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Calenda avverte Letta: “Da noi niente voti a chi ha inventato partiti all’ultimo secondo”

Azione e Più Europa scrivono una lettera al leader dem: "Molto preoccupati di come si va costruendo l'alleanza repubblicana. Se proprio si vuole candidare chi non ha votato la fiducia a Draghi, lo si faccia nel proporzionale"

Pubblicato:01-08-2022 15:22
Ultimo aggiornamento:01-08-2022 17:22

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ROMA – “Siamo molto preoccupati di come si va costruendo l’alleanza Repubblicana”. Comincia così la lettera inviata da vertici di Azione e Più Europa al segretario del Pd, Enrico Letta, e rilanciata da Carlo Calenda su Twitter. “La scelta di includere sempre più persone che hanno votato la sfiducia a Draghi o ne avversano pubblicamente l’agenda, e la mancanza di risposta sui punti programmatici proposti, rendono debole e contraddittoria un’eventuale comune proposta di Governo. Solo così si battono i sovranisti”.

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LE RICHIESTE DI CALENDA A LETTA

Per Azione e Più Europa, sono due i “punti imprescindibili per portare a un accordo in vista delle elezioni del 25 settembre: “Non un voto di +Europa e Azione può andare a persone che non hanno votato la fiducia a Draghi, che sostengono la necessità di abbandonare quella agenda o che hanno inventato partiti all’ultimo secondo“. La soluzione ai Dem la offre la stessa lettera: “Se è vostro fermo desiderio candidare queste persone fatelo non negli uninominali ma nel proporzionale. Del resto noi abbiamo preso l’impegno di evitare candidature ‘difficili’ per gli elettori del Pd nei collegi uninominali”.

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I NODI DA SCIOGLIERE SUI PROGRAMMI

La seconda richiesta è di avere maggiore “omogeneità” nei programmi. Per Azione e Più Europa, “la nostra proposta per un’agenda repubblicana contiene tanti elementi che ci accomunano, dal salario minimo ai diritti. Ma su infrastrutture energetiche, revisione (non abolizione) del reddito di cittadinanza, politiche fiscali e di bilancio occorre trovare punti di compatibilità”.

“Questi temi ti sono noti da giorni. Il tempo stringe – sottolineano dai partiti di Calenda e Bonino -. Ti chiediamo rapidamente una risposta”, è l’appello finale a Letta.

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CALENDA: “NO A IMBARCARE DI TUTTO”

Poi, su Twitter, Calenda spiega: “Se l’idea del Pd è ‘imbarchiamo di tutto, facciamo come ci pare, tanto se non accettate vi accusiamo di far vincere la Meloni’; non funzionerà. Non abbiamo accettato la stessa logica su Conte/campo largo. Nel caso fermeremo la destra sul proporzionale battendoci a viso aperto”.

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Il leader di Azione assicura: “Non abbiamo posto veti sulle persone, ma solo chiesto che i nostri voti non vengano usati per eleggere persone che rappresentano tutto ciò che abbiamo combattuto in questa legislatura. Non abbiamo chiesto ‘un solo programma’ ma un minimo di coerenza per essere credibili”.

Esiste una profonda differenza tra alleanza e sottomissione. Nel primo caso si discute e si trova un
compromesso, nel secondo non saprei dire. Non appartiene alla nostra cultura”, puntualizza Calenda.

“AL PD ABBIAMO CHIESTO IL MINIMO SINDACALE”

Quello che Azione ha chiesto al Pd “a me sembra davvero il minimo sindacale per non mettere insieme una accozzaglia, piene di idee diverse, totalmente incoerente e di scarsa qualità. Se la risposta sarà no, intanto che arrivi una risposta perché la stiamo aspettando da molto tempo, allora, caro Enrico Letta, la responsabilità della rottura sarà interamente tua e noi a viso aperto andremo a combattere con una proposta di governo credibile, nel proporzionale, per bloccare l’avanzata della Meloni”. In un video su Twitter, Calenda torna a parlare di alleanze e spiega”dove siamo nella discussione con il Pd”.

A Letta, il leader di Azione ricorda: “Abbiamo chiesto di non candidare nei collegi uninominali Fratoianni che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi, di non candidare Bonelli che non vuole rigassificatori e termovalorizzatore a Roma, non candidare Di Maio che ha distrutto tutto il lavoro fatto allo Sviluppo economico ed è stato uno dei politici più trasformisti della storia“.

Tutto ciò, prosegue Calenda, vuol dire “non ci chiedere di prendere i nostri voti e di mettere il nostro simbolo di Azione e +Europa per eleggere queste persone” e “allo stesso modo noi non candideremo personalità divisive, perché bisogna unire per vincere“.

Questa, conclude il leader di Azione, “è una cosa di buon senso, di serietà”, chiedendo anche al segretario Pd “un minimo di programma” e se “si può avere una risposta chiara su termovalorizzatori e rigassificatori, perché altrimenti non c’è più nessuna agenda Draghi“.

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