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Mutamenti del clima spingono i vigneti in alto e al Nord; Soldini: “E’ emergenza, ora basta plastica in mare”; A Napoli torna Energymed, tutto sulle rinnovabili

Edizione del 4 aprile 2018

Pubblicato:04-04-2018 13:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:43

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MUTAMENTI CLIMA SPINGONO VIGNETI IN ALTO E A NORD

I cambiamenti climatici minacciano una delle produzioni chiave del Made in Italy: il vino. Entro la fine del secolo la sua geografia “sarà inevitabilmente mutata”: meno superfici coltivate a vite e un’espansione dei vitigni in regioni o fasce altimetriche oggi marginali o inadatte. A livello mondiale si stima un aumento delle quote altimetriche di circa 800 metri e uno spostamento di 650 chilometri di latitudine verso nord, ad esempio in direzione dell’Europa centro-settentrionale. In molte regioni montuose c’è già la ‘corsa verso l’alto’ dei vigneti e a livello di temperature a fine secolo Torino rischia di raggiungere in estate i 54 gradi di Karachi, con il clima delle Langhe simile a quello del Pakistan. Lancia l’allarme Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana. Se non si agirà subito, spiega durante un convegno dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, “a fine secolo sarà possibile un Pianeta 5 gradi più caldo e ciò sarebbe catastrofico”, perché 5 gradi a livello globale “in Pianura padana e nelle città del nord Italia significano 8 gradi in più”. Per il vigneto “significa passare da condizioni europee a condizioni africane”, avverte Mercalli. Cosa fare? Oltre a impegnarsi nella riduzione dei gas serra si dovranno selezionare viti più adatte alle nuove condizioni di elevato calore e siccità.

SOLDINI: E’ EMERGENZA, ORA BASTA PLASTICA IN MARE

“Negli ultimi dieci anni si è prodotta nel mondo più plastica che negli ultimi cento, al punto che in mare ormai la situazione è al tracollo. Qualcosa si è mosso, ma bisogna fare molto di più, e la soluzione non può che partire da noi consumatori: basta plastica”. Il velista Giovanni Soldini lancia l’appello dall’università Bicocca di Milano. “Ci sono delle isole di plastica con oggetti che vengono radunati dalle correnti, e salta subito all’occhio a chi naviga in mare aperto come me che c’e’ un’emergenza in atto”, denuncia Soldini. Con il trimarano ‘Maserati’, con il quale ha battuto il record per la Rotta del Tè da Hong Kong a Londra, “abbiamo rotto il timone tre volte in sei mesi per collisioni inattese”, racconta, “i mari asiatici sono in condizioni tali che la navigazione è ormai diventata pericolosa”. Cosa fare? Dovremmo “cercare di diventare sempre più consapevoli e consumare con intelligenza”, avverte il velista, ad esempio scegliendo prodotti nel cui imballaggio vi sia meno plastica o che usino bioplastiche.


ITALIA IN CAMPO PERCHE’ UNESCO TUTELI TRANSUMANZA

‘La Transumanza’ sia tutelata quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità: a presentare la candidatura all’Unesco l’Italia, capofila, insieme a Grecia e Austria. La pratica tradizionale della Transumanza rappresenta la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano in differenti zone climatiche percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi. Il viaggio dura giorni e si effettuano soste in luoghi prestabiliti, le ‘stazioni di posta’. Si tratta di un elemento culturale dal forte contenuto identitario ed è ancora oggi praticata nel Centro e Sud Italia, ma pastori transumanti sono in attività anche nell’area alpina, in particolare in Lombardia e in Alto Adige. Avviato il processo di valutazione internazionale, la decisione del Comitato di governo dell’Unesco è attesa per il novembre 2019.

FIUME CONGO, ARRIVA ACCORDO SU TORBIERE TROPICALI

I governi di Brazzaville e Kinshasa hanno firmato un accordo storico per tutelare le torbiere tropicali della Cuvette Centrale, nel bacino del fiume Congo, le più grandi del mondo nel loro genere con una superficie pari a quella del Regno Unito. La ‘dichiarazione di Brazzaville’, così si chiama l’accordo, incoraggia una migliore gestione delle torbiere che conservano, stoccata al loro interno, una quantità di carbonio che equivale a tre anni di emissioni di gas serra da fonti fossili a livello globale. Se le torbiere si degradassero o le zone umide della Cuvette Centrale si asciugassero, questa enorme quantità di carbonio verrebbe rilasciata nell’atmosfera aggravando la già drammatica situazione climatica del Pianeta. “Le torbiere si sono sviluppate in più di 10mila anni ma possono essere distrutte nello spazio di qualche giorno se l’utilizzo del suolo non è conforme alla loro natura”, avvertono dalle Nazioni unite. A dare supporto alle misure di tutela l’Indonesia, il Paese più avanzato nella tutela delle torbiere tropicali.

A NAPOLI TORNA ENERGYMED, TUTTO SULLE RINNOVABILI

Diecimila metri quadrati per scoprire le nuove frontiere delle energie rinnovabili. A Napoli torna EnergyMed, l’undicesima edizione della mostra convegno sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, dal 5 al 7 aprile alla Mostra d’Oltremare. “E’ una grande occasione per conoscere le novità che possono far risparmiare tanto alle famiglie quanto alle imprese, penso alle nuove caldaie, agli innovativi pannelli solari che possono essere usati sia nelle aziende che negli appartamenti”, spiega Michele Macaluso, direttore di Anesa e organizzatore di EnergyMed, “ospiteremo 20 workshop con i maggiori esperti nazionali ed europei della materia così da informare portatori di interesse e semplici curiosi sulle novità più interessanti che riguardano un settore che è in piena evoluzione e segna tassi di crescita a due cifre”. Quattro le sezioni di EnergyMed, dedicate all’efficienza energetica con ‘EnerEfficiency’, al riciclo con ‘Recycle’, alla mobilita’ sostenibile con ‘Mobility’ e all’automazione con ‘Automation’.

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