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Gaza, monito di Londra a Netanyahu: attesa per la chiamata di Biden

Il primo ministro britannico Sunak: "Se non ci saranno cambiamenti per la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, dovremo dichiarare Israele Paese che viola il diritto umanitario internazionale"

Pubblicato:04-04-2024 15:03
Ultimo aggiornamento:04-04-2024 20:34

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ROMA – Israele ponga fine alle restrizioni sugli aiuti umanitari e protegga la popolazione civile nella Striscia di Gaza: è la richiesta formulata al primo ministro Benjamin Netanyahu dal suo omologo britannico Rishi Sunak. Del contenuto della conversazione, avvenuta al telefono, ha riferito il governo di Londra attraverso un comunicato. “Il primo ministro ha detto che troppi operatori umanitari e civili hanno perso la vita a Gaza e che la situazione è sempre più intollerabile” si legge nel testo. “Il Regno Unito si aspetta di vedere un’azione immediata da parte di Israele per porre fine alle restrizioni sugli aiuti umanitari, superare il conflitto con le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie, proteggere i civili e ripristinare infrastrutture vitali”. La nota è stata diffusa dopo che l’emittente israeliana Channel 13 aveva riferito di avere una trascrizione del colloquio. Stando alla versione diffusa dalla testata, nella notte tra martedì e mercoledì, Sunak avrebbe ammonito Netanyahu: “Se non ci saranno cambiamenti per la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, dovremo dichiarare Israele Paese che viola il diritto umanitario internazionale”.

Lunedì scorso, in un raid delle forze di Tel Aviv sono stati uccisi sette operatori dell’ong americana World Central Kitchen, tre dei quali di nazionalità britannica. Attesa per oggi anche una telefonata tra Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. In relazione al bombardamento di lunedì, il governo isrealiano ha ammesso di aver commesso “un grave errore” e promesso un’inchiesta. Biden si è comunque detto “indignato” e ha accusato Tel Aviv di non fare abbastanza per garantire l’incolumità degli operatori umanitari. Secondo una comunicazione del governo di Gaza, dall’inizio dei raid israeliani sulla Striscia il 7 ottobre sono state uccise oltre 33mila persone. La tensione è però alta non solo nella regione palestinese ma in tutto il Medio Oriente.

Secondo Al Mayadeen, un’emittente panaraba di base a Beirut, la Cia avrebbe informato Tel Aviv che l’Iran potrebbe sferrare un attacco contro il suo territorio nelle prossime ore. Si tratterebbe di una risposta a un altro bombardamento compiuto da Tel Aviv, sempre lunedì scorso. In questo caso a essere colpito il consolato di Teheran a Damasco, la capitale della Siria. Nel bombardamento sono stati uccisi due comandanti dei Corpi dei guardiani della rivoluzione dell’Iran, il generale Mohammad Reza Zahedi e il suo vice Mohammad Hadi Hajriahimi. Un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanana, ha dichiarato che la Repubblica islamica “si riserva il diritto di reagire e di decidere il tipo di risposta e punizione dell’aggressore”.


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