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Parte la corsa di Francesco Rocca alla Regione Lazio: ed è già toto-Giunta nel centrodestra

L'ex presidente della Croce Rossa si presenta: le idee, il programma e le prime ipotesi per gli assessori della giunta, da Ghera ad Angelilli e Santori

Pubblicato:03-01-2023 17:51
Ultimo aggiornamento:04-01-2023 13:29

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ROMA – Il manager della sanità, come lui stesso si è definito, è pronto a conquistare la Regione Lazio in occasione delle elezioni del 12 e 13 febbraio. La corsa di Francesco Rocca, romano, classe 1965, ex presidente nazionale della Croce Rossa e della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, è partita questa mattina dallo stesso luogo in cui era finito tutto per il centrodestra laziale, quel palazzo Ripetta cornice dell’addio dell’allora governatrice Renata Polverini.

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È un cerchio che si chiude. Ma al di là delle coincidenze storiche, il contesto all’interno del quale ha mosso i primi passi il candidato del centrodestra Francesco Rocca è completamente cambiato rispetto a dieci anni fa. Allora il premier era il tecnico Mario Monti. Oggi l’Italia è guidata dal primo Governo presieduto da un esponente della destra, Giorgia Meloni. E Palazzo Ripetta, due decadi fa teatro drammatico della fine di un’esperienza politica, oggi era una bolgia pronta ad esplodere ad ogni passaggio di Rocca. Con gli stati maggiori del nuovo esecutivo nazionale seduti in prima fila a spellarsi le mani per le varie proposte del programma.


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C’erano un po’ tutti ad ascoltare il possibile futuro presidente della Regione Lazio. Ministri, sottosegretari e futuri assessori. Mancavano solo Giorgia Meloni e i leader nazionali, presenti però virtualmente con tweet e note stampa. Schierati, ad esempio, alcuni membri di governo come Francesco Lollobrigida e l’azzurro Antonio Tajani. Per la Lega il sottosegretario Claudio Durigon e il suo collega Vittorio Sgarbi. Ed ancora, in ordine sparso, Fabio Rampelli, a lungo papabile candidato, così come Paolo Trancassini e Chiara Colosimo, anche loro presenti. E poi il presidente del gruppo Noi moderati, Maurizio Lupi, il responsabile dell’organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, e Lorenzo Cesa per l’Udc. C’erano Luciano Ciocchetti e Maurizio Gasparri. In sala, infine, qualche assessore ‘in pectore’, anche se dallo staff di Rocca fanno sapere che la questione non è stata ancora affrontata ufficialmente.

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I NOMI DELLA POSSIBILE NUOVA GIUNTA

La possibile Giunta non sarà annunciata nella sua totalità nei prossimi giorni. “Ci saranno tecnici, probabilmente al Bilancio e alla Sanità“, ha spiegato una fonte alla Dire, per poi aggiungere: “Come sempre, poi, chi prenderà più voti potrà aspirare a diventare uno degli assessori della futura Giunta”, anche se Rocca in persona ha chiarito che “saranno competenza e merito a guidare le scelte di chi mi accompagnerà come assessore in Giunta”.

Ecco, però, che i recordaman di preferenze regionali diventano subito nomi papabili come assessori: tra loro Fabrizio Ghera, Roberta Angelilli, Massimiliano Maselli o Antonello Aurigemma per FdI o Fabrizio Santori e Giuseppe Cangemi per la Lega, tanto per fare qualche esempio. Bisognerà aspettare anche la presentazione delle liste, prevista tra il 12 e il 13 gennaio. Di sicuro ci sarà anche una Lista Civica Rocca.

LE IDEE DI ROCCA SUL PROGRAMMA

E ancora qualche giorno ci vorrà per il programma, anche se Rocca oggi ha già mostrato idee chiare su alcuni argomenti. Sulla sanità il candidato presidente del centrodestra punterà alla riduzione delle liste di attesa che causano “un’emigrazione in altre Regioni per curarsi che trovo un’umiliazone e che io voglio superare con tutte le mie forze”. Per Francesco Rocca, poi, “pubblico e privato potranno convivere insieme. Ma non deciderà il privato per la Regione, bensì il pubblico”.

Sempre sul programma, sul tema della casa, infine, Rocca ha detto di voler puntare al rafforzamento dell’Ater. In arrivo, in caso di vittoria, “un nuovo piano casa” così come “un nuovo piano rifiuti” che punti sulla raccolta differenziata: “Il Lazio è al 18esimo posto come Regione in quanto a differenziata – ha concluso – Un disastro. Bisogna ripartire da questo per chiudere il ciclo dei rifiuti. Il termovalorizzatore da solo non è la risposta“.

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