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RECENSIONE | ‘Top Gun: Maverick’, non solo amacord: con Tom Cruise si vola

Presentato ‘Fuori concorso’ al Festival di Cannes, il sequel del cult del 1986 debutta al cinema il 25 maggio

Pubblicato:24-05-2022 16:05
Ultimo aggiornamento:24-05-2022 16:08

top gun maverick
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ROMA – Non si è mai troppo vecchi o troppo giovani per ‘Top Gun‘. E non si è nemmeno troppo vecchi per riportare al cinema Pete ‘Maverick’ Mitchell, sfrecciare tra le nuvole con un aereo e sentire il vento in faccia, in sella a una moto con gli iconici ‘aviator’ di RayBan e il giubbotto di pelle. Questa volta non sulle note di ‘Take My Breath Away’ dei Berlin ma su quelle di ‘Hold My Hand’ di Lady Gaga. Sono passati oltre trent’anni dall’apparizione di Tom Cruise sullo schermo nei panni dell’iconico pilota, che ha fatto sognare tante generazioni non solo per la sua bellezza ma anche per la storia d’amore con l’istruttrice Charlotte ‘Charlie’ Blackwood. Eppure sembra che per Cruise il tempo non sia mai passato.

Un mito senza tempo, diventato un simbolo capace di fare cinema, di tenere incollati gli spettatori alla poltrona. Lui, la sintesi perfetta di quel cinema che continua ancora a far battere il cuore. Allacciate le cinture: con ‘Top Gun: Maverick’, il sequel del cult del 1986, si vola… in tutti i sensi.

IL RITORNO DI MAVERICK

Presentato ‘Fuori concorso’ al 75esimo Festival di Cannes e nelle sale dal 25 maggio, ‘Top Gun: Maverick’ (diretto da Joseph Kosinski) era un gran rischio, bisogna essere onesti. Molto spesso le operazioni, che poi si sono rivelate non riuscite, non dovrebbero nemmeno essere pensate. Ma il nuovo ‘Top Gun’ è un’altra storia. Al centro della pellicola Paramount Pictures c’è il Pete “Maverick” Mitchell, tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Un giorno viene chiamato dal vecchio compagno Tom “Iceman” Kazansky (interpretato da Val Kilmer, che emozione!) per addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta: sventare una minaccia nucleare.


IL NUOVO CAST

Tra i giovani c’è Bradley Bradshaw (interpretato da Miles Teller, impeccabile in questo ruolo), nome di battaglia “Rooster”. Pete e Bradley regalano alcune delle migliori scene di questo film ad alta carica emotiva. Sì, perché lui è il figlio del vecchio compagno di volo di Maverick, Nick “Goose” Bradshaw, morto nel primo film. Attraverso questo profondo legame, Maverick affronta le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiede grande sacrificio da parte di tutti coloro chiamati a farne parte. Ma ci sono anche un vecchio amore ritrovato (Jennifer Connelly) e due capi che danno del filo da torcere a Pete (Ed Harris e Jon Hamm).

E ancora, scene mozzafiato, poca computer grafica (perché a Tom piace fare le cose artigianalmente e, a noi, piace così), nostalgia, azione, ironia, tramonti rossi, sapore anni 80 dato dalle musiche e voli adrenalinici con aerei di ultima generazione. Momenti così da brivido da sentire il vento tra i capelli mentre ci si lascia travolgere da questa storia.

NON SOLO AMARCORD

‘Top Gun: Maverick’, però, non è solo un’operazione amarcord, ma è molto di più. È un riuscitissimo ritratto del passaggio di testimone. La ‘vecchia guardia’ lascia spazio a quella nuova. E lo fa senza spocchia, senza la necessità di dire che le nuove generazioni non sono in grado di fare questo o quello e senza ego. Ma con la consapevolezza di aver finito il ‘proprio tempo’ e con l’entusiasmo di voler trasferire tutto il proprio sapere e la propria esperienza a coloro che verranno dopo, in volo o nella vita di tutti i giorni. Ma prima di ogni cosa, la fiducia. Un bravo pilota è anche colui che, con umiltà, si affida al proprio compagno di volo, fa squadra diventando un tutt’uno.

Cruise, un divo di altri tempi e di oggi, ha la grande maestria di aggiornarsi e di vedere oltre, rimanendo sempre fedele a se stesso e a quel cinema che ha cuore, passione e una storia da raccontare, nostalgica sì ma sempre nuova.

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