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Coronavirus, si aggravano le condizioni dei due coniugi cinesi ricoverati allo Spallanzani

Sono in terapia intensiva dopo una insufficienza respiratoria. Ricoverate 11 persone con i sintomi, in corso i test

Pubblicato:04-02-2020 12:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:56
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ROMA – Si sono aggravate le condizioni di salute della coppia di cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, attualmente ricoverati presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.

Secondo l’ultimo bollettino medico “nelle ultime ore hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. I pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le attuali condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi”.

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RICOVERATI 11 SINTOMATICI, IN CORSO I TEST

All’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani “sono ricoverati in questo momento 11 pazienti sintomatici provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia. Tutti sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt’ora in corso”. Lo fa sapere l’Istituto nell’ultimo bollettino.

“Per quanto riguarda le 20 persone che non presentano alcun sintomo e che hanno avuto contatto con la coppia cinese positiva all’infezione da nuovo coronavirus, continuano ad essere osservate- si legge nel bollettino-. Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni. A tutte le persone di nazionalità cinese attualmente ospitate vengono serviti pasti tipici della cultura cinese e sono assistiti da mediatori volontari che si occupano di agevolare le comunicazioni. La loro permanenza nella struttura sanitaria segue gli accorgimenti che l’ospedale è uso assicurare a tutti i pazienti”.

Infine, l’Istituto Spallanzani precisa che “ad oggi sono stati dimessi 26 pazienti dopo il risultato negativo del test per la ricerca del nuovo coronavirus”.

SILERI: FUORI DA CINA TREND STABILE, CONTENIMENTO SEMBRA FUNZIONI

“Mentre la curva di crescita dei casi di coronavirus in Cina è costante, per quanto riguarda i casi fuori dalla Cina, negli altri Paesi, inizia un trend non verso il basso, ma di stabilità, il che significa che le misure di contenimento probabilmente stanno funzionando. È un po’ presto per dirlo, il trend però sembrerebbe quello del contenimento“. Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rispondendo ai giornalisti al ministero della Salute sugli aggiornamenti rispetto al monitoraggio della diffusione del coronavirus in Cina e fuori.

“Abbiamo visto che c’è un nuovo caso in Belgio- aggiunge Sileri-. Mi sembra di aver capito che è un caso di connazionali che furono rimpatriati, ma probabilmente il numero dei casi fuori dalla Cina dovrebbe rimanere stabile e, forse, piano piano, scendere. Questo lo speriamo, ma è un po’ presto per dirlo”, conclude.

SILERI: “PSICOSI COLLETTIVA CORRE PIÙ DEL VIRUS”

“C’è una psicosi collettiva che corre più del virus, sono paure che non hanno alcuna base scientifica. Andare al ristorante cinese non comporta nulla, non c’è possibilità di contagio”, dice ancora il viceministro Sileri. “Il contagio può avvenire solamente a contatto con persone che provengono da un’area geografica specifica, siano essi cinesi, europei o di qualunque altra nazionalità- ribadisce Sileri-. In questo caso chi proviene da quell’area ed è stato a contatto con qualcuno che è potenzialmente infetto può a sua volta essere infetto, ma parliamo di un’area geografica. Ora i voli sono stati bloccati, i voli indiretti sono sempre più controllati, quindi si è cercato di confinare l’epidemia dov’è”.

Conclude il viceministro della Salute: “Ripeto: in Italia ci sono stati solo due casi, i turisti cinesi provenienti da quell’area e atterrati il 23 genaio. Nessuno sta sottovalutando il problema, la nostra forza deve essere quella di contenere e isolare i casi, quindi impedire che arrivino e, una volta individuati, isolarli e curarli”.

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