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“Verità per Marielle”, a Roma parlano le compagne dell’attivista uccisa in Brasile

La mobilitazione internazionale per chiedere giustizia per Marielle Franco, uccisa in Brasile meno di un ano fa, ha toccato anche Roma

Pubblicato:10-12-2018 11:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:53
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ROMA – “Le indagini restano molto lente e finora non ci sono risposte dallo Stato brasiliano: l’assassinio di Marielle è stato un crimine politico, ci sono agenti dello Stato, persone potenti dietro questo atto. Per questo portiamo avanti questa mobilitazione internazionale. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e per chiedere, insieme: chi ha ucciso Marielle?” Monica Benicio ha incontrato l’agenzia ‘Dire’ nel corridoio di un’università romana, poco prima di un’assemblea del movimento femminista ‘Non una di Meno’. Porta tatuato sul braccio il volto della sua ex compagna, della militante per i diritti umani e attivista politica uccisa tra il 14 e il 15 marzo scorsi a Rio de Janeiro, e ha il suo nome scritto a grandi caratteri bianchi sulla maglietta.

Lotta come Marielle Franco” si legge, in inglese, sul cotone nero. “Significa lottare come ogni femminista, come ogni persona che crede in una società più giusta ed ugualitaria” dice Monica, arrivata a Roma dal Brasile insieme a Fernanda Chaves, la giornalista ed ex collaboratrice di Marielle che era con lei al momento dell’agguato. “È stata uccisa perché era una leader, perché stava crescendo a livello nazionale, proprio mentre avanzava anche l’estrema destra” racconta Fernanda alla platea di centinaia di giovani, soprattutto donne.

“La vittoria di Marielle alle elezioni municipali del 2016 è stata un vero e proprio fenomeno, le previsioni più ottimiste erano di 10mila voti e invece è stata la quinta consigliera più votata di Rio de Janeiro, la seconda donna per numero di preferenze in tutto il Brasile. Ha provocato una scossa nel Consiglio, composto da uomini bianchi, vecchi, ricchi… Tutti gli assistenti di Marielle rappresentano una composizione sociale completamente diversa: erano donne, nere, lesbiche…”.


“Si scherzava, a lavoro, dicevamo che io ero la ‘quota bianca’” aggiunge Fernanda in un sorriso. “Marielle è morta proprio per questo, perchè era ‘donna, nera, lesbica, figlia della favela, audace‘”. “Mulher, negra, lesbica, favelada, abusada” sono le parole che ricorrono nel ricordo che le due donne fanno della loro compagna di vita e di lavoro: “Marielle è stata uccisa perché, agli occhi dei suoi aguzzini, rappresentava il corpo più irrilevante” a parlare è nuovamente Monica. “Ora, se non riusciamo a dare una risposta su chi ha ucciso Marielle, diamo il messaggio che è possibile, legittimo uccidere quelli che lei rappresentava: i neri, i poveri, la gente delle favelas”.

https://youtu.be/YHa-GLpnrMk

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