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Elezioni, la dura vita del social media manager di partito

Parla Raffaele Marino, docente di comunicazione e social media manager di Centro democratico che ha seguito le elezioni per la lista +Europa che unisce Emma Bonino e Bruno Tabacci.

Pubblicato:03-03-2018 11:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:33
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ROMA – Una campagna elettorale avvelenata, piena di insulti e rabbia, di tutti contro tutti. È dura la vita del social manager di partito, che sui social deve combattere contro i provocatori di professione, che non sentono ragioni, attaccano e basta.

Parla Raffaele Marino, docente di comunicazione e social media manager di Centro Democratico che ha seguito le elezioni per la lista +Europa che unisce Emma Bonino e Bruno Tabacci.

Prima di tutto, spiega, servono “ironia e preparazione”, quanto agli insulti arrivano soprattutto “da anziani. A molti ho chiesto di spiegare perché tanto astio. Scrivono che sono stufi. Eppure appartengono alla generazione che ha avuto grandi possibilità, a differenza dei giovani. Più penalizzati ma più disponibili al dialogo”.


In campagna elettorale i principali social network si trasformano nelle moderne agorà. O nella versione 2.0 del bar del paese, dove tutti si sentono in diritto di argomentare e offendere. Spesso in maniera pretestuosa o senza avere le conoscenze base sull’argomento affrontato.

“Ancora più difficile è stata questa campagna elettorale, contraddistinta dalle tanto invocate fake news e dall’ingresso sui social di un esercito di utenti, spesso finti, pronti a inondare la rete di insulti e invettive rivolti ai profili dei principali personaggi e partiti politici” dice ancora Marino.

Come si affrontano i leoni da tastiera? Quelli che invocano la rivoluzione, purché la faccia qualcun altro mentre loro stanno comodi sul divano? “Con l’ironia. E offrendo, ogni tanto, qualche lezione di diritto. Che ad alcuni non fa mai male… Le piattaforme social sono il luogo principe dove esprimere liberamente il proprio pensiero. Ma alcuni confondono il diritto di parlare con il diritto di insultare. Nella nostra pagina accogliamo le opinioni di tutti, anche quelle contrastanti con le nostre, però ho dovuto cancellare alcuni commenti perché osceni. Ma è normale che non puoi venire nel mio spazio a insultarmi, oltretutto mentre lavoro. Molti, invece, pensano di poterlo fare”.

Come ci si comporta di fronte a insulti e minacce sui social? “Agli attacchi- spiega Raffaele
Marino social media manager di Centro democratico che ha seguito le elezioni per la lista +Europa che unisce Emma Bonino e Bruno Tabacci- si risponde facendo capire all’utente che ognuno di noi può esprimere la propria opinione, ma sempre rimanendo nei limiti della conversazione civile- aggiunge Marino- purtroppo, spesso quelli che insultano non hanno il minimo desiderio di confrontarsi. Sono militanti in alcune formazioni politiche e la loro unica preoccupazione è scrivere sulla bacheca di chiunque che voteranno 5stelle o Lega”.

Facendo una rapida statistica, “almeno per quanto riguarda i nostri canali social, gli insulti arrivano soprattutto da persone anziane, spesso pensionati. A molte ho chiesto di spiegare perché tanto astio e le loro risposte sono state generiche, mi hanno detto che sono stufi. E allora mi viene spontaneo domandarmi per quale motivo, di che cosa si siano stufati. Appartengono alla generazione che ha avuto tanto rispetto ai giovani. Questi ultimi, invece, pur essendo stati penalizzati dalla crisi, sono più disponibili ad avviare un dialogo. Superato lo scontro iniziale, accettano il confronto, anche ironico e tagliente. Sono meno ossessionati dall’insulto fine a se stesso”.

Certo, non è sempre facile mantenere i nervi saldi e le mani calme sulla tastiera. Ma è più semplice se si trae spunto direttamente da chi attacca. A Francesco che scrive: “Tabacci lei ha 90 anni, non sarebbe ora di andare a casa a coltivare pomodori?” la pagina risponde con sarcasmo: “Veramente Tabacci ha 72 anni ed ha origine contadine, il che lo rende pratico nei lavori agricoli. Lei ha qualcosa di interessante da dire?”.

A Gabriele: “Dai miei calcoli risulta che il vostro partito non raggiungerà nemmeno il 4% per l’ingresso in Parlamento”, CD risponde impassibile: “Per entrare in Parlamento serve il 3%, ma
noi lo supereremo”. Ci sono gli utenti ai quali rispondere a tono, come Cosetta: “Sentire Tabacci che come  prima cosa attacca il Movimento quando il pericolo maggiore è il ritorno di Berlusconi…” CD spiega: “Tabacci non fa altro che ricordare come i 5Stelle siano ambigui nel loro approccio alla politica. Le parlamentarie non hanno avuto la trasparenza promessa, trasformandole in un’operazione simile alla candidatura degli amici degli amici. Si voleva solo riflettere su questo aspetto. Buonasera”.

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