CARCERE

Il caso Griner si trascina dalla metà di febbraio. Un tribunale di Mosca ha recentemente annunciato che la sua detenzione sarà prolungata fino al 19 maggio. Secondo Tom Firestone, ex consulente legale dell’ambasciata americana a Mosca, potrebbe essere trattenuta senza processo in carcere per un massimo di 18 mesi. Ora il cambio di politica dalla Casa Bianca potrebbe aiutare ad abbreviare la sua pena, ma potrebbe facilmente peggiorare visto lo stato di tensione tra Stati Uniti e Russia.

E SE AL SUO POSTO CI FOSSE STATO LEBRON?

“Griner – scrive ancora il Guardian – è di fatto un ostaggio politico in un paese violento e omofobo gestito da un sociopatico che una volta definì l’insegnamento della fluidità di genere un crimine contro l’umanità. Quando il silenzio cooperativo diventa una negligenza complice? La risposta è ‘adesso’. L’annuncio del Dipartimento di Stato non lascia dubbi”. “Immaginate che invece di una donna nera di due metri, tatuata, con i dreadlocks, in una prigione russa ci fosse una bella bionda con un marito a casa. E se al suo posto ci fosse LeBron James o Steph Curry? O Tom Brady? La gente sarebbe impazzita”.

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